Messaggio del 21 ottobre
Carissimi, Gesù protegga le mie figlie e i miei figli!
Lo svolgimento del Sinodo dei Vescovi è oggetto, com’è logico, di notizie e commenti su vari mezzi di comunicazione. Oltre a pregare per questo evento ecclesiale, come vi ho suggerito di fare nel mio precedente messaggio, ora desidero proporvi di meditare brevemente su qualche aspetto della realtà divino-umana della Chiesa.
Prima di svolgere altre considerazioni, vorrei ricordarvi, con le parole di nostro Padre, san Josemaría, che «la Chiesa è questo: Cristo presente in mezzo a noi, Dio che viene incontro all’umanità per salvarla, chiamandoci con la sua rivelazione, santificandoci con la sua grazia, sostenendoci con il suo costante aiuto nelle piccole e grandi battaglie della vita quotidiana»[1]. L’identificazione di Cristo con la Chiesa rende comprensibile la nota e forte affermazione di san Cipriano: «Nessuno può avere Dio per Padre, se non ha la Chiesa per Madre»[2].
La Chiesa è Cristo, e altrettanto vale per noi, uomini e donne incorporati a Cristo mediante il Battesimo. In questa componente umana, assieme a tanta santità, compaiono anche molti segni di una debolezza, propria e altrui, che non può debilitare la nostra professione di fede nella Chiesa «unam, sanctam, catholicam et apostolicam».
Il nostro amore per l’Opera non può prescindere dall’amore per la Chiesa. Nostro Padre, san Josemaría, con spirito cattolico e universale, ci dice: «Figli miei, non possiamo guardare soltanto all’Opera: consideriamo, prima e sempre, la santa Chiesa»[3].
Sant’Agostino afferma che «il mondo riconciliato è la Chiesa»[4], volendo dire che essa cresce riconciliando il mondo con Dio. È la grande missione apostolica di tutti coloro che ne fanno parte, nella meravigliosa unità e diversità di innumerevoli istituzioni e iniziative. Riconciliare il mondo con Dio comporta portare la pace a questo mondo, così afflitto da divisioni e guerre, come quella tra Ucraina e Russia e quella, più recente, in Terrasanta. Continuiamo, molto uniti a tutta la Chiesa, a invocare la pace che, naturalmente, è stata molto presente nella mia preghiera a Fatima il 5 ottobre scorso. In particolare, partecipiamo con generosità alla giornata di preghiera, digiuno e penitenza indetta da Papa Francesco il 27 ottobre.
Non smettete di pregare anche per lo studio in corso sugli Statuti dell’Opera, come vi chiesi nel messaggio del settembre scorso.
Roma, 21 ottobre 2023
[1] San Josemaría, È Gesù che passa, n. 131.
[2] San Cipriano,De catholicae unitate Ecclesiae, PL 4, 503A.
[3] San Josemaría, Lettera 14-IX-1951, n. 27.
[4] Sant’Agostino, Discorso 96, 7.8.
Romana, n. 77, Luglio-Dicembre 2023, p. 188-189.