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Iniziative

Le iniziative riportate in questa sezione includono attività educative, assistenziali, culturali, ecc. promosse da fedeli della Prelatura e cooperatori insieme a molte altre persone, cattolici e non cattolici. Chi si impegna a gestire queste attività – assumendosene la piena responsabilità, anche economica – cerca di rispondere alle esigenze del suo Paese o del suo ambiente, senza alcuna discriminazione nei riguardi delle altre persone quanto a razza, religione o status sociale.

La prelatura dell’Opus Dei, attraverso accordi con i promotori o nei modi stabiliti dagli statuti di ogni ente, contribuisce allo sviluppo di queste iniziative di interesse sociale, offrendo orientamento cristiano, dottrinale e morale, e cura sacerdotale, sempre nel pieno rispetto della libertà delle coscienze.

Lo IESE e la responsabilità

sociale dell’impresa

(Barcellona, Spagna)

Nei giorni 5 e 6 luglio 2019 lo IESE Business School ha organizzato a Barcellona un congresso di etica su “L’impresa e le sue responsabilità sociali”, coordinato dal professor Antonio Argandoña. Da 60 anni questa scuola dell’Università di Navarra forma dirigenti ricchi di valori in quanto considerano l’impresa da un punto di vista etico e umano. Durante il congresso si è avuto modo di riflettere sui cambiamenti sociali, economici e tecnologici che obbligano a riflettere quali siano le funzioni e le responsabilità delle imprese e dei dirigenti, e sull’impatto che possono avere le scuole di direzione in questo ambito.

Il direttore generale dello IESE, Franz Heukamp, ha aperto i lavori del congresso dando il benvenuto ai partecipanti che gremivano l’Aula Magna, agli ex studenti dello IESE, ai dirigenti, ai membri delle scuole associate, agli impiegati della scuola e alle persone collegate in video-conferenza da Madrid, New York e da Monaco, dove la scuola ha altre sedi. Ha espresso anche parole di gratitudine al beato Álvaro del Portillo e a Mons. Echevarría, i quali, nei loro soggiorni a Barcellona, li hanno sempre incoraggiati a «contribuire al miglioramento della società», tenendo presente che «ogni persona è importante».

Successivamente, il Gran Cancelliere dell’Università di Navarra e prelato dell’Opus Dei, Mons. Fernando Ocáriz, ha pronunciato la conferenza di apertura con la quale ha ringraziato san Josemaría Escrivá de Balaguer per essere stato lo «strumento di Dio nel promuovere questa iniziativa». Il filo conduttore della sua conferenza è stato che «l’impresa è una comunità di persone che serve altre persone in una società di persone. Solo dopo aver preso in considerazione questo fatto, si può cominciare a parlare di capitali, di impianti, di tecnologia e delle realtà giuridiche».

Hanno partecipato al congresso i rappresentanti di altre scuole di affari associate allo IESE, con la quale condividono una visione cristiana del lavoro. Il prelato li ha invitati a «essere forgiatori del progresso umano, non solo materiale ma anche spirituale».

Durante le giornate del congresso, professori e dirigenti di queste scuole di affari si sono scambiati le esperienze sulla trasmissione dell’identità cristiana tra colleghi, studenti, alumni e altri partecipanti alle loro attività. In riferimento all’entusiasmo dimostrato dai presenti, Mons. Ocáriz ha fatto questa riflessione sull’amicizia: «Il rapporto personale, trattare le persone con affetto, questo vuol dire trasmettere il Vangelo». Poi ha aggiunto: una «scuola di affari che vuole essere cristiana deve vivere la carità, e prima ancora la giustizia».

Luis Romera, Prefetto degli Studi della Prelatura, ha ringraziato i partecipanti per «le iniziative di promozione sociale che portano avanti e l’impatto che esse hanno nel migliorare la società. Vale la pena continuare questo lavoro che aiuta tante persone e che propaga il Vangelo».

