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Durante la cerimonia di apertura dell’anno accademico, Pontificia Università della Santa Croce, Roma (3-X-2023)

Eminenze, Eccellenze, Professori, Collaboratori, Studenti, Signore e Signori,

all’inizio di un nuovo anno accademico è logico guardare ai mesi che abbiamo davanti a noi con entusiasmo e speranza. L’entusiasmo è atteggiamento proprio di chiunque si accinge a intraprendere un nuovo cammino o una nuova tappa. La meta ovviamente non è solo la conclusione dell’anno o il superamento degli esami, ma è la crescita integrale dell’intera comunità accademica, in termini di conoscenza, di ricerca scientifica, di interazione con altre realtà accademiche, ecclesiali e civili.

Allo stesso tempo chi intraprende un nuovo cammino sa che ci saranno difficoltà lungo la strada. Per questo è necessario alimentare la speranza, che è l’attesa piena di fiducia del compimento dei piani di Dio. Questi due atteggiamenti – entusiasmo e speranza – valgono per le sfide che attendono la nostra comunità accademica nel corso del prossimo anno, e valgono pure per ciascuno di noi in quanto membra del Popolo di Dio.

Le prossime settimane saranno caratterizzate dall’Assemblea sinodale, ed è importante pregare in unione con il Santo Padre e vivere queste settimane con la speranza propria dei figli di Dio. Come piace ricordare a Papa Francesco, «lo Spirito Santo [a Pentecoste] crea una grande diversità, che sembra un grande disordine. Ma lo stesso Spirito che dà la diversità dei carismi è lo stesso che crea l’unità»[1].

Entusiasmo e speranza sono componenti del coraggio che ogni nuova tappa di un cammino richiede. Coraggio per individuare progetti capaci di allargare l’orizzonte dell’università, come quelli interdisciplinari che sono stati selezionati nei mesi scorsi; coraggio per prendere decisioni che avranno ripercussioni importanti nel futuro e per le quali è necessario pensare al bene di chi verrà dopo di noi.

Riusciremo a vivere tutte queste componenti se ci impegneremo a fare bene il nostro lavoro, ciascuno il proprio. Studenti, docenti e personale tecnico-amministrativo, tutti siamo chiamati a pregare con il proprio lavoro. Questo invito si trova al cuore del messaggio che Dio ha affidato a san Josemaría, fondatore dell’Opus Dei e ispiratore di questa università. In Cammino, ha lasciato scritto: «Da’ un motivo soprannaturale alla tua ordinaria occupazione professionale, e avrai santificato il lavoro»[2]. Questo è anche un incoraggiamento a vedere la portata di bene che il lavoro, se offerto a Dio, può avere, non solo per i diretti interessati, ma per l’umanità intera.

Con l’augurio che questo spirito ci aiuti a guardare al futuro con fiducia, dichiaro aperto l’anno accademico 2023-2024.

[1] Papa Francesco, Discorso per l’incontro ecumenico e preghiera per la pace in Bahrein, 4-XI-2022.

[2] San Josemaría, Cammino, n. 359.

Romana, n. 77, Luglio-Dicembre 2023, p. 191-192.

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