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Messaggio del 22 novembre

Carissimi, Gesù mi protegga le mie figlie e i miei figli!

È passato poco tempo da quando vi ho inviato una lettera lunga su alcune caratteristiche della nostra dedicazione all’Opera. Vi vorrei invitare a rileggere e approfondire questo documento. Invito anche i cooperatori e coloro che partecipano al lavoro di san Raffaele a leggerlo con attenzione, perché vi può aiutare a conoscere meglio l’Opera e a considerarla più vostra.

Continuate a raccomandare al Signore coloro che ieri hanno ricevuto il diaconato in queste particolari situazioni sanitarie. Preghiamo anche per tanta sofferenza che questa pandemia continua a provocare in persone di tutto il mondo.

Oggi, solennità di Cristo Re, possiamo meditare nuovamente alcune parole di san Josemaría: «Per farlo regnare in me ho un grande bisogno della sua grazia: soltanto così anche il palpito più nascosto, il sospiro più impercettibile, lo sguardo più insignificante e la parola più banale, perfino la sensazione più elementare, tutto potrà tradursi in un osanna a Cristo, il mio Re»[1].

Sentirci personalmente lontani da questo ideale non è un buon motivo per considerarlo impossibile oppure per scoraggiarci. Se mettiamo in gioco generosamente tutto ciò che è alla nostra portata, la grazia di Dio, magari senza che ce ne accorgiamo, andrà identificando sempre di più il nostro cuore con quello di Cristo.

Roma, 22 novembre 2020

[1] San Josemaría,È Gesù che passa, n. 181.

Romana, n. 70, Gennaio-Dicembre 2020, p. 90-91.

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