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Tra le popolazioni dell’Europa centro-orientale

I recenti cambiamenti verificatisi nell’Europa centro-orientale hanno contribuito ad intensificare i rapporti fra l’Est e l’Ovest europeo. Molti giovani appartenenti alla Prelatura hanno approfittato dei periodi di vacanza per recarsi con i propri amici nei Paesi dell’Est, dando vita a svariate attività di carattere sociale. Contribuendo in qualche misura a sovvenire alle necessità materiali di quelle popolazioni, essi hanno al contempo tratto indubbi benefici dal loro esempio nella pratica di virtù che, purtroppo, le nazioni economicamente più sviluppate, sotto l’influsso del consumismo e dell’edonismo, hanno talvolta smarrito.


Nell’Albania settentrionale, a circa 80 km. da Tirana, sorge l’agglomerato urbano di Gurz, sprovvisto di strutture viarie, idrauliche, fognarie, ecc. Un gruppo di venti volontari siciliani vi si è recato nello scorso mese di agosto, per un intervento di carattere sociale a beneficio dei tremila abitanti.

È stato aperto un ambulatorio medico, dotato di medicine e materiale sanitario portato dall’Italia, cui si sono rivolti molti pazienti, giunti anche dai paesi vicini.

Una squadra di volontari ha svolto lavori di pubblica utilità, come l’installazione di un’autoclave e la riparazione del tetto di un edificio. Inoltre è stato attivato un programma di promozione agro-alimentare, consistente in lezioni pratiche sulla produzione del formaggio. Affollatissime lezioni d’italiano e esercitazioni di disegno hanno occupato il tempo dei numerosi bambini di Gurz.

Un sacerdote ha celebrato la Santa Messa tutti i giorni, alla presenza della quasi totalità degli abitanti del paese, giovani e anziani, nei quali era ancora vivo il ricordo delle persecuzioni sopportate per tanti anni (nel 1971, sul piazzale della chiesa, venne martirizzato il parroco). Durante il campo di lavoro sono stati amministrati dieci battesimi.

Il lavoro dei volontari ha lasciato una traccia tangibile: la disponibilità e l’allegria nel compiere il lavoro, l’impegno con cui hanno saputo rispettare gli usi e hanno coinvolto gli abitanti del luogo in un’opera di comune utilità, tutto questo ha destato la gratitudine dei locali, che si sono detti ammirati della testimonianza di cristiana solidarietà offerta dagli universitari siciliani.


Durante due settimane del mese di agosto un gruppo di studentesse della Residenza Müngersdorf di Colonia ha dato vita ad un’attività sociale presso un Kindergarten di Vilnius, capitale della Lituania. Il lavoro consisteva nel coadiuvare le maestre in uno specifico programma educativo. Dalla Germania avevano portato del materiale didattico non reperibile in Lituania. Le giovani hanno inoltre impartito lezioni di tedesco al personale dell’asilo.

Un incontro di tre settimane tra universitari tedeschi e lituani è stato organizzato a Vilnius dalla Residenza Maarhof, di Colonia. Oltre alla trattazione di argomenti accademici, in diverse sessioni è stato affrontato lo studio del nuovo Catechismo della Chiesa Cattolica e sono state tenute anche riunione di formazione ascetica.

Alcune universitarie statunitensi e finlandesi hanno allestito due corsi intensivi di inglese per liceali lituane. Il programma, promosso dallo Elms University Center di Chicago, si è svolto nella località di Panevezys. Oltre alle lezioni e alle conversazioni in lingua inglese, sono state tenute attività volontarie di formazione dottrinale e spirituale.


Nel mese di luglio un gruppo di ragazze spagnole si è recato a Rychnov, cittadina situata nei pressi della capitale della Repubblica Ceca, per distribuire prodotti alimentari e medicinali. Inoltre hanno eseguito diversi lavori, come la pulizia dei giardini pubblici, opere di manutenzione in due scuole ed in due chiese da riaprire al culto. Nel tempo libero le studentesse hanno prestato assistenza ai pazienti ricoverati in un centro per ritardati mentali e organizzato attività ricreative per i bambini di un orfanotrofio.

Un’iniziativa analoga si è svolta a Hradec Kralove, a 250 chilometri da Praga, dove altre centoventi studentesse spagnole hanno compiuto lavori di riadattamento di una chiesa e di pulizia nella cucina di un ospedale.