In breve

Nairobi (Kenya)

50° anniversario di Kibondeni College

Nel 1961, nella colonia inglese del Kenya, un gruppo di giovani donne provenienti da Stati Uniti, Irlanda e Spagna, con l’impulso dato da san Josemaría, diedero inizio a Nairobi alla scuola professionale Kibondeni, alla quale si iscrissero sei alunne africane. Nel 1969, sei anni dopo l’indipendenza, il governo la riconobbe ufficialmente, sottolineando il suo notevole contributo dato al miglioramento della qualità di vita delle donne. Nel 2016 la Swiss Social Impact Evaluation ha riconosciuto il ruolo esercitato da Kibondeni sui progressi in campo economico e sociale delle donne con poche risorse. Nel 2019, 50 anni dopo, si può dire che Kibondeni College ha trasformato la vita di oltre 3.000 donne giovani, includendo quelle che hanno tratto beneficio dai corsi per le donne nelle zone di campagna. Attualmente ogni anno si iscrivono più di 350 nuove alunne.

I festeggiamenti in occasione del cinquantesimo anniversario di questo college hanno avuto inizio con una Messa di ringraziamento celebrata dal nunzio apostolico in Kenya, Mons. Charles Balvo. Nel mese di giugno del 2019, inoltre, l’arcivescovo Anthony Muheria, della diocesi di Nyeri, ha consacrato una nuova ermita della Madonna nel giardino del college.

San Pedro de Sintra (Portogallo)

L’amicizia nell’era digitale

Perché l’amicizia ci soddisfa? Come propiziarla nel contesto digitale? A queste domande sono state dedicate le due edizioni del seminario “La forza dell’amicizia”, che si sono tenute a San Pedro de Sintra (16 e 17 novembre) e ad Arcozelo (23 e 24 novembre). Durante le giornate, rivolte alle donne che cercano di tenere unita la loro dedicazione alla famiglia con un lavoro esterno, sono state analizzate le basi antropologiche dell’amicizia nella cultura biblica e in quella ellenica, e sono state approfondite in particolare le virtù della generosità e dell’empatia. Altri temi trattati sono stati le caratteristiche delle generazioni X, Y, Z; la relazione di amicizia, solitudine e progresso tecnologico permanente, con l’amicizia nella famiglia e nel lavoro.

Varsavia (Polonia)

Rock the Holidays

Rock the Holidays è un progetto sociale promosso da un gruppo di universitari che beneficiano della formazione cristiana che a Varsavia viene offerto nel centro della Prelatura Przy Filtrowej. In maggioranza si tratta di laureati dell’Università Politecnica di Varsavia, della Facoltà di Matematica e Meccanica dell’Università di Varsavia e della Scuola del Cinema di Łódź. Il progetto si propone di stimolare l’interesse dei giovani con scarse risorse per ampliare le loro prospettive con materie specialistiche proposte dagli universitari di quel centro. Le lezioni hanno avuto luogo a Siennica, vicino a Minsk Mazowiecki, dove circa trenta ragazzi fra i 9 e i 19 anni di quella regione hanno imparato programmazione, giornalismo, cinema e inglese per una settimana.

Bogotà (Colombia)

Estirpare il castigo fisico dei bambini

Negli ultimi mesi la Facoltà di Psicologia dell’Università de La Sabana ha promosso (insieme ad “Alianza de la Niñez” e altri organismi del governo nazionale) un progetto di legge per estirpare in Colombia il castigo fisico infantile. Un completo lavoro di ricerca pilotato dalla facoltà, con il quale sono stati intervistati 928 bambini di differenti zone del Paese, ha rivelato che quasi il 50% dei bambini e delle bambine della Colombia ricevono castighi fisici. Le premesse sulle quali si fondano gli studi della facoltà – presentate nel mese di giugno nel “Primo congresso sul castigo fisico” – sono state: a) promuovere una legge che proibisca il castigo fisico, insieme con una serie di strategie di intervento che mostrino ai genitori alternative diverse per educare i figli; b) dimostrare che il castigo fisico dà origine ad altre forme di violenza; c) generare un cambiamento culturale intorno all’educazione dei figli.

Nairobi (Kenya)

Il programma Macheo di Strathmore University

In lingua swahili macheo significa albeggiare. Questo programma della Strathmore University è diretto a ragazzi e ragazze tra i 15 e i 17 anni che vivono nei quartieri emarginati di Nairobi. È un complemento alle attività della scuola secondaria, per aiutare i giovani a terminare gli studi, forgiare meglio il loro carattere e proseguire gli studi una volta finita la scuola. Quasi tutte le attività si svolgono nel campus dell’università il sabato pomeriggio. Il programma ha avuto inizio nel 2012 con 20 alunni di Kibera, un quartiere degradato non lontano dal campus. Grazie al sostegno di vari benefattori, ormai partecipano ogni anno circa 150 studenti dei tre ultimi anni della scuola secondaria di otto scuole dei sobborghi di Nairobi.

