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Promulgazione della Costituzione apostolica Praedicate Evangelium (19-III-2022)

Il testo completo del documento è disponibile in http://bitly.ws/Amnu. Riproduciamo l’informazione di Vatican Newssulla sua presentazione alla stampa (traduzione dallo spagnolo).

La mattina di lunedì 21 marzo, nella Sala Stampa della Santa Sede, ha avuto luogo la conferenza di presentazione della Costituzione apostolica Praedicate Evangelium sulla Curia Romana e il suo servizio alla Chiesa nel mondo. Questo testo è stato promulgato da Papa Francesco sabato 19 marzo nella Solennità di San Giuseppe, Patrono della Chiesa universale. Con l’entrata in vigore del suddetto documento, che avverrà il 5 giugno (Solennità di Pentecoste), viene a essere totalmente abrogata e sostituita la Costituzione apostolica Pastor bonus e così completata la riforma della Curia Romana.

Ha preso per primo la parola il cardinale Marcello Semeraro, Prefetto della Congregazione per le Cause dei Santi. Il porporato ha illustrato i contesti storici nei quali furono promulgati i documenti antecedenti a questa Costituzione apostolica e ha analizzato a fondo la natura della Curia Romana. In questa linea ha sottolineato che il Concilio Vaticano II afferma che la Curia è una realtà di servizio, uno strumento che collabora con il Papa e lo aiuta nel governo di tutta la Chiesa. Scrive il Concilio che «nell’esercizio del suo supremo, pieno e immediato potere sopra tutta la Chiesa, il Romano Pontefice si avvale dei dicasteri della Curia Romana» (Christus Dominus, n. 9). «Si tratta di un principio fondamentale» ha evidenziato Semeraro.

Il Prefetto ha aggiunto che, di conseguenza, i vari dicasteri «svolgono il loro lavoro in suo nome e con la sua autorità (nomine et auctoritate illius), a beneficio delle Chiese e al servizio dei Sacri Pastori (in bonum Ecclesiarum et in servitium Sacrorum Pastorum)».

Semeraro ha anche ricapitolato i dodici criteri-guida della riforma che sono stati spiegati dal Papa, fra altre occasioni, il 22 dicembre 2016: individualità, pastoralità, missionarietà, razionalità, funzionalità, modernità, sobrietà, sussidiarietà, sinodalità, cattolicità, professionalità, gradualità, e si è soffermato su alcuni di essi.

Il secondo relatore, mons. Marco Mellino, Segretario del Consiglio dei Cardinali, ha articolato il suo discorso in sei punti: elaborazione del testo, la Costituzione come il “tassello” che completa la riforma della Curia, il titolo di Praedicate Evangelium come segnale di una prospettiva, il ruolo di servizio della Curia, la sinodalità e la corresponsabilità nella comunione.

Per comprendere il cammino che ha portato a questo documento, Mellino ha preso come punto di partenza una frase di Papa Francesco nell’esortazione apostolica Evangelii gaudium: «Anche il papato e le strutture centrali della Chiesa universale hanno bisogno di ascoltare il richiamo a una conversione pastorale».

Assecondando questo spirito, Mellino ha affermato che, anche in forza del mandato e delle precise indicazioni che le Congregazioni generali, tenutesi nei giorni precedenti il Conclave, avevano specificato per il nuovo Pontefice che sarebbe stato eletto, in questo tempo il Santo Padre, assistito dal Consiglio dei Cardinali, ha discusso e riflettuto lungamente negli ultimi anni, con l’intenzione di proporre una revisione della Pastor bonus.

Inoltre il Papa ha ascoltato le osservazioni, le opinioni, i suggerimenti e le richieste dei responsabili dei dicasteri della Curia Romana, riunendosi con essi personalmente nelle sessioni del Consiglio dei Cardinali, ma anche intervenendo in alcune riunioni interdicasteriali e in un Concistoro di Cardinali (12 e 13 febbraio 2015). Inoltre ha tenuto conto delle opinioni e dei suggerimenti degli episcopati locali e di altri. In tal modo, unitamente al Consiglio dei Cardinali, ha maturato una visione d’insieme che man mano ha preso forma in un progetto di riforma, del quale il testo promulgato è il risultato. È l’esito di un processo di elaborazione nel quale si è fatta una serie di passi avanti, in linea con il principio secondo il quale «una Chiesa sinodale è una Chiesa che ascolta».

Quasi cinque anni dopo l’inizio dei lavori (28 settembre 2013), le diverse considerazioni maturate nelle riflessioni e nelle discussioni affrontate nelle sessioni del Consiglio dei Cardinali hanno portato alla redazione di una prima bozza (datata tra settembre e dicembre 2018), che nella redazione delle sue diverse parti, oltre alla scelta della continuità ideale con la Costituzione apostolica Pastor bonus, conteneva i criteri e i principi che reggono la nuova struttura costituzionale.

