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Omelia nella Solennità di Pentecoste presso la Parrocchia romana di San Giovanni Battista al Collatino, nella cerimonia di conferimento dei Sacramenti della Cresima e della Prima Comunione (19-V-1991).

Cari fratelli e sorelle, carissimi ragazzi e ragazze che state per ricevere i Sacramenti della Cresima e della Eucaristia,

abbiamo appena sentito con emozione il racconto della Pentecoste che San Luca ci ha trasmesso negli Atti degli Apostoli: mentre gli Apostoli e altri discepoli si trovavano riuniti nel cenacolo intorno a Maria (per la verità, un po' impauriti), venne all'improvviso dal cielo un rombo, come di vento che si abbatte gagliardo, e riempì tutta la casa dove si trovavano. Apparvero loro lingue come di fuoco che si dividevano e si posarono su ciascuno di loro; ed essi furono tutti pieni di Spirito Santo e cominciarono a parlare in altre lingue così come lo Spirito dava loro il potere di esprimersi[1]. Anche noi fra poco, mentre celebriamo l'evento della Pentecoste, assisteremo a una effusione tutta particolare dello Spirito Santo nell'anima dei cresimandi e, in qualche modo, anche nell'anima di tutti noi, specialmente di chi si accosterà alla Santa Comunione. Disponiamo la nostra anima a un momento così importante rendendo grazie al Dio Onnipotente che vuole stabilire la sua dimora nei nostri poveri cuori.

Voglio innanzitutto ringraziare il vostro parroco, il mio carissimo don Francesco, che mi ha rivolto l'invito di venire ancora una volta tra voi, in questo quartiere per il quale tanto pregò il Fondatore dell'Opus Dei e io stesso tanto prego. E' sempre motivo di grande gioia e di gratitudine al Signore potermi recare in questa chiesa e in queste opere apostoliche che mi stanno così a cuore. L'ultimo nostro incontro risale al 7 dicembre 1989 in occasione della novena dell'Immacolata: questa volta ritorno nella solennità del suo Divino Sposo, lo Spirito Santo.

E' dallo Spirito Santo, infatti, che riceviamo tutte le grazie, come abbiamo ascoltato nella proclamazione del Vangelo; e abbiamo anche sentito come San Paolo teneva a precisare che se un cristiano riesce a fare delle opere buone è perché il Divino Paraclito lo spinge dal di dentro: il frutto dello Spirito, egli dice, è amore, gioia, pace, pazienza, benevolenza, bontà, fedeltà, mitezza, dominio di sé[2]. Sentite cosa scrisse tanti secoli fa San Basilio, uno dei Padri della Chiesa che più approfonditamente ha trattato sullo Spirito Santo: "Per Lui i cuori si elevano in alto, i deboli vengono condotti per mano, i forti giungono alla perfezione. Egli risplende su coloro che si sono purificati da ogni bruttura e li rende spirituali (...). E come i corpi molto trasparenti e nitidi al contatto di un raggio diventano anch'essi molto luminosi ed emanano da sé nuovo bagliore, così le anime che hanno in sé lo Spirito e che sono illuminate dallo Spirito diventano anch'esse sante e riflettono la grazia sugli altri"[3].

Ma purtroppo succede spessissimo che i cristiani non si rendono conto di quanto devono a quest'azione invisibile del Paraclito e, pur trattandosi dell'Autore della nostra santità, l'invocazione alla Terza Persona della Trinità Beatissima è fin troppo rara nelle preghiere del cristiano. Addolorato di questa situazione, il Venerabile Josemaría Escrivá chiamava lo Spirito Santo il Grande Sconosciuto e dell'invito a frequentarlo fece un motivo ricorrente di predicazione. "Coltiva l'intimità con lo Spirito Santo —scrive su Cammino— perché è Lui che ti deve santificare. —Il Paraclito è nel centro della tua anima: ascoltalo e segui docilmente le sue ispirazioni"[4]. Una docilità che fu il nerbo della sua intera vita. Ecco cosa scrisse nel 1934 e riuscì poi a mantenere fino al momento del suo transito al cielo: "Vieni, oh Santo Spirito! Purifica il mio intelletto per conoscere i tuoi comandi; fortifica il mio cuore contro le insidie del nemico; infiamma la