Gli studenti universitari di Strathmore portano il peso delle attività: fanno lezione, organizzano gare sportive e gite, oltre a impartire sessioni di formazione del carattere. Ogni studente della secondaria si avvale di un tutor universitario che lo consiglia secondo le sue necessità.

Nel 2018, agli ultimi esami ufficiali alla fine della secondaria, il 43% degli studenti di Macheo hanno ottenuto un voto valido per accedere all’università (la percentuale media nazionale era del 13%). Molti studenti di Macheo vogliono studiare nella Strathmore University, che continua ad aiutarli nella misura delle loro possibilità con borse di studio o prestiti studenteschi perché possano continuare il percorso educativo. Fino a oggi circa 100 studenti, maschi e femmine, sono riusciti ad accedere a una università con l’intento di laurearsi o diplomarsi. Quasi sempre sono i primi nella loro famiglia ad aver intrapreso studi universitari.

Helsinki (Finlandia)

Campo Solidale Urbano

La scorsa estate alcuni studenti della scuola secondaria di Finlandia, Spagna e Regno Unito hanno organizzato a Helsinki un campeggio di solidarietà urbana. Hanno concentrato nelle mattinate le attività di servizio, e nel pomeriggio organizzavano conversazioni e attività di laboratorio nella residenza di studenti Tavasttähti. I partecipanti hanno aiutato a distribuire prodotti alimentari a famiglie con scarse risorse, hanno visitato case di anziani e hanno assistito persone senza casa. Hanno organizzato anche gare sportive con i profughi del Medio Oriente. Ora stanno programmando per il prossimo anno un progetto simile a Budapest (Ungheria), dove daranno un aiuto in una istituzione di cure palliative in un ospedale per minorati con sindrome di Down e in altri progetti sociali. Il prossimo progetto includerà anche studenti di Irlanda, Ungheria e Svezia.

Betlemme (Palestina)

Una breast unit in Beit Jala

Lo scorso 9 dicembre, nelle vicinanze di Betlemme, è stata inaugurata la prima Breast Unit (unità di cancro alla mammella) della Palestina nell’ospedale pubblico di Beit Jala. Si tratta di un progetto che va avanti grazie alla collaborazione dell’ELIS, dell’Università Campus Bio-Medico di Roma e dell’Agenzia Italiana di Cooperazione per lo Sviluppo, che ha già aiutato molte donne della zona. La mancanza di conoscenza della malattia provocava paura e una tendenza generalizzata a nasconderla.

Il vicepresidente dell’Associazione Centro ELIS di Roma, Daniele Maturo, spiega che «l’ELIS nasce nel quartiere Tiburtino di Roma, ma la nostra missione ci spinge fuori d’Italia, in tutto il mondo. Qualunque sia la etnia, la religione, la cultura delle persone che incontriamo... San Josemaría, che ha ispirato e continua a ispirare il nostro lavoro ancora oggi, ripeteva: “C’è solo una razza, la razza dei figli di Dio”».

La Guajira (Colombia)

Abilitazione di docenti in La Guajira

Nel 2016 l’Università de La Sabana, in unione con il Ministero dell’Educazione, Colciencias, SENA e le Segreterie dell’Educazione locali e dipartimentali, ha dato il via a un progetto di formazione di qualità per abilitare 69 docenti come insegnanti in educazione pedagogica in una delle regioni che ha gli indici di qualità educativa più bassi. Hanno aderito 23 istituzioni educative della regione dell’Alta, Media e Bassa Guajira, e si è arrivati a più di 14.000 bambini. Dopo tre anni di lavoro, nel 2019, l’Università de La Sabana ha rinforzato il suo contributo in modo da trasformare l’educazione di quelle regioni e ha raccolto i suoi primi frutti: quest’anno si sono laureati 43 professori esperti in Pedagogia, i primi in questa regione. Carlos Barreto, coordinatore del corso, assicura che le lunghe giornate di lavoro e gli oltre 30 viaggi a La Guajira sono stati «una straordinaria sfida professionale e sociale per tutta l’università».

