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In breve

Bogotà (Colombia)

Los Cerros: raccolta alimentare per persone vulnerabili

Nel mese di gennaio un servizio di Caracol Televisión ha fatto conoscere all’opinione pubblica la campagna di raccolta alimentare che aveva indetto il Colegio Los Cerros di Bogotà intorno a Natale. Tra le famiglie della scuola erano stati raccolti oltre 9.600 confezioni di cibo in scatola. Con essi, prima di consegnarli al Banco Alimentare per essere distribuiti alle famiglie bisognose, nel polisportivo del centro scolastico sono stati installati un albero di Natale e una corona di Avvento giganteschi. Il rettore di Los Cerros, Eduardo Manrique, ha dichiarato che l’idea per il prossimo anno è quella di coinvolgere altre scuole e i centri commerciali per incrementare la raccolta.

Roma (Italia)

7ª Settimana per formatori dei seminari

Dal 31 gennaio al 4 febbraio, organizzata dal Centro di Formazione Sacerdotale della Pontificia Università della Santa Croce, ha avuto luogo la settima edizione della Settimana per formatori dei seminari, un appuntamento biennale per sacerdoti che svolgono compiti di responsabilità nei seminari. Il tema centrale dell’incontro di quest’anno, che è stato seguito, con modalità mista (in presenza e on line), da oltre settanta partecipanti, è stato la libertà nell’ambito della formazione del sacerdote, una questione sempre attuale. Il problema di conciliare libertà, maturità e obbedienza – si è affermato a più riprese, da prospettive diverse e con espressioni differenti –, è determinante per la credibilità del sacerdote.

Il prefetto della Congregazione del Clero, cardinale Lazarus You Heung-Sik, e monsignor Fernando Ocáriz, gran cancelliere dell’Università ospitante, sono intervenuti nella giornata inaugurale. La seconda giornata è stata presieduta dal vicario del Papa per la diocesi di Roma, cardinale Angelo De Donatis. Altri eminenti relatori sono stati, della Pontificia Università della Santa Croce, il vice gran cancelliere Mariano Fazio e i professori Arturo Bellocq, Francisco Insa, Julio Diéguez e Giuseppe De Virgilio; della Pontificia Università Salesiana, il professor Amedeo Cencini; della Congregazione del Clero, il sottosegretario Andrea Ripa. Nei workshops, inoltre, hanno riferito alcune delle loro esperienze, fra gli altri, i sacerdoti Eduardo Gil, vicerettore del Collegio Ecclesiastico Internazionale Sedes Sapientiae, e Francesco Donega, rettore del Seminario Diocesano Redemptoris Mater.

Atlanta (Stati Uniti)

Rosary Makers of America

Nicholas Kemdi Ihenacho è un medico di 63 anni, specializzato in malattie renali. È cresciuto in Nigeria in una famiglia cristiana. Approdando all’università, ha dovuto fronteggiare una crisi di fede che ha superato al terzo anno di Medicina, quando, grazie ai mezzi di formazione che ha ricevuto nello Ugwuoma Study Center, un centro dell’Opus Dei, ha riscoperto la fede cattolica. Ha continuato la sua formazione medica negli Stati Uniti. Si è sposato e la sua famiglia è andata crescendo. Il suo quinto figlio, Ikenna, è nato con la sindrome di Down. Quando ha raggiunto una certa età, gli ha insegnato a recitare il rosario mediante un sistema semplice e ingegnoso. Vedendo infatti come era contento di sgranare la corona del rosario, Kemdi, preoccupato – come tutti i genitori che hanno figli come Ikenna – per lo scarso successo che di solito hanno le attività educative dei giovani disabili, ha creato una piccola associazione senza fini di lucro, Rosary Makers of America. Su questa iniziativa il Georgia Bulletin, la rivista ufficiale della diocesi di Atlanta, ha pubblicato uno splendido reportage in data 3 febbraio: Art, prayer and companionship goals of Rosary Makers of America, firmato da Andrew Nelson.

