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Stati Uniti, dal 7 luglio all’8 agosto

Durante la sua prima visita negli Stati Uniti come prelato, Mons. Ocáriz ha avuto l’opportunità di salutare numerosi fedeli della Prelatura, le loro famiglie, i cooperatori e gli amici. Ha visitato anche varie iniziative educative e assistenziali.

Il prelato è arrivato all’aeroporto JFK di New York il 7 luglio. Il giorno dopo ha visitato il campus dello IESE a New York. Ivi ha partecipato a una riunione con professori di varie università organizzata in collaborazione con il Witherspoon Institute. In considerazione dell’ambiente sociale, spesso minacciato dal sentimentalismo e dall’arbitrarietà, ha ribadito l’importanza di una impostazione cristiana dei concetti di amore e di libertà.

Nel pomeriggio di martedì 9 luglio Mons. Ocáriz si è recato nella cattedrale di St. Patrick per pregare e per incontrare l’arcivescovo di New York, il cardinale Timothy Dolan.

Il giorno 10 il prelato è andato nella parrocchia diSt. Agnes, affidata a sacerdoti della Prelatura. Poi si è recato a pregare per alcuni minuti a Ground Zero, il luogo su cui sorgevano le Torri Gemelle distrutte durante l’attacco terroristico dell’11 settembre 2001 e dove è stato eretto un memorial che ricorda i nomi delle vittime.

Mons. Ocáriz ha avuto vari incontri con i giovani e con altri fedeli della Prelatura giunti a New York da Boston, Washington D.C., Pittsburgh, Atlanta, Miami... Uno dei temi più volte trattati è stato la comunione dei santi: «Tutto ciò che facciamo bene, la preghiera, il lavoro, non solo ha un effetto diretto, immediato, su ciò che abbiamo tra le mani, ma coinvolge, spinge, aiuta tutta l’Opera, e in realtà tutta la Chiesa, perché l’Opera è una piccola parte della Chiesa». Ha invitato, citando parole di Papa Francesco, a «trasmettere la gioia del Vangelo, che è trasmettere la conoscenza di Cristo».

Il 12 luglio, all’arrivo all’aeroporto O’Hare di Chicago, Mons. Ocáriz ha salutato varie famiglie presenti per dargli il benvenuto. Nei giorni 13 e 14 ha visitato le scuole Northridge Prep e The Willows Academy. Ha ricordato, citando san Josemaría, che «la Chiesa è Gesù Cristo presente tra noi, con la sua grazia, con la sua parola, con i suoi sacramenti e con Lui stesso nell’Eucaristia. Questo è la Chiesa, e questo è ciò che è permanente, questo è ciò che dà la forza a tutto il resto, anche se in noi stessi e in tante altre persone c’è molta debolezza». Ha parlato diffusamente anche della vita coniugale, dell’educazione dei figli e dell’importanza di «riconquistare la propria libertà», sapendo che «si è liberi quando si ama». Inoltre ha rivolto alcune parole ai malati, ricordando che la loro preghiera può arrivare a tutti.

In un incontro con i giovani ha ricordato l’importanza fondamentale dell’amicizia, perché «quando c’è vera amicizia, allora si può comunicare ciò che ognuno porta dentro: i propri pensieri, i propri desideri, e anche le proprie difficoltà».

Lunedì 15 luglio ha visitato Metro e Midtown Center, due iniziative sociali promosse da fedeli della Prelatura a Chicago, dove si svolgono programmi di educazione supplementare, rispettivamente, a ragazze e a ragazzi. I programmi riguardano il periodo estivo; il prelato ha potuto parlare con studenti e professori. Nello stesso giorno ha visitato la parrocchia di St. Mary of the Angels, affidata a sacerdoti della Prelatura; ivi si è svolto un incontro informale con altri sacerdoti diocesani che partecipano alle attività formative della Società Sacerdotale della Santa Croce.

Prima di recarsi a Milwaukee, nella mattinata del 16 luglio, Mons. Ocáriz ha fatto visita al cardinale Blaise Cupich, arcivescovo di Chicago.

L’aereo che ha portato il prelato a Houston è atterrato nel pomeriggio del 20 luglio. Quel giorno era il 50° anniversario dell’allunaggio dell’Apollo XI, ed è diventato un argomento ufficioso del suo soggiorno quando, in un incontro con alcuni fedeli della Prelatura e amici, uno dei presenti, che lavora nella NASA, gli ha offerto una targa commemorativa dell’avvenimento.

In quei giorni ha risieduto a Westcott Study Center, un centro dell’Opus Dei aperto di recente, dove viene organizzata una serie di attività educative per giovani.