San Paolo (Brasile)

Dialoghi contemporanei

Nel 2019 il Centro de Estudos Universitários do Sumaré ha organizzato un’attività di formazione filosofica e antropologica per studenti di varie università e giovani professionisti del capoluogo brasiliano. Le sessioni, impartite da professori di diverse aree e università, si sono svolte nella Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di San Paolo. Sono stati affrontati temi come, fra gli altri, la libertà, la felicità, l’inserimento sociale, l’importanza del dialogo aperto e le relazioni post-moderne. Il programma si è concluso con una attività di volontariato, in modo che i partecipanti hanno potuto mettere in pratica le cose che avevano avuto modo di ascoltare. In sostanza, hanno visitato e hanno collaborato attivamente con una istituzione che si occupa dei tossicodipendenti, nel tentativo di indurli a cambiare vita.

Sydney (Australia)

La vita dopo le aule

Creston College è una residenza universitaria femminile situata nell’Università di New South Wales a Sydney. In aprile è stata pronunciata una conferenza su “Il potere trasformatore del lavoro”, che ha aperto la porta a vari incontri con professionisti giovani che sono riusciti a dare un nuovo significato al loro lavoro dopo essere passati dalle aule universitarie.

La dottoressa Angelica Merlot, ricercatrice del cancro e nominata Giovane dell’anno 2019 dallo Stato di New South Wales, ha raccontato i suoi successi e le sue sconfitte personali, e il percorso che l’ha portata a essere, a soli 25 anni, la persona più giovane a ricevere un finanziamento di ricerca molto prestigioso del governo australiano. Un’altra conferenziera, la dottoressa Rachel Carling, ex militante politica e attuale direttrice di Right to Life NSW, ha parlato sull’aiuto alla donna attraverso il suo lavoro nel movimento pro-vita. Un altro evento è stato l’incontro con giovani professioniste (una nubile, una sposata da poco e una terza in attesa del suo primo figlio) che si sono scambiate alcune esperienze sulla vita dopo le aule, con riflessioni sulla passione per il lavoro, l’equilibrio personale, l’esaurimento e il necessario riposo o la bellezza di portare avanti una famiglia.

Nagasaki (Giappone)

Un modo giovane di ricevere il Papa

Ogni volta che Papa Francesco programma un viaggio in Oriente, il Paese che lo accoglierà studia in che modo potrà accogliere il maggior numero possibile di universitari e studenti liceali di altri Paesi, che desiderano tenere compagnia al successore di Pietro. In Giappone due residenze universitarie – Seido Cultural Center, ad Ashiya, e Yoshida Student Center, a Kyoto – si sono assunte l’incarico di promuovere una attività a Nagasaki in coincidenza con la visita del Papa.

Man mano che si avvicinava la data del viaggio, gruppi di Hong-Kong, Corea, Filippine e Taiwan hanno mostrato interesse a partecipare all’evento. Le prime previsioni di partecipazione sono state ben presto superate. Sabato 22 novembre ha avuto luogo la festa di accoglienza di tutti i gruppi nella scuola Seido Mikawadai, opera corporativa dell’Opus Dei. Ai Paesi che abbiamo già menzionato, si è aggiunto un nutrito gruppo di Shanghai e alcuni rappresentanti di Macao. Per aiutare i presenti a prepararsi interiormente all’incontro con il Papa, sono state fatte due meditazioni, una in giapponese e l’altra in inglese, davanti al Santissimo Sacramento. Di seguito è stata organizzata una tradizionale cena giapponese, durante la quale i diversi gruppi si sono potuti conoscere e hanno condiviso fra di essi alcune situazioni che si vivono in ognuno dei loro Paesi. Dopo la cena hanno potuto assistere a un festival internazionale, con esibizioni di ogni genere.

Il giorno successivo tutti i gruppi si sono diretti allo stadio di baseball della città, dove il Papa ha celebrato l’Eucaristia. La Messa e i canti sono stati di una bellezza tutta particolare, che ha richiamato l’attenzione dei presenti, molti dei quali non cattolici. Un commento che rispecchia l’ambiente e la ripercussione che quei giorni hanno avuto nel cuore di molti è quello fatto da uno dei ragazzi di Ashiya, che ha affermato: «Mi sono commosso nel vedere all’inizio della Messa tutti che pregavano uniti, riconoscendo le loro colpe e i loro peccati, e chiedendo la preghiera degli altri. Se tutti facessero questo, la terra sarebbe un posto assai migliore».

Romana, n. 69, Luglio-Dicembre 2019, p. 278-284.

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