Questo testo è stato accuratamente rivisto e discusso nelle sessioni di febbraio e aprile 2019 del Consiglio dei Cardinali, e poi sottoposto al parere di tutti i Superiori dei Dicasteri, degli Istituti della Curia Romana e delle Istituzioni che hanno relazioni con la Santa Sede. È stato inviato anche a tutte le Conferenze Episcopali, ai Patriarcati e alle Chiese Maggiori Arcivescovili; alle Rappresentanze Pontificie; a tutte le Università Pontificie presenti in Roma e ad alcune di quelle dei diversi continenti indicate personalmente dal Santo Padre; ad alcune Agenzie di Informazione, scelte in base alle aree continentali e linguistiche.

Raccolte tutte le osservazioni e le proposte ricevute da questa consultazione, il Santo Padre e il Consiglio dei Cardinali, nelle sessioni di giugno e settembre 2019, hanno esaminato, discusso e votato ciascun emendamento, pervenendo così alla redazione di un testo che, nell’ottobre del 2019, è stato sottoposto nuovamente al parere di alcuni dei Capi di Dicastero della Curia Romana, e nel gennaio del 2020 è stato inviato ai Cardinali residenti nell’Urbe perché esprimessero la loro opinione insieme agli eventuali suggerimenti.

Tutti gli emendamenti ricevuti in questa seconda consultazione sono stati nuovamente sottoposti all’esame, alla discussione e alla votazione, in parte nella sessione del Consiglio dei Cardinali tenutasi nel febbraio del 2020, e i rimanenti, che non è stato possibile discutere nelle sessioni programmate a causa della pandemia, sono stati esaminati per via elettronica. Il risultato di questo loro lavoro è stato un progetto di testo, datato 8 giugno 2020, consegnato al Santo Padre dai cardinali del Consiglio.

Da allora tutto è stato sottoposto alla valutazione del Papa che, dal luglio del 2020, ha esaminato personalmente gli emendamenti, tenendo conto delle osservazioni, indicazioni e proposte ricevute e prendendo le sue decisioni personali, come Legislatore Supremo.

Il risultato di questa elaborazione è stato il testo che il 16 settembre 2020 si è sottoposto alla valutazione della Congregazione per la Dottrina della Fede e del Consiglio Pontificio per i Testi Legislativi, richiedendo un giudizio globale sul medesimo, insieme alle eventuali osservazioni specifiche e circostanziate che si ritenevano opportune, sia sugli aspetti dottrinali che su quelli giuridici.

Le istituzioni curiali menzionate hanno inviato l’informazione richiesta e il Santo Padre, avvalendosi del suo competente contributo, è giunto alla formulazione definitiva del testo promulgato il 19 marzo 2022, Solennità di San Giuseppe, Sposo della Santissima Vergine Maria, e che entrerà in vigore domenica 5 giugno 2022, Solennità di Pentecoste.

Infine il padre Gianfranco Ghirlanda S.J., professore emerito della Facoltà di Diritto Canonico della Pontificia Università Gregoriana, ha focalizzato il ruolo dei laici nella Curia Romana, un aspetto innovativo di questa Costituzione. All’articolo 10 di Praedicate Evangelium si legge, con fermezza, che «il Papa, i vescovi e gli altri ministri ordinati non sono gli unici evangelizzatori nella Chiesa», perché «ciascun cristiano è un discepolo missionario». Aggiunge poi che «questo non può essere ignorato nell’adeguamento della Curia, la cui riforma, pertanto, deve prevedere la partecipazione dei laici, anche nelle funzioni di governo e di responsabilità». Il testo spiega che «la loro presenza e partecipazione è, inoltre, indispensabile, perché cooperano al bene di tutta la Chiesa e, grazie alla loro vita familiare, alla loro conoscenza delle realtà sociali e alla loro fede, che li porta a scoprire i cammini di Dio nel mondo, possono fornire validi contributi, soprattutto quando si tratta della promozione della famiglia e del rispetto dei valori della vita e della Creazione, del Vangelo come fermento delle realtà temporali e del discernimento dei segni dei tempi».

Ghirlanda ha affermato che ciò che si stabilisce nella Costituzione apostolica è di grande importanza, dato che l’ammissione dei laici all’esercizio della potestà di governo della Chiesa rimanda a una questione più ampia: se la potestà di governo sia conferita ai vescovi dalla missione canonica e al Romano Pontefice dalla missione divina o dal sacramento dell’Ordine. Ha dichiarato infatti: «Se la potestà di governo viene conferita attraverso la missione canonica, in casi specifici può essere conferita anche ai laici; se viene conferita con il sacramento dell’Ordine, i laici non possono ricevere nessun incarico nella Chiesa che comporti l’esercizio della potestà di governo».

Romana, n. 74, Gennaio-Giugno 2022, p. 27-30.

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