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In chiusura della novena in preparazione della solennità dell'Immacolata Concezione, il 7 dicembre 1989, il Prelato dell'Opus Dei ha celebrato la Santa Messa nella parrocchia di San Giovanni Battista al Collatino, di Roma, dove ha pronunciato la seguen

Anche se ogni giorno sono tanto vicino a voi, e vi ricordo ben volentieri nelle mie preghiere e nel mio lavoro, posso assicurarvi che sono molto lieto di essere oggi qui con voi, nella vigilia di una grande festa della Madonna quale è l'Immacolata Concezione. Un altro motivo mi riempie di gioia: la consapevolezza di dare compimento a un vivo desiderio del Servo di Dio Mons. Escrivá, Fondatore dell'Opus Dei, che tutti noi chiamiamo Padre. Egli infatti diceva spesso che gli sarebbe piaciuto molto lavorare sacerdotalmente in questa parrocchia, che tanto amava. I suoi impegni non glielo hanno permesso mentre era in vita, ma dal momento del suo transito in Cielo sono certo che anche qui, come in tanti altri luoghi della terra, si è reso presente con la sua intercessione presso la Santissima Trinità.

Parecchie volte, comunque, ebbe occasione di recarsi in questo quartiere. Prima di tutto nel solenne inizio delle attività della parrocchia, alla presenza di Papa Paolo VI. In quella occasione, il Servo di Dio chiese al Santo Padre di benedire una statua della Madonna che aveva donato all'Università di Navarra. In un'altra visita, mosso dal suo grande amore alla vostra parrocchia, al Centro Elis e alla Scuola Safi, suggerì di porre un'immagine della Madonna in una cappella. Con questi e altri ricordi della pietà mariana di Mons. Escrivá, vi confido che fu immensa la mia gioia nell'accompagnare il Santo Padre Giovanni Paolo II, durante la sua visita pastorale del 1984, ad adorare il Santissimo Sacramento nella cappella dove era ormai venerata la Madre di Dio. So con quanta generosità avete sistemato la cappella e con quanta devozione fate compagnia al Signore. Chiedo alla Vergine Santissima che il Suo materno sguardo vegli su di voi in tutte le ore della vostra vita, nei momenti gioiosi e in quelli meno allegri, e che voi non vi allontaniate mai dal Suo Cuore dolcissimo e immacolato.

La solennità dell'Immacolata, per la quale vi siete preparati in questa novena che oggi volge al suo termine, ci parla di una cosa fondamentale, e cioè della necessità di vivere in grazia di Dio. Maria, concepita senza peccato originale e preservata immune da ogni colpa personale per volere di Dio onnipotente, e arricchita dallo Spirito Santo con doni di ogni specie, per essere la degna Madre del Figlio di Dio, si presenta agli occhi dei cristiani come il modello che tutti dobbiamo imitare. Così ci esorta il Concilio Vaticano II: "Mentre la Chiesa ha già raggiunto nella Beatissima Vergine la perfezione, con la quale è senza macchia e senza ruga (cfr. Ef 5, 27), i fedeli si sforzano ancora di crescere nella santità debellando il peccato; e per questo innalzano gli occhi a Maria, la quale rifulge come modello di virtù davanti a tutta la comunità degli eletti"[1].

Crescere in santità debellando il peccato: ecco, figlie e figli miei, il grandioso compito che ci è stato assegnato da Dio nostro Padre. Sappiamo molto bene, perché lo sperimentiamo ogni giorno, che questo sforzo ci richiede una lotta costante contro tutto quello che in noi e attorno a noi si oppone ai misericordiosi disegni del Signore. Ma abbiate fiducia!, perché con l'aiuto della grazia, con l'intercessione della Madonna, saremo capaci di adempiere a questo compito. Madre nostra —osiamo dire, certi che ci ascolta—, libera le tue figlie e i tuoi figli da ogni macchia, da tutto ciò che ci allontana da Dio, anche a costo di soffrire, anche a costo della vita, perché in questo modo saremo graditi al tuo Figlio e otterremo la vita eterna!

Tutti abbiamo a portata di mano i mezzi idonei per vincere il peccato e crescere in amore di Dio. Questi mezzi sono i sacramenti della Chiesa, in modo particolare la Confessione e l'Eucaristia. Oggi, nel pensare all'Immacolata, a Colei che è "senza macchia", possiamo domandarci: com'è il mio atteggiamento verso il Sacramento della Penitenza? Mi accosto con la frequenza conveniente a questo tribunale di misericordia, nel quale Dio stesso perdona le nostre colpe? Faccio bene l'esame di coscienza e mi confesso prima di fare la Comunione, qualora la mia anima si sia macchiata con un'offesa grave a Dio? Riconosco i miei peccati, senza nasconderli né dissimularli, e li confesso al sacerdote, che mi ascolta in nome del Signore? Sono disposto a lottare affinché Dio Nostro Signore regni nella mia anima? Allontano da me le occasioni prossime di peccato?

