Discorso ai partecipanti alla X Assemblea Plenaria del Pontificio Consiglio per la Famiglia (30-I-1993).
Signori Cardinali, Arcivescovi, Vescovi Membri del Comitato di Presidenza, gentili Coppie di sposi, Membri del Pontificio Consiglio per la Famiglia!
1. È per me motivo di gioia incontrarvi a conclusione della Assemblea Plenaria, con la quale avete voluto incominciare questo nuovo anno di attività. A tutti rivolgo il mio saluto deferente e cordiale, con un pensiero di particolare gratitudine al Signor Card. Alfonso López Trujillo, che ha nobilmente espresso i comuni sentimenti, esponendo in rapida sintesi lo svolgimento dei vostri lavori e sottolineando il compito di servizio alla famiglia ed alla vita, a cui il Pontificio Consiglio è per finalità istituzionale impegnato.
Il tema, su cui avete deciso di riflettere, «Le strutture diocesane di pastorale familiare», riveste uno speciale interesse, anche perché è ormai vicino l'Anno Internazionale della Famiglia, che sarà celebrato nel 1994.
Voi ben conoscete come la pastorale della famiglia e della vita occupi un ruolo di privilegio nella Chiesa e nel ministero del Vicario di Cristo, soprattutto nell'odierno contesto sociale. Anche oggi, infatti, tanto l'una quanto l'altra realtà è sottoposta ad attacchi particolarmente insidiosi, provenienti a volte da quelle stesse istanze da cui sarebbe legittimo attendersi protezione e sostegno. Non mancano tuttavia, singolari segnali di speranza, come quello offerto dalla vicenda che, in questi giorni, va suscitando vasta eco nell'opinione pubblica: una madre, un padre, un figlio —una famiglia, appunto—, che si sono trovati stretti in un commovente patto d'amore, perché ad un nuovo essere umano non fosse precluso l'accesso alla vita.
Giustamente, pertanto, oggi molto si insiste sul posto centrale che alla pastorale familiare deve essere riservato nella programmazione delle attività delle Diocesi e delle Conferenze Episcopali. L'evangelizzazione infatti passa necessariamente attraverso la famiglia che è, a sua volta, oggetto e soggetto dell'annuncio del Vangelo. «Nella misura in cui la famiglia cristiana accoglie il Vangelo e matura nella fede diventa comunità evangelizzante» (FC, 52). La forza e la stabilità del tessuto familiare rappresentano condizioni propizie per la salute della Comunità cristiana e dell'intera società.
2. I problemi stessi, che il matrimonio e la famiglia incontrano, stimolano la creatività di chi si occupa della pastorale familiare, cuore dell'evangelizzazione.
Ho avuto modo di ricordarlo nell'incontro con i Vescovi incaricati delle Commissioni di Pastorale Familiare dell'Africa, riuniti presso il Pontificio Consiglio per la Famiglia, dal 28 settembre al 2 ottobre 1992. Pur fiduciosi nell'azione dello Spirito, anima e guida della Chiesa, le Diocesi, le parrocchie, ed i movimenti apostolici non possono non preoccuparsi di predisporre strutture adatte ad assicurare risposte adeguate alle attuali sfide che concernono l'istituto della famiglia.
«Ogni Chiesa locale —scrivevo nell'Esortazione Apostolica Familiaris consortio— e, in termini più particolari, ogni comunità parrocchiale deve prendere più viva coscienza della grazia e della responsabilità che riceve dal Signore in ordine a promuovere la pastorale della famiglia. Ogni piano di pastorale organica, ad ogni livello, non deve mai prescindere dal prendere in considerazione la pastorale della famiglia» (n. 70).
Sarebbe utile ed opportuno che, nelle Conferenze Episcopali, le Commissioni per la Famiglia assumessero compiti simili a quelli che la Costituzione Apostolica Pastor Bonus ha indicato per il vostro Pontificio Consiglio (cf. nn. 139_141), con competenze pastorali specifiche a servizio della famiglia, santuario della vita. Ciò consentirebbe un rapporto più articolato all'interno delle stesse Conferenze Episcopali e con le singole Comunità diocesane.
Nelle Diocesi, poi, sarebbe importante costituire, a seconda delle circostanze e delle possibilità —diverse sono infatti le esigenze della pastorale urbana rispetto a quella rurale— efficienti organi di coordinamento, sì da rafforzare, sotto l'attiva e stimolante azione dei Vescovi, l'insieme del corpo ecclesiale, seguendo le linee tracciate dalla Familiaris consortio e tenendo in debito conto la ricchezza profetica dell'Enciclica Humanae vitæ, come pure gli orientamenti della «Carta» della Santa Sede sui Diritti della Famiglia. Il Vangelo della speranza potrebbe così arrivare abbondantemente alle «chiese domestiche» e, grazie ad una nuova e coraggiosa evangelizzazione che vede la famiglia protagonista dell'annuncio evangelico, irrorare di sangue nuovo tutto il tessuto sociale.