Il 21 luglio, durante un incontro nell’Inter Continental Hotel, il prelato ha mostrato ai presenti l’immenso panorama di evangelizzazione che hanno davanti, il molto che si è fatto e il molto che rimane da fare; ha posto l’accento sul fatto che Dio si è voluto avvalere di loro: «Dobbiamo essere persone di grande speranza, fondata sulla fede».

Poi si è intrattenuto con un gruppo di persone del Venezuela, costrette ad abbandonare il loro Paese a causa della difficile situazione che attraversa. Le ha incoraggiate a continuare a pregare e a non perdere la speranza, perché tutta la Chiesa è con loro.

La mattina di lunedì 22 il prelato ha fatto visita al cardinale Daniel Di Nardo, arcivescovo di Galveston-Houston. Poi si è recato alla Holy Cross Chapel, che si trova nel centro professionale e commerciale della città, le cui attività spirituali sono affidate a sacerdoti della Prelatura.

Quel giorno si sono svolti incontri con studenti provenienti soprattutto da Houston, Dallas e San Antonio. In risposta alla domanda di uno studente sul modo di lavorare bene senza cadere nel perfezionismo, il prelato ha ribadito che «dobbiamo lavorare con impegno, molte ore, ma se ci rendiamo conto che il senso del lavoro è soprannaturale, sapremo quando è opportuno fermarsi per dedicare tempo alla nostra famiglia, per riposare o per occuparci di altre persone». Nell’incontro del pomeriggio ha ricordato che la preghiera è il modo migliore per aiutare le attività dell’Opus Dei.

La mattina di martedì 23 Mons. Ocáriz ha visitato Western Academy, una scuola per ragazzi, e ha benedetto una magnolia nel terreno sul quale sorgerà la scuola femminile Magnolia. In Western Academy ha avuto incontri con professori e alunni. Nello stesso giorno è stato per un certo tempo con un gruppo di famiglie che promuovono alcune attività di sostegno ad altre famiglie (Family Enrichment).

La famiglia che il 24 luglio ha accolto il prelato all’aeroporto di Los Angeles innalzava alcune enormi lettere che riproducevano la leggendaria insegna Hollywood sul pendio della collina e che ricorda a tutti che quella città è una capitale mediatica, e precisamente del cinema.

Giovedì 25 Mons. Ocáriz ha visitato la cattedrale e ha pranzato con Mons. José Gómez, arcivescovo di Los Angeles.

Venerdì 26 il prelato ha avuto un incontro con i giovani nel Caruso Catholic Center della University of Southern California. A una domanda sull’eventuale inizio dell’attività apostolica della Prelatura nella Cina continentale, Mons. Ocáriz ha ricordato l’importanza di pregare.

Il tema del cinema e dei mezzi di comunicazione è stato presente nei giorni che il prelato ha trascorso a Los Angeles. Durante un incontro di sabato 27, il prelato ha suggerito a chi lavora in questo campo di essere molto amici dei loro colleghi e di sforzarsi di produrre film di grande livello tecnico, che in ogni caso comunichino messaggi positivi. Ha inoltre ricordato il sogno di san Josemaría che un giorno ci fosse un santuario dedicato alla Santissima Vergine, Madre del Bell’Amore, e si è detto sicuro che il santuario favorirà «una crescente diffusione della bellezza del Bell’Amore, della bellezza della fedeltà coniugale e della purezza».

Nello stesso pomeriggio Mons. Ocáriz ha incontrato le donne che partecipano alle attività formative della Prelatura. In risposta a una madre della Silicon Valley, preoccupata per le conseguenze negative che comporta la ricchezza materiale per i suoi figli, ha suggerito a tutte di dimostrare con l’esempio che si può vivere con poche cose ed essere felici: «Il distacco dalle cose ci rende liberi per amare le persone. Se ci attacchiamo alle cose, la nostra forza per amare gli altri diminuisce. Il cuore si può espandere moltissimo, ma può anche sgonfiarsi».

Come nelle altre città degli Stati Uniti d’America visitate, Mons. Ocáriz ha ricevuto molte famiglie di fedeli dell’Opus Dei, cooperatori e amici, e a tutti ha trasmesso un messaggio di speranza e di ottimismo; poi li ha invitati a servire Dio e la Chiesa con generosità e amore. In tutti gli incontri con gruppi di persone il prelato ha insistito sull’importanza di sostenere il Papa con la preghiera, rispondendo così al suo pressante invito.

Dopo alcuni giorni di riposo, l’8 agosto Mons. Ocáriz è partito da San Francisco (California) in volo verso Vancouver, in territorio canadese.

Romana, n. 69, Luglio-Dicembre 2019, p. 218-221.

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