Durante il mese di agosto, alcune giovani della Prelatura hanno partecipato a Bratislava all’ormai collaudato corso per l’insegnamento dell’inglese ad universitarie e lavoratrici della Slovacchia. L’iniziativa è stata curata dalla Dawliffe Hall Educational Foundation, di Londra; la preparazione delle insegnanti, che provengono da diverse università britanniche e possiedono un’adeguata conoscenza del TEFL (Teaching English as a Foreign Language), si articola in una serie di sessioni settimanali durante l’intero anno accademico, al termine delle quali vengono svolti brevi stages di formazione più intensa cui partecipano le insegnanti selezionate.

Il progetto consiste in un corso intensivo di tre ore quotidiane di lezioni, seguite da altre attività: conversazione in inglese, musica, visite culturali ed iniziative di carattere sociale.

Gli obiettivi del corso sono due: da una parte, consentire alle studentesse slovacche di approfondire la conoscenza dell’inglese e di elevare così la propria qualificazione professionale, evitando la spesa, insostenibile date le condizioni economiche del Paese, di un viaggio all’estero; dall’altra, attraverso il contatto con persone di diversa nazionalità e cultura, cementare i vincoli di amicizia e di stima fra i popoli dell’Europa ed aiutare i Paesi dell’Est a sperimentare la forza dell’ideale cristiano della solidarietà.

Un’iniziativa parallela è stata condotta da alcune universitarie austriache, che per venti giorni hanno impartito lezioni di tedesco ad un gruppo di sessanta giovani di Bratislava.


Il Club Nord, di Friburgo, e la Residenza Universitaria Sonnegg, di Zurigo, hanno organizzato nel mese di luglio due corsi di lingue straniere a Budapest. Infatti in Ungheria, dopo molti anni di quasi isolamento dal resto dell’Europa, molti giovani avvertono la necessità di imparare le lingue quali veicoli di comunicazione e di cultura.

Le universitarie svizzere hanno tenuto corsi di tedesco e di francese ad un gruppo di studentesse e di impiegate ungheresi, prestando nel tempo libero opera di assistenza in un ospizio per anziani di Budapest.

Attualmente è in fase di programmazione un’analogo corso per l’anno prossimo.


Iniziative di solidarietà sono state promosse anche nei restanti Paesi dell’Europa Centro-Orientale, venendo incontro alle esigenze della popolazione. Ne citiamo solo alcune.

In Romania, alcuni alunni dell’Università di Navarra hanno collaborato alla costruzione di un centro d’accoglienza per orfani a Sarata Bai, località ubicata a circa 500 chilometri da Bucarest. Altri studenti, provenienti dalla Residenza Universitaria Castilla e dal Centro Universitario Gurtubay, di Madrid, hanno contribuito all’edificazione di un ospedale nella città di Barticesti.

In Polonia, gruppi di universitari spagnoli hanno eseguito lavori di adattamento del terreno in vista della costruzione di un ospizio per anziani a Zalesnie Gorne, a 20 km. da Varsavia, ed hanno collaborato ad attivare il centro culturale Pomorze, a Stettino, che attualmente ospita cinquanta universitari e lavoratori.

Il Centro Culturale Geidorf, di Graz (Austria), ha promosso attività a beneficio delle popolazioni della Croazia. Le universitarie di Geidorf hanno effettuato viaggi per distribuire alla popolazione locale alimenti, vestiario ed altri prodotti. Inoltre, con la collaborazione di ragazze del posto, hanno organizzato attività ricreative per i bambini di un orfanotrofio, e hanno assistito numerose famiglie di profughi.

A Spalato, alunni di diverse Facoltà dell’Università di Navarra hanno svolto un’attività di assistenza a favore dei paralitici e dei cerebrolesi degenti nell’ospedale cittadino.

Anche l’Associazione Culturale Lendel, di Palencia (Spagna), ha attivato un progetto di cooperazione a beneficio dei profughi di Spalato. Sono stati raccolti generi alimentari e medicine, offerti da esercizi commerciali o acquistati con i proventi di un concerto di musica rock, organizzato allo scopo di racimolare fondi.

Romana, n. 17, Luglio-Dicembre 1993, p. 287-291.

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