In breve
Be Do Care 2024, San Paolo (Brasile)
Dal 10 al 12 ottobre circa 200 persone impegnate nel cambiamento nell’America Latina, rappresentanti del mondo imprenditoriale, di organizzazioni non governative e delle università, si sono riunite a San Paolo con l’obiettivo di scambiare idee, lanciare sfide e trovare soluzioni per fare i passi in avanti necessari verso uno sviluppo più giusto e sostenibile. Nelle tre giornate si sono alternati dibattiti e conferenze sui diversi aspetti della trasformazione sociale che il mondo, e l’America Latina in particolare, richiede.
La riunione – in continuità con l’incontro degli imprenditori sociali tenutosi a Roma, nel 2022, nel quadro della preparazione per il centenario dell’Opus Dei – ha avuto luogo nel cinquantesimo anniversario del viaggio di san Josemaría in America, nel 1974. In continuità con l’evento di due anni fa, l’incontro è stato intitolato Be Do Care 2024.
Il primo giorno Mons. Mariano Fazio, vicario ausiliare dell’Opus Dei, ha pronunciato una conferenza sull’eredità lasciata da san Josemaría nel suo passaggio attraverso l’America. Altri interventi di notevole valore sono stati: “L’eredità per le future generazioni” (Andréa Gomides, della Fondazione Ekloos, Brasile), “Sviluppo integrale sostenibile nell’America Latina” (Hector Rocha, della IAE Business School, Argentina), “L’eredità di pace e sviluppo per le future generazioni” (Michelle Scobie, della University of the West Indies, Trinidad e Tobago) e “Famiglia e sviluppo sostenibile” (Maria Sophia Aguirre, della Catholic International University, Stati Uniti).
Le conclusioni dell’incontro sono state tratte da una riflessione di María José Murcia, membro del comitato scientifico di Be Do Care, la quale, servendosi della metafora del viaggio, ha percorso il contenuto delle sessioni plenarie per concludere che Be Do Care non è un punto di arrivo ma un punto di partenza per continuare a stimolare l’azione collettiva fra i vari attori presenti.
I cinquanta anni del Club Darca, Lisbona (Portogallo)
Nel corso dei suoi cinquanta anni di vita, centinaia di bambine hanno frequentato a Lisbona le attività del Club Darca. Per celebrare questo primo mezzo secolo di storia, oltre a una Messa di ringraziamento e altri eventi irrinunciabili, come una bicchierata e una cena di gala per coloro che per un certo periodo hanno collaborato con il club o vi hanno ricevuto formazione, domenica 6 ottobre è stata organizzata una serata commemorativa che è risultata una grande occasione perché le ex associate si incontrassero nuovamente. Circa millecinquecento persone hanno riempito l’aula magna del rettorato dell’Università di Lisbona per rivivere le feste che in altri tempi il club organizzava, sia per le proprie associate sia per quelle dei club di altre città portoghesi. Molte persone hanno inviato messaggi di riconoscenza e molte madri di famiglia hanno dichiarato che sarebbero felici se le proprie figlie potessero avere la stessa formazione che in età giovanile ricevettero loro stesse nel club.
Il nunzio apostolico in Costa d’Avorio visita la scuola professionale Yarani
Il 3 dicembre Mons. Mauricio Rueda Beltz, nunzio apostolico in Costa d’Avorio, ha visitato la scuola professionale Yarani ad Abidján. Lo accompagnava il vicario regionale dell’Opus Dei, don Serge Abdoulaye Sissoko. Il nunzio ha percorso i locali ed entrando in alcune aule ha salutato le alunne. Poi si è riunito con tutte le professoresse, le direttrici e le alunne del centro e ha rivolto loro alcune brevi parole, impartendo infine la benedizione.
Battesimo di 17 bambini nella parrocchia di San Josemaría,
Alcorcón (Spagna)
Ad Alcorcón (Madrid) c’è un’associazione di sostegno a donne in gravidanza che – spesso contro l’opinione del proprio ambiente familiare e affettivo – desiderano portarla a termine. Diciassette neonati che, grazie all’aiuto morale e materiale di questa associazione, sono sfuggiti al tragico destino dell’aborto, sono stati battezzati il 5 ottobre nella parrocchia di San Josemaría Escrivá dal vescovo di Getafe, Mons. Ginés García Beltrán.
È stata una celebrazione piena di gioia e, soprattutto, di vita. Nell’omelia, il vescovo ha elogiato il coraggio dei genitori che, a suo tempo e malgrado le non poche difficoltà, hanno scelto di non ricorrere all’aborto. Ha ricordato anche che «nessuno si trova in questo mondo per caso». Poi, rivolgendosi ai genitori, ha aggiunto: «Dio ha pensato e ha voluto i vostri bambini fin da prima di aver creato il mondo».