In una delle sue catechesi, Giovanni Paolo II sottolineava così la forza del perdono di Cristo: "Gesù non solo perdona, ma chiede il perdono del Padre per coloro che lo hanno messo a morte, e quindi anche per noi. E' il segno della sincerità totale del perdono di Cristo e dell'amore da cui deriva"[2]. Figlie e figli miei, fratelli e sorelle carissimi: vi scongiuro di voler fare l'esperienza dell'amore misericordioso di Gesù nel Sacramento della Penitenza. Insegnatelo anche ai vostri parenti, ai vostri amici e conoscenti, ai vostri vicini e compagni di lavoro! Incoraggiateli a fare una buona confessione, aiutateli a prepararsi molto bene per questo incontro con Gesù che perdona! Vi assicuro che troverete la pace e la gioia delle vostre anime, la pace e la gioia dei figli di Dio.

La festa dell'Immacolata ci sprona, quindi, a lottare contro l'abitudinarismo, contro il monotono "tirare a campare" nella vita cristiana, contro un conformismo che equivale a una resa davanti ai propri difetti. Guardate Cristo sulla Croce, guardate la Madonna ai piedi della Croce: davanti a loro si fanno strada il tradimento, l'oltraggio, gli insulti...; ma Cristo e Maria si mantengono forti, perseveranti, sereni nel dolore, e continuano a compiere la loro missione redentrice.

In una sua omelia, Mons. Escrivá ci diceva: "Per amare sul serio è necessario essere forti, leali, avere il cuore saldamente ancorato alla fede, alla speranza e alla carità. Solo chi è inconsistente, fatuo, muta capricciosamente l'oggetto dei suoi affetti, che in realtà non sono affetti, ma soddisfazioni egoistiche. Quando c'è amore c'è lealtà, vale a dire, capacità di donazione, di sacrificio, di rinuncia. E nel bel mezzo della donazione, del sacrificio e della rinuncia, pur con il tormento delle contrarietà, si trovano la felicità e la gioia: una gioia che nulla e nessuno potrà toglierci"[3].

Desidero infine considerare con voi uno dei modi più tradizionali ed efficaci di rivolgersi alla Madonna: la preghiera del Santo Rosario, da recitare da soli e anche in famiglia. Non dimenticate che il Rosario continua ad essere "arma potente"[4] per vincere tutte le battaglie dello spirito. E' logico dunque che l'impieghiamo abbondantemente nel momento presente, quando è necessario risvegliare la fede di molti e chiamare alla conversione gli indifferenti, o quelli chi si sono allontanati da Dio. Il Santo Padre, che fin dall'inizio del suo pontificato ha manifestato chiaramente il suo amore a questa preghiera, diceva un giorno: "Il Rosario è la mia preghiera prediletta. Preghiera meravigliosa! Meravigliosa nella sua semplicità e nella sua profondità!". Aiutiamo il Papa, da buoni figli, offrendo la preghiera del Rosario —se è possibile ogni giorno— per la Sua persona e le Sue intenzioni. Chiedete anche la protezione della Madonna sul Cardinale Vicario e sui Vescovi di tutto il mondo. Supplichiamo Maria che faccia dell'umanità una vera famiglia, nella quale ognuno serva gli altri nella vita di ogni giorno.

Nello sgranare la corona del vostro rosario, supplicate la Regina del Mondo che riversi con più abbondanza le grazie di suo Figlio. Affidatele in modo speciale la santità della famiglia, così lacerata dalla piaga del divorzio, dal peccato gravissimo dell'aborto e dalla diffusione di una mentalità edonista che corrompe i costumi. Invochiamo Maria perché ci aiuti a combattere questo "buon combattimento"[5] della fede e a portare alle anime i grandi doni che Dio vuole darci. Parlo della bellezza e grandezza del matrimonio e della famiglia cristiana, del valore enorme delle vite umane nel seno materno, destinate a godere della stessa felicità di Dio; parlo della vocazione coniugale voluta dal Creatore come impegno primario dell'uomo e della donna a collaborare con Lui nella procreazione e nell'educazione dei figli; parlo della splendida vocazione al celibato apostolico, che tanti uomini e tante donne, chiamati dal Padrone della messe, abbracciano con il desiderio di compiere un servizio totale per il Regno di Dio.

Il Fondatore dell'Opus Dei spese la sua vita a sollecitare le anime verso l'amore di Dio. Fin dalla prima giovinezza sperimentò l'incendio d'amore che l'affetto e la devozione alla Madonna provoca nel cuore dei fedeli. Per questo, con insistenza sempre nuova e con completa sicurezza, raccomandava che il cammino migliore per giungere alla follia dell'amore di Dio comincia da un amore fiducioso a Maria Santissima.

Cari figli e figlie, vi consiglio di seguire questo magnifico esempio di nostro Padre. Affidiamoci, quindi, alla materna intercessione della Madonna, la Madre che sorride, che sostiene, che consola. E pregate pure per l'apostolato della Prelatura dell'Opus Dei in tutto il mondo.

Sia lodato Gesù Cristo!

[1] Concilio Vaticano II, Cost. dog. Lumen gentium, n. 65.

[2] Giovanni Paolo II, Allocuzione, 16-XI-1988.

[3] J. Escrivá, E' Gesù che passa, n. 75.

[4] J. Escrivá, Il Santo Rosario, prologo.

[5] 2 Tim 4, 7.

Romana, n. 9, Luglio-Dicembre 1989, p. 247-250.

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