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Un Libero Istituto Universitario a Roma

Il 15 ottobre si è svolta a Roma l’inaugurazione del Libero Istituto Universitario Campus Bio-Medico.

Il nuovo Ateneo è sorto nel 1991 per iniziativa di un gruppo di professionisti, alcuni dei quali membri della Prelatura, e si avvale della collaborazione dell’Università di Navarra. Comprende attualmente una Facoltà di Medicina e Chirurgia ed il Diploma Universitario in Scienze Infermieristiche.

I corsi hanno avuto inizio il 4 ottobre 1993, con 44 studenti di Medicina e 25 per il Diploma di Scienze Infermieristiche. L’attuale sede clinico-didattica comprende aule di simulazione, di informatica, laboratori di microscopia, chimica, bio-chimica, fisiologia e farmacologia; due biblioteche, sale di riunioni, vari dipartimenti. È a disposizione dei docenti, degli studenti e del personale non docente anche una cappella. Per i primi mesi del 1994 è previsto l’avvio dell’attività assistenziale nell’annessa Clinica Universitaria, dotata di cento posti letto.

La Santa Messa inaugurale è stata celebrata dal Prelato dell’Opus Dei, presso la Basilica di Sant’Apollinare. Nell’omelia Mons. Alvaro del Portillo ha sottolineato lo spirito cristiano che ispira il nuovo Ateneo ed il suo impegno nella promozione di un’autentica cultura della vita (il testo completo dell’omelia viene riportato in un’altra sezione del presente Bollettino).

Il Libero Istituto Universitario intende formare in queste Facoltà medici e infermiere professionalmente molto preparati, capaci di operare nel campo delle tecnologie più avanzate, ma soprattutto sensibili alla sofferenza umana, consapevoli della dignità della persona e, quindi, della specifica responsabilità che compete all’operatore sanitario di fronte ai problemi etici.

A tal fine l’Ateneo persegue l’obiettivo della formazione integrale dello studente, sia quella medico-biologica, perseguita attraverso l’applicazione di moderni metodi didattici e la promozione di un’intensa collaborazione accademica fra docenti e allievi, sia quella umana e spirituale. A questo scopo grande rilevanza viene attribuita allo studio dell’antropologia, secondo un’impostazione pienamente cristiana, fedele agli insegnamenti del Magistero della Chiesa. Il compito di assicurare la coerenza degli studi con i principi della fede cattolica, così come l’assistenza spirituale di professori e alunni che lo desiderino, in pieno rispetto alla libertá delle coscienze, è stato affidato alla Prelatura dell’Opus Dei.

Il Libero Istituto Universitario Campus Bio-Medico è fra le poche Facoltà di Medicina in Italia che, adeguandosi alla legge promulgata nel 1990 in conformità con le indicazioni della Comunità Europea tendenti ad elevare la professione infermieristica a livello universitario, ha inserito fra i suoi corsi quello per il conseguimento del Diploma universitario in Scienze Infermieristiche.

Tale corso ha una durata di tre anni. Per l’iscrizione è richiesto un diploma quinquennale di Scuola Media superiore, che garantisca la maturità adeguata ad affrontare situazioni umane di frontiera come la nascita, la malattia e la morte. Gli studenti meritevoli, che non disponessero di adeguate disponibilità economiche, possono conseguire delle borse di studio. Parte dell’iter degli studi infermieristici si svolge in comune con gli studenti di Medicina. La crescita fra gli stessi banchi e con gli stessi professori contribuirà a sviluppare nei futuri medici e nelle infermiere una mentalità di lavoro in équipe, in cui tutti sono pienamente valorizzati dal rispetto dei differenti ruoli.

Poiché parte importante dei doveri del personale medico sanitario è costituita dal prestare aiuto materiale e morale al malato, che vede aggiungersi al dolore fisico il disagio psicologico della lontananza dalle persone care, della preoccupazione per i familiari e, nel caso degli anziani, della solitudine, spetta all’infermiera, per la sua vicinanza al paziente, il compito di prodigarsi con tutti i mezzi tecnici e di solidarietà umana che possiede, aiutando il malato a conferire un senso alla propria sofferenza e ad impedire così che il dolore si trasformi in disperazione.

Il cristiano non può dimenticare che il dolore è un mezzo di redenzione; il medico e l’infermiera cristiana si adopereranno per aiutare il paziente ad affrontarlo con spirito di speranza e, mentre impiegheranno tutti i mezzi disponibili per alleviarne le sofferenze, lo aiuteranno a scoprire la verità espressa dal Beato Josemaría Escrivá con queste parole: «Benedetto sia il dolore. — Amato sia il dolore. — Santificato sia il dolore... Glorificato sia il dolore!» (Cammino, n. 208).

Romana, n. 17, Luglio-Dicembre 1993, p. 282-283.

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