Oakcrest School mette in funzione il Teacher Institute per la formazione specifica dei propri docenti, Washington D.C. (Stati Uniti)
Nel mese di agosto del 2024 è entrato in funzione l’Oakcrest Teacher Institute, che si propone di definire e spiegare i compiti di Oakcrest School alle docenti del centro e, nello stesso tempo, di formarle in alcuni aspetti centrali di antropologia cristiana e nella filosofia dell’educazione diOakcrest, una scuola cattolica femminile di Washington D.C. che s’ispira al carisma dell’Opus Dei.
Dopo una settimana di sessioni teoriche e pratiche per le professoresse che quest’anno entrano nel centro, durante la settimana successiva c’è stata, sia per costoro che per le docenti di ruolo e per il gruppo direttivo, una nuova serie di sessioni come, fra le altre, quella impartita da Mary Warren, docente di teologia, sulla natura e la vocazione della donna, o quella di Christina Friddle, professoressa di scienze, e di Laurie Duncan, direttrice di una delle sezioni della scuola, sulla formazione nelle virtù e nella verità.
L’Oakcrest Teacher Institute continuerà a formare il corpo docente di Oakcrest School mediante incontri puntuali programmati durante l’anno accademico. Con essi, inoltre, si desidera coinvolgere, un po’ per volta, alcuni educatori esterni alla scuola, che possano essere interessati ad avere una esperienza diretta di ciò che rende diversa Oakcrest School.
Costruzione di case per famiglie bisognose, Lima (Perù)
Pamplona Alta, uno dei quartieri più poveri di Lima, nel distretto di San Juan de Miraflores, è stata oggetto di una campagna di volontariato alla quale hanno partecipato i giovani e i professori delle scuoleSalcantay e Alpamayo. I precari insediamenti umani nei quali vivono molte famiglie, un affronto al senso della giustizia, li hanno spinti, nel mese di novembre, ad appoggiare, con il loro impegno manuale e con una campagna di raccolta fondi, un progetto di costruzione di abitazioni per queste famiglie: al momento, dieci abitazioni.
Nicole Garván, alunna di Salcantay, è consapevole di essere andata a Pamplona Alta non soltanto per costruire case, ma per aiutare a creare un nuovo futuro: «Cerchiamo di dare a queste famiglie un futuro di speranza, dove il sostegno al prossimo non deve essere occasionale, ma qualcosa da praticare tutti i giorni», ha dichiarato.
Progressi scientifici nei centri di ricerca dell’Università di Navarra, Pamplona (Spagna)
I ricercatori dell’Istituto di Scienza dei Dati e dell’Intelligenza Artificiale (DATAI) della Università di Navarra hanno sviluppato un sistema di intelligenza artificiale per personalizzare le terapie contro il cancro.
Sulla base delle analisi dei dati di oltre tremila pazienti di cancro al polmone e di cancro alla vescica, e mediante l’uso di modelli di apprendimento automatico, hanno identificato nuove firme genetiche specifiche di ogni stadio della malattia e hanno sviluppato un sistema, denominato “indice IFIT” (indice di “immunità fisica”, secondo la sigla in inglese), che permetterà di personalizzare le terapie, migliorandone la validità.
L’indice IFIT è una misura o punteggio che valuta la “attitudine immunologica” di un paziente, e ciò permette di classificare i pazienti in base al rischio che presentano in ogni tappa della malattia. «Questo può aiutare a prevedere la risposta alla terapia in funzione dell’attività del suo sistema immunologico in differenti tappe del trattamento del cancro», ha spiegato alla stampa Rubén Armañanzas, leader del Laboratorio di Medicina Digitale di DATAI.
La ricerca si fonda sull’analisi del ciclo di immunità del cancro (CIC), che stabilisce come i segnali del sistema immunologico influiscono sulla validità del trattamento con immunoterapia. Presentata a Houston (Stati Uniti) durante la conferenza della Società per la Immunoterapia del Cancro (SITC 2024), è stata considerata come una delle 100 grandi novità dell’anno in questo settore. I ricercatori hanno dichiarato che la tecnica continuerà a perfezionarsi con i futuri studi associati ad altri tipi di cancro.
Ha avuto anche una certa risonanza nell’opinione pubblica uno studio di due giovani ricercatori del CIMA (Centro di Ricerca Medica Applicata) dell’Università di Navarra, Iker Ausejo-Monleón e Marta Alonso, che ha portato alla scoperta di un nuovo bersaglio terapeutico per il cancro pediatrico della peggiore prognosi. In esperimenti con i ratti, Alonso e Ausejo hanno dimostrato che, se si blocca la proteina TIM-3, il sistema immune attacca le cellule tumorali e il 50% degli animali sopravvivono a lungo. Questo primo passo getta le basi per fare alcuni saggi su pazienti ai quali è stato diagnosticato un glioma diffuso intrinseco di tronco (DIPG, secondo le iniziali inglesi), un tipo di cancro infantile che colpisce il sistema nervoso e per il quale attualmente non esiste una cura.