3. Impegno primario, pertanto, è formare la famiglia perché sia soggetto responsabile e qualificato dell'azione evangelizzatrice. Uno strumento provvidenziale per tale opera, che conduce i membri della famiglia a crescere nella conoscenza della fede (cf. Catechesi tradendae, 68), è rappresentato anche dal nuovo «Catechismo della Chiesa Cattolica», a partire dal quale sarà più agevole realizzare l'auspicato «Catechismo per le famiglie», un testo chiaro, breve e facile da assimilare. I genitori potranno servirsene nel loro ministero educativo che, «in quanto radicato e derivato dall'unica missione della Chiesa ed in quanto ordinato all'edificazione dell'unico Corpo di Cristo», «deve restare in intima comunione e deve responsabilmente armonizzarsi con tutti gli altri servizi di evangelizzazione e di catechesi, presenti e operanti nella comunità ecclesiale, sia diocesana sia parrocchiale» (FC, 53).
La famiglia va inoltre aiutata ad inserirsi nella vita liturgica, la cui manifestazione più alta e più piena è l'Eucaristia, e a scoprire sempre maggiormente il valore e l'importanza della preghiera familiare.
La spiritualità della coppia, indispensabile per vivere appieno la missione evangelizzatrice tipica della famiglia, trae alimento dalla Parola di Dio, interiorizzata sull'esempio della Madre dell'Emmanuele, la quale «conservava tutte queste cose meditandole in cuor suo» (Lc 2, 19).
Vorrei qui far cenno a significative esperienze di gruppi di famiglie che si riuniscono tra di loro per maturare nella fede, pregare insieme e alla luce dei valori evangelici, valutare modalità e strumenti operativi al fine di intervenire responsabilmente in talune situazioni a rischio, connesse con l'accoglienza della vita umana. Si potrebbero, pure, opportunamente menzionare avviati centri di sostegno alla vita umana, iniziative di aiuto agli anziani e ai malati, gesti di fattivo interesse nei confronti dei più poveri e, specialmente, delle famiglie bisognose, per far sentire loro la solidarietà di quanti sono chiamati a tutelarne i diritti e a promuoverne la dignità (cf. Enc. Centesimus annus, 28).
4. La famiglia deve, dunque, stare al centro delle preoccupazioni di ogni Comunità diocesana, di ogni parrocchia e struttura pastorale sensibile alle esigenze dei nostri tempi. Si tratta di valorizzare attivamente i nuclei familiari nella preparazione al matrimonio, di accompagnare le giovani coppie nel loro iter formativo, di avere a cuore una adeguata pastorale dell'infanzia e della terza età.
Tocca ai Vescovi, primi responsabili dell'attività apostolica nelle Diocesi, provvedere alla qualificazione di quanti più specificamente sono impegnati nell'apostolato familiare. L'Istituto Superiore per lo studio dei problemi della famiglia è sorto presso la Pontificia Università Lateranense con tale intento ed è auspicabile che Centri simili vengano creati in altre parti del mondo per offrire a sacerdoti, religiosi e laici opportunità concrete di formazione, saldamente ancorate alla dottrina cristiana.
5. Il 1994, come già ricordato, sarà l'Anno Internazionale della Famiglia, occasione quanto mai propizia per mettere in evidenza l'identità di un istituto le cui radici affondano nel diritto naturale e per lumeggiarne i compiti e la missione insostituibile.
La Chiesa si prepara a celebrarlo con spirito aperto alla speranza: esso costituirà un tempo provvidenziale per rinnovare l'annuncio del Vangelo della famiglia. Il vostro Pontificio Consiglio è già all'opera perché tale evento di portata mondiale possa recare gli auspicati frutti di sensibilizzazione e di approfondimento dei valori propri dell'istituto familiare.
Evangelizzare la famiglia: ecco ciò che ci sta a cuore, e sono lieto di costatare che nella vostra Assemblea Plenaria, grazie alla collaborazione di molteplici e significativi Movimenti apostolici, avete cercato il modo migliore per far pervenire a tutti i credenti quest'ansia di nuova evangelizzazione. L'Esortazione Apostolica Familiaris consortio, che raccoglie il frutto dei lavori del Sinodo sulla Famiglia, costituisce una preziosa fonte di ispirazione per le raccomandazioni ed i suggerimenti che intendete indirizzare in tale circostanza, alle Conferenze Episcopali, alle singole Chiese locali ed alle forze vive del mondo cattolico.
A dieci anni, poi, dalla pubblicazione della «Carta» della Santa Sede sui Diritti della Famiglia, l'annunciato Anno Internazionale potrà servire a promuovere la conoscenza, l'assimilazione e la pratica attuazione di così fondamentali principi. Consapevoli dei propri diritti, le famiglie potranno far intendere con maggiore autorevolezza la loro voce nelle sedi competenti, dove vengono elaborate le leggi e le politiche familiari.
6. Carissimi Fratelli e Sorelle, il mio auspicio è che la riflessione di questi giorni, nella prospettiva dell'atteso Anno Internazionale, possa suscitare un rinnovato interesse intorno alla famiglia, cellula fondamentale della società e della Chiesa. Grazie al vostro impulso, sono certo che si intensificheranno nelle Diocesi le iniziative di apostolato familiare, guardando con ardore missionario all'ormai prossimo terzo Millennio.
Maria, Vergine e Madre, vi accompagni nel vostro lavoro arduo ed appassionante. Protegga le famiglie cristiane perché siano veramente piccole «chiese domestiche» e santuari della vita.
Con tali voti, che nel mio cuore si trasformano in preghiera, imparto a tutti con affetto la mia Benedizione.
Romana, n. 16, Gennaio-Giugno 1993, p. 18-21.