Cronaca del Congresso (dal 12 al 16-IV-2023)
Il “motu proprio” Ad charisma tuendum (14-VII-2022) ha modificato due articoli della Costituzione apostolica Ut sit, con la quale nel 1982 venne eretta la prelatura dell’Opus Dei, al fine di adattarla alla normativa definita dalla recente Costituzione apostolica Praedicate Evangelium (19-III-2022) sulla Curia Romana. Il “motu proprio” indicava anche che gli statuti dell’Opus Dei “saranno convenientemente adattati su proposta della Prelatura medesima, da approvarsi dai competenti organi della Sede Apostolica”. In questo contesto il prelato dell’Opus Dei mons. Fernando Ocáriz ha convocato un Congresso generale straordinario a Roma. Al Congresso, iniziato lo scorso 12 aprile, hanno partecipato 126 donne e 148 uomini.
Un Congresso generale straordinario è un’assemblea di fedeli dell’Opus Dei, detti congressisti, con il prelato, per studiare e proporre alcune decisioni su determinate questioni della vita della Prelatura. In accordo con gli statuti dell’Opus Dei (nn. 130 e 133), il Congresso straordinario è quello che non è motivato né dalla necessità di proporre al Papa la nomina di un nuovo prelato (come i Congressi generali elettivi), né ha una periodicità fissa (come i Congressi generali ordinari, che vengono convocati ogni otto anni): il Congresso generale straordinario è convocato, semplicemente, quando le circostanze lo richiedono. Questo è ciò che si è verificato in aprile, e il prelato l’ha convocato, con il voto deliberativo dei suoi Consigli, per studiare l’adeguamento degli statuti richiesto dal “motu proprio” Ad charisma tuendum (cfr. art. 3).
Nell’omelia di avvio del Congresso, commentando il Vangelo della Messa, il prelato si è riferito ai discepoli di Emmaus e al loro desiderio che il Signore si fermasse con loro. Mons. Ocáriz ha espresso questa stessa richiesta perché il Signore guidasse con la sua grazia il lavoro del Congresso, affinché si realizzasse “in piena fedeltà allo spirito ricevuto da san Josemaría, che include strutturalmente l’unione con il Romano Pontefice, principio visibile dell’unità della Chiesa. L’Opus Dei, seguendo l’esempio e l’indicazione di san Josemaría, vuole servire questa Santa Chiesa come lei vuole essere servita”.
Lo stesso giorno 12 sono cominciate le sessioni di lavoro, nelle quali sono state studiate e votate le differenti proposte di cambiamento nell’articolato degli statuti, in quei passaggi in cui si ritiene necessario, in accordo con quanto sollecitato in Ad charisma tuendum. I congressisti provenivano da tutti i Paesi nei quali la Prelatura svolge il suo apostolato. La loro età oscillava dai 35 agli 87 anni. Le esperienze che apportavano nel dibattito sulle proposte di cambiamento erano, pertanto, molto diverse.
Le sessioni sono terminate il giorno 16. I lavori e le conclusioni di questi giorni verranno poi presentati al Dicastero per il Clero, l’ente della Santa Sede che è competente sulle prelature personali. Più avanti la Santa Sede comunicherà le modifiche finali agli statuti approvate dal Papa, che è il legislatore in materia.
Romana, n. 76, Gennaio-Giugno 1, p. 29-30.