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Nella prospettiva del prossimo Sinodo dei Vescovi

«Lo zelo per la santità dev'essere al primo posto tra gli interessi dei ministri del Vangelo», ha affermato il Card. Antonio Innocenti, Prefetto della Congregazione per il Clero, nella conferenza inaugurale dell'XI Simposio Internazionale di Teologia, organizzato dalla Facoltà di Teologia dell'Università di Navarra dal 18 al 20 aprile. Il Simposio, cui hanno preso parte oltre trecento studiosi, ha avuto per argomento «La formazione dei sacerdoti nelle circostanze attuali».

Nel suo intervento, su «Il sacerdote nella Chiesa e nel mondo», il Cardinale ha affrontato temi cruciali quali il celibato sacerdotale, che va vissuto «come più profonda comprensione dei tratti tipici e definitori del presbitero secolare, chiamato a vivere in mezzo al mondo senza essere del mondo», e la formazione permanente del clero, quale oggetto preminente della responsabilità dei Vescovi. Si è quindi soffermato sulla formazione dei futuri sacerdoti pressi i seminari, sottolineando come essa debba essere «profondamente pastorale e teologica» e contraddistinguersi per la sua «adesione filiale e sincera al Magistero del Romano Pontefice e dei Vescovi», in conformità con il clima di fedeltà e profonda spiritualità auspicato dal Concilio Vaticano II. Citando quindi il Venerabile Servo di Dio Josemaría Escrivá de Balaguer, Fondatore e primo Gran Cancelliere dell'Università di Navarra, egli ha ricordato che oggi viene chiesto «al sacerdote di imparare a non porre ostacolo alla presenza di Cristo in lui, specialmente nei momenti in cui compie il Sacrificio del Corpo e del Sangue del Signore e quando, nella Confessione sacramentale auricolare e segreta, perdona i peccati nel nome di Dio».

Altre conferenze sono state dettate da Mons. Julián Herranz, Segretario del Pontificio Consiglio per l'interpretazione dei testi legislativi, e dai Professori Jean-Robert Armogathe, della Ecole de Hautes Etudes di Parigi, Anton Ziegenhaus, della Facoltà di Teologia di Augusta, Juan Esquerda Bifet, dell'Università Urbaniana di Roma, Lucas F. Mateo-Seco, Presidente del Comitato organizzativo del Simposio, Salvador Pié i Ninot, della Facoltà di Teologia della Catalogna, Antonio Livi, dell'Ateneo Romano della Santa Croce. Nel corso dei tre giorni di convegno sono state presentate altre otto relazioni e più di sessanta comunicazioni.

La sessione conclusiva è stata presieduta da Mons. Alvaro del Portillo, Prelato dell'Opus Dei e Gran Cancelliere dell'Università di Navarra; lo affiancavano l'Arcivescovo di Pamplona, Mons. José María Cirarda, il Rettore dell'Università, Prof. Alfonso Nieto, il Preside della Facoltà di Teologia, Prof. José Luis Illanes, e il Prof. Lucas F. Mateo-Seco.

Nella sua conferenza su «Sacerdoti per una nuova evangelizzazione»[1], seguita da centinaia di persone che gremivano l'Aula Magna e diverse sale attrezzate con televisione a circuito chiuso, Mons. del Portillo ha passato in rassegna alcuni aspetti centrali nella vita del sacerdote, illustrandoli, con l'autenticità del testimone oculare, mediante l'esempio del Venerabile Josemaría Escrivá.

[1] Ne riportiamo il testo completo nella sezione Dal Prelato.

Romana, n. 10, Gennaio-Giugno 1990, p. 125-126.

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