Marta Alonso, la direttrice del progetto, ha cominciato la carriera studiando i tumori cerebrali degli adulti, ma poi ha deciso di dedicarsi ai tumori pediatrici dopo aver ricevuto una donazione da una famiglia quando lavorava nell’ospedale oncologico MD Anderson del Texas.
Campo di lavoro a Nyeri (Kenya)
La città di Nyeri si trova un centinaio di chilometri a nord di Nairobi. È la distanza coperta, su un furgoncino, da un gruppo di giovani dello Eastlands College of Technology, Strathmore University, Catholic University of Eastern Africa e Strathmore School un giovedì pomeriggio, per dedicare un fine settimana ad attività di volontariato nella chiesa di St. Pius, una sede sussidiaria della vasta parrocchia di Our Lady of Consolata. Appena arrivati, si sono uniti a loro alcuni amici di una università locale, laDedan Kimathi University.
Gli studenti si sono dedicati principalmente ad attività di pittura. Il personale della parrocchia (catechisti, seminaristi, direttori, ecc.) li ha accolti con grande affetto ed esemplare dedicazione di tempo. Il primo giorno, quando alle 6.30 del mattino i giovani “pittori” sono andati a Messa, il parroco, per cortesia verso di loro, ha pronunciato l’omelia in swahili e non nel dialetto locale. Le famiglie della zona, inoltre, tutti i giorni hanno preparato per loro la prima colazione e il pranzo.
L’ultimo giorno, domenica, al termine della Messa, il gruppo di volontari ha piantato un certo numero di alberi attorno alla chiesa e ha scattato alcune foto con il parroco e tutti i fedeli.
XVII Giornata ivoriana della famiglia in Costa d’Avorio
La 17ª edizione della Giornata ivoriana della famiglia (Journée Ivoirienne de la famille, JIF) è stata celebrata il 7 e 8 dicembre nelle scuole famigliari Etimoe e Makore, ad Abidján. Il tema centrale era “La famiglia davanti alle assuefazioni virtuali”. L’evento è stato organizzato dalla Association Famille et Education (AFE), ente promotore delle scuole, e vi hanno partecipato circa duemila persone.
Oltre alle conferenze degli esperti sul tema del giorno e agli stands che le famiglie hanno visitato con interesse, vi sono stati giochi e competizioni sportive che hanno contribuito a rendere ancora più familiare questa giornata.
Jean Louis Allue, segretario generale della Giornata, ha mostrato la sua soddisfazione per i risultati ottenuti. Fra le altre cose – ha affermato –, si è cercato di fare in modo che sia i genitori, sia i figli si rendano conto più facilmente del pericolo di assuefarsi alle reti sociali.
Tunisi: formazione di operai, una iniziativa del Centro Elis
Nel quadro del piano Mattei, un programma di collaborazione internazionale del governo italiano, e del progetto THAMM Plus promosso dall’Unione Europea, il 2 luglio è stato firmato un accordo per la formazione di operai tunisini che vogliono lavorare in Italia nel campo delle costruzioni. Oltre alle agenzie governative dei due Paesi coinvolti, hanno firmato l’accordo anche, da parte italiana, l’Associazione Nazionale Costruttori (ANCE) e il Centro Elis di Roma, al quale è stata affidata la realizzazione del programma formativo.
L’obiettivo è quello di formare duemila operai tunisini che in seguito possano trasferirsi in Italia per essere assunti da imprese delle costruzioni. I corsi avranno una durata di 300 ore. Riguardano persone residenti a Tunisi di età compresa tra i 18 e i 35 anni. Il programma prevede, inoltre, azioni specifiche di attenzione e aiuto nei mesi successivi all’arrivo in Italia dei giovani lavoratori.
Il 5 novembre è stato inaugurato a Tunisi il primo corso con venti alunni. Erano presenti alla cerimonia i ministri del Lavoro tunisino e italiano, Riadh Chaoued e Marina Calderone. Pietro Cum, amministratore delegato dell’Elis, ha espresso il desiderio che con questo programma si possa contribuire a superare il problema della emigrazione irregolare, creando opportunità per le persone e per le imprese: «Per le persone, perché possano trovare nel nostro Paese le condizioni per edificarsi un futuro; per le imprese, perché potranno coprire la propria domanda di personale, al momento insoddisfatta».
Romana, n. 79, Luglio-Dicembre 2024, p. 264-269.