Altri eventi intorno alla beatificazione
Un quadro di Guadalupe nel Real Oratorio del Caballero de Gracia, Madrid, Spagna (18-V-2019)
Dal 6 ottobre 2018 i resti di Guadalupe Ortiz de Landázuri riposano in una urna di legno col suo nome, esposta alla venerazione dei fedeli nel Real Oratorio del Caballero de Gracia a Madrid.
Abitualmente l’urna si trova in una zona laterale dell’oratorio, ma durante i giorni della beatificazione è stata collocata nel presbiterio della chiesa, in modo che i numerosi pellegrini venuti a Madrid per assistere alla cerimonia della beatificazione potessero avvicinarsi per pregare, chiederle favori o ringraziarla per la sua vita santa.
Ignacio Valdés, pittore della Sacred Art School di Firenze, è l’autore del quadro che è stato esposto il 18 maggio in questo oratorio per ricordare la beata. Nella tela, Guadalupe appare accanto a una finestra aperta, che riempie di luce la stanza nella quale si riconoscono alcuni elementi della sua biografia, come lo studio, il Messico e la Chimica.
Nell’Istituto Santa Engracia, Madrid (9-V-2019)
I dodici anni in cui Guadalupe Ortiz de Landázuri ha fatto lezione nella Escuela de Maestría Industrial di via Santa Engracia (1964-1975) hanno lasciato una traccia in molti studenti.
Proprio per questo motivo, giovedì 9 maggio, in quella sede ha avuto luogo una tavola rotonda, presieduta dalla direttrice Almudena Marcos Ortiz, alla quale sono intervenute anche alcune ex studentesse di Guadalupe e la storiografa della facoltà di Comunicazione dell’Università di Navarra, Mercedes Montero Díaz, autrice di una biografia di Guadalupe pubblicata dalla Casa editrice Rialp: «En Vanguardia».
La direttrice dello IES Santa Engracia, Almudena Marcos, ha ricordato che la Escuela Femenina de Maestría Industrial Santa Engracia aveva cominciato il suo percorso nel 1963 nella sua attuale sede, il Palazzo dei Condes de Vilana, che in un secondo momento si estese all’attiguo edificio dell’Instituto de la Almudena.
La mostra «Guadalupe. Vive l’esperienza», un viaggio sensoriale verso la santità
Si può toccare la santità? La mostra, inaugurata nella residenza Tajamar di Madrid, tenta di rispondere a questa domanda. Con un linguaggio visivo contemporaneo modellato su cubi di legno, varie fonti sonore e audiovisive si mettono al servizio di un viaggio che serve al visitatore per addentrarsi nell’epoca e accostarsi alla personalità della beata Guadalupe, oltre che a svelargli alcuni segreti della sua vita.
«La maggioranza dei santi — ha spiegato la commissaria della mostra, Ana Sánchez de la Nieta — non appare nei libri di Storia; bisogna scoprirli, proprio come dice Papa Francesco nella sua Esortazione Gaudete et exsultate. Guadalupe faceva parte di questa classe media della santità alla quale allude il Papa, e con ciò faceva conoscere la propria vita per mezzo di un linguaggio contemporaneo a gente proveniente da ogni parte del mondo, che in questi giorni si sarebbe data appuntamento a Madrid per la sua beatificazione».
La mostra si proponeva di fare in modo che ogni visitatore si portasse da lì qualcosa di più che una serie di dati. Così la direttrice del progetto, María Villarino, ha spiegato che si sono cercati spazi predisposti a fermarsi e farsi coinvolgere nell’itinerario di Guadalupe. Da parte sua, la responsabile del progetto, Amaya Sánchez Ostiz, ha aggiunto: «Il personaggio è poliedrico, con una ricca personalità. Vorremmo raccontare tutto, ma allo stesso tempo vorremmo permettere alle persone di introdursi personalmente nell’universo di Guadalupe, mettendosi a dialogare con lei».
Una galleria del tempo con oggetti personali di Guadalupe, riproduzioni delle sue lettere al fondatore dell’Opus Dei, le sue agende originali con annotazioni riguardanti la sua vita interiore, o il mattone refrattario ottenuto con le ceneri della pula del riso, frutto della ricerca per la sua tesi dottorale, erano alcuni degli elementi che il visitatore poteva contemplare passeggiando per la mostra.
La responsabile dell’agenzia che aveva messo in piedi la mostra, Penélope Benito, della Light House, ha confessato che durante questo lavoro era riuscita a stabilire con il personaggio un particolare collegamento. «C’è sempre stata molta “chimica” tra noi — ha raccontato —. Vi sono progetti speciali e questo, indubbiamente, è stato il più speciale nel quale mi sono imbattuta finora».
Per il direttore della residenza Tajamar, Ignacio San Román, ospitare la mostra ha fatto sì che molte persone legate alla comunità educativa del Centro scoprissero collegamenti con questa nuova beata madrilena da differenti prospettive.
Alla inaugurazione è intervenuto anche il segretario generale della Comunità di Madrid, Manuel Quintanar, che si è congratulato con gli organizzatori anche a nome del presidente del Governo madrileno, sottolineando la «eccellenza umana, professionale e cristiana» di Guadalupe. Quintanar si è congratulato anche per il fatto che Madrid fosse stata scelta per la beatificazione e ha rimarcato che la nuova beata ha lasciato un esempio di santità gioiosa: «Le cose che meritano si fanno sempre con gioia».
Romana, n. 68, Gennaio-Giugno 2019, p. 31-33.