envelope-oenvelopebookscartsearchmenu

Si compiono cinquanta anni dalla catechesi del 1972 nella Penisola Iberica

In diverse città della Spagna è stato commemorato il viaggio di catechesi che fece san Josemaría nella Penisola Iberica nei mesi di ottobre e novembre del 1972.

A Madrid la scuola El Prado ha prodotto un video, Para cambiar el mundo, nel quale si mostrano alcune immagini di san Josemaría – soprattutto della riunione che si tenne in questa scuola il 18 ottobre 1972 – e una serie di testimonianze di genitori, professori, alunni ed ex alunni sullo spirito cristiano che anima il centro. Inoltre il personale docente e non docente ha partecipato a un incontro con José Carlos Martín de la Hoz, membro delle accademie di Storia ecclesiastica di Siviglia e Valencia e direttore dell’Ufficio delle Cause dei Santi dell’Opus Dei in Spagna, il quale ha parlato della figura e del ruolo di san Josemaría nella Chiesa. Gli alunni della scuola secondaria e del liceo, da parte loro, hanno assistito a una tavola rotonda nel polisportivo, durante la quale sei persone di professione e situazioni personali diverse – un critico cinematografico, una ingegnere, una influencer madre di famiglia numerosa, un atleta, un tassista e un economista che lavora in una banca di investimenti – hanno spiegato in che modo san Josemaría esercita una certa influenza nella loro vita. Alla fine, genitori e professori hanno partecipato a una Messa celebrata dai sacerdoti Ignacio Barrera, vicario dell’Opus Dei in Spagna, e Gabriel de Castro, vicario della delegazione di Madrid Ovest, entrambi ex alunni della scuola.

Nella scuola Guadalaviar di Valencia, dove nel 1972 san Josemaría ebbe alcuni incontri di catechesi, è stato presentato un video commemorativo nel corso di una cerimonia che ha avuto termine con una conferenza di Francisca Colomer, esperta di storia, su questo e altri viaggi del fondatore dell’Opus Dei nel capoluogo levantino, dal primo nel 1936 all’ultimo nel 1975, e sulle tracce che le sue esperienze valenciane hanno lasciato nella sua predicazione. Nella chiesa di San Juan del Hospital, altro luogo nel quale san Josemaría si recò nel 1972, si è celebrata una Messa solenne di ringraziamento. È stata presieduta da mons. Javier Salinas, vescovo ausiliare di Valencia, col quale hanno concelebrato l’attuale rettore della chiesa, Jorge Nava, e i tre precedenti: Manuel de Sancristóval, José María Boza e Carlos Cremades.

A Siviglia, invece, la residenza universitaria Guadaira ha celebrato il cinquantenario della presenza di san Josemaría tra le sue mura l’8 novembre 1972. È stato organizzato un incontro per i residenti di allora e quelli di oggi. L’evento è stato presieduto dal vicario dell’Opus Dei per l’Andalusia Occidentale e l’Estremadura, Javier Yániz, e comprendeva la proiezione di un filmato della tertulia con san Josemaría nell’aula magna della residenza. Poi lo storico Joaquín Herrera ha esposto a larghi tratti la storia dell’Opus Dei nel capoluogo andaluso e ha ricordato le tante visite di san Josemaría nella città, l’ultima delle quali è stata proprio quella del 1972.

Il 30 novembre nell’aula magna della Fondazione Cajasol, a Jerez de la Frontera, Alba Sillero, medico, specializzata in cure palliative, ed Enrique García Máiquez, poeta, pubblicista e professore di scuola, hanno tenuto una conferenza sull’influenza della spiritualità del lavoro secondo san Josamaría. L’evento, con il quale si desiderava ricordare il cinquantenario della sosta di san Josemaría nella casa di ritiri Pozoalbero, nei sobborghi della città, è stato moderato dal giornalista e media coach Eugenio Camacho. Erano presenti quasi duecento persone; è stato proiettato anche il reportage La huella de un santo. Catequesis de san Josemaría en Andalucía, prodotto da Betafilms.

Due giorni dopo, nella chiesa cattedrale di Jerez, il vescovo di Asidonia-Jerez, D. José Rico Pavés, ha presieduto una celebrazione eucaristica al termine della quale sono stati benedetti due quadri: uno della Vergine di Guadalupe e l’altro di san Josemaría. Le due tele sono opera del pittore messicano José Antonio Ochoa, residente a Valencia, e sono state collocate nella cappella dedicata a san Giovanni Paolo II, proprio all’ingresso di quella del Santissimo. Ai piedi del quadro di san Josemaría il pittore ha voluto mettere una sua frase che rispecchia l’impegno a conoscere e a far conoscere Gesù Cristo: «Che io veda con i tuoi occhi, Cristo mio!».

Nel monastero di Santa María de Pedralbes a Barcellona – nel quale nel 1972 san Josemaría si recò invitato dalla badessa, suor Assumpció Flaquer, per motivare le religiose a essere fedeli alla loro vocazione e allo spirito del loro ordine –, l’Associazione dei Cooperatori della Catalogna ha promosso la collocazione di una targa che ricorda questo episodio. È stata inaugurata il 27 novembre, esattamente il giorno in cui si compivano cinquanta anni dalla visita di san Josemaría. La cerimonia, alla quale hanno assistito un centinaio di persone, è stata presieduta dall’attuale badessa, suor Montserrat Casas, ed è stata completata da un momento musicale con il violinista Òscar Vilaprinyó e il soprano Montserrat Tarradellas. Ha benedetto la targa il vicario dell’Opus Dei in Catalogna e Andorra, Ignacio Font.

Un’altra cerimonia in ricordo del soggiorno del fondatore dell’Opus Dei in terra catalana, organizzata sempre dall’Associazione dei Cooperatori, era stata celebrata alcuni giorni prima nello IESE (Istituto di Studi Superiori dell’Impresa). Iniziata con una Messa in suffragio dei cooperatori defunti, è stata poi seguita da cinque testimonianze di altrettanti incontri con san Josemaría in quell’anno 1972. Alla fine i presenti sono stati invitati a un aperitivo.

Romana, n. 75, Luglio-Dicembre 2022, p. 216-218.

Invia ad un amico