Racconta Kemdi: «Nell’Opera ho imparato che il lavoro è la nostra vocazione. Nel lavoro ti doni a te stesso, e non solo per guadagnare del denaro, ma per servire il prossimo e per dare te stesso a ogni persona con la quale lavori». E questo è ciò che lui e altri genitori ed educatori che collaborano con lui cercano di trasmettere nel Rosary Makers of America, dove giovani con disabilità differenti producono rosari che poi si forniscono alle parrocchie. Non è un’attività commerciale, ma naturalmente si accettano donativi per coprire le spese di mantenimento della sede.

«Sta facendo quello che le piace. Non è sola, ed è felice», dice Sharon Sowers, madre di Gloria, che ha 33 anni, è affetta da autismo e trascorre buona parte della giornata nel Rosary Makers ofAmerica. Con suo marito Scott, produttore e direttore di cinema, alcuni anni fa ha prodotto un film indipendente, Special Needs, sulla cura all’interno della famiglia di persone disabili. «Tutti quelli che conosciamo hanno un rosario. Ma uno fatto da Gloria è speciale», commenta con orgoglio Sharon.

Jessie Moreau, professoressa in pensione di educazione speciale, fa parte del consiglio direttivo dell’organizzazione che lei denomina «un programma di formazione professionale basato sulla fede». Moreau spiega che conRosary Makers gli alunni acquistano una preziosa esperienza, praticano l’interazione sociale e imparano a lavorare con autonomia. Da parte sua, Maggie Rousseau, direttrice del servizio handicap dell’arcidiocesi di Atlanta, afferma che programmi come Rosary Makers sono vitali per le necessità emozionali, sociali e occupazionali degli adulti che vivono con disabilità nello sviluppo. «Spesso non vengono scelti per coprire un posto di lavoro, perché si pensa che non siano capaci di essere autonomi o non si capisce come si possa impiegare una persona con disabilità», dichiara Rousseau, che poi aggiunge: «Avere una disabilità nello sviluppo non impedisce a una persona di avere una relazione con Dio. Io direi il contrario: la sua relazione è pura. E so che programmi come Rosary Makers of America riescono a ottenere che Dio sorrida».

Roma (Italia)

Una giornata su comunicazione e immigrazione

Con il titolo “La comunicazione su migranti e rifugiati, tra solidarietà e paura”, il 16 febbraio si è svolta la terza giornata di studio organizzata dalla Facoltà di Comunicazione della Pontificia Università della Santa Croce e dall’Associazione Iscom su comunicazione e immigrazione. L’Associazione Iscom è un ente civile nato a Roma alcuni anni fa nell’ambito dell’ufficio stampa dell’Opus Dei. Organizza molte delle sue attività presso la Pontificia Università della Santa Croce.

Guardare i migranti negli occhi, ascoltare le loro storie, imparare a raccontarle senza stereotipi e senza mitologia: questo è stato, in poche parole, l’auspicio che i relatori della giornata hanno voluto esprimere. Nella sessione, dopo l’introduzione di Fabio Baggio, sottosegretario della sezione dei migranti e profughi del Dicastero per lo Sviluppo Umano Integrale, sono intervenuti alcuni accademici come Stefano Allievi, Adele del Guercio e Aldo Skoda, rispettivamente delle università di Padova, di Napoli e dell’Urbaniana; dirigenti del mondo associativo come Mario Marazziti della Comunità di Sant’Egidio e Fabrizio Battistelli dell’Iriad (Istituto Ricerche Internazionali Archivio Disarmo); e giornalisti come Gian Guido Vecchi del Corriere della Sera, Nello Scavo di Avvenire e Annalisa Camilli di Internazionale.

Cordova (Spagna)

Zalima: modelli di integrazione sociale e lavorativa

Zalima, una scuola promossa dall’Opus Dei a Cordova, comprende da qualche tempo nella sua offerta educativa un corso di formazione professionale per futuri tecnici esperti nella integrazione sociale. Il nuovo ciclo formativo permette a coloro che lo frequentano di integrarsi nel mondo del lavoro in settori, fra gli altri, come la prevenzione e l’inserimento sociale, l’educazione speciale, l’assistenza di persone che hanno bisogno di protezione, la mediazione occupazionale e la riabilitazione psicosociale.

In collaborazione con la Asociación Down Córdoba, nel mese di marzo un gruppo di studentesse di Zalima ha progettato e avviato tre laboratori per aiutare persone disabili a inserirsi nel mondo del lavoro e a condurre una vita autonoma. Come spiega María José Carpio, docente del centro e coordinatrice dell’attività, «in uno hanno approntato la lista e il preventivo degli acquisti per imparare a maneggiare il denaro, oltre che ad assumersi le responsabilità della convivenza abitativa. In un altro dei laboratori, utenti e studenti sono andati a fare gli acquisti e hanno affrontato la soluzione degli eventuali conflitti che si possono presentare. Nel terzo laboratorio hanno esaminato le abitudini di una vita sana e hanno preparato insieme la ricetta di un piatto semplice. L’obiettivo è che gli utilizzatori di questi laboratori possano portare avanti progetti personali legati alla capacità decisionale e governare la propria vita fin dove possibile, potendo sempre contare sugli appoggi necessari.

Barcellona (Spagna)

Primo Workshop Internazionale su Accompagnamento Familiare

Nel quadro dell’Anno della FamigliaAmoris laetitia, l’Istituto di Studi Superiori della Famiglia (IESF) dell’Università Internazionale della Catalogna (UIC Barcellona) ha organizzato, dal 13 al 15 maggio, il Primo Workshop Internazionale sull’Accompagnamento Familiare, con l’obiettivo di fornire un aiuto alla formazione di persone che si dedicano già o desiderano dedicarsi a questa attività.

Il programma comprendeva sessioni di carattere teorico-formativo e tavole rotonde di esperti che hanno favorito, da diverse angolazioni e punti di vista, una serie di riflessioni orientate all’azione nei diversi ambiti dell’accompagnamento familiare. Lo scambio di esperienze in questo campo è stato seguito con grande interesse dall’uditorio, sempre «molto partecipativo, motivato e impegnato», come ha dichiarato la direttrice del IESF, Montserrat Gas. Oltre ai partecipanti alle sessioni in presenza, più di trecento persone le hanno seguite in streaming.

Tra i conferenzieri c’erano alcuni esperti del mondo della medicina, della psicologia, dell’educazione, della pastorale e della comunicazione; e, tra questi ultimi, alcuni influencers molto attivi nelle reti, che hanno spiegato le loro personali iniziative relazionate con la famiglia.

La neuropsichiatra Mariolina Ceriotti Migliarese ha aperto il workshop di venerdì 13 maggio con una conferenza sulle relazioni e i vincoli familiari. Partendo dalla constatazione che il crollo dei matrimoni e della natalità è dovuto alla scelta generalizzata di vincoli labili e non definitivi, ha spiegato con argomenti empirici come il vincolo familiare e la libertà non siano incompatibili.

Nella seconda giornata è intervenuto Juan José Pérez-Soba, professore ordinario dell’Istituto Giovanni Paolo II su Matrimonio e Famiglia di Roma. Autore di molti libri, Pérez-Soba ha svolto una relazione sul significato dell’accompagnamento familiare dal punto di vista della missione della Chiesa. «Quando una persona ha fame – ha detto – sa che la Chiesa le offrirà un aiuto. Anche quando in una famiglia i rapporti sono difficili, la Chiesa può offrire attenzione, appoggio e aiuto».

La presidente del comitato che ha l’incarico di preparare il centenario dell’Opus Dei, Fernanda Lopes, presente al workshop, lo considera un riferimento importante nell’orizzonte dell’attività pastorale della Prelatura: «Ci ha aiutato a comprendere con maggiore profondità la sfida formativa che abbiamo nell’Opus Dei per quanto riguarda l’accompagnamento dei soprannumerari e dei cooperatori».

Messico, Perù, Cile, Congo, Australia, Giappone, Libano, Nigeria, Svezia, Croazia, Olanda, Francia, Italia, Venezuela, Israele, India, Stati Uniti, Singapore, Kazakistan, Kenya e Filippine sono alcune delle nazioni dalle quali sono arrivati i convenuti all’evento di Barcellona. Questi, oltre a partecipare alle sessioni del workshop, nel pomeriggio del sabato hanno potuto assistere alla celebrazione dell’Eucaristia nella basilica della Sacra Famiglia, il tempio che ha una grande carica simbolica per chi si dedica all’attività dell’accompagnamento familiare.

Romana, n. 74, Gennaio-Giugno 2022, p. 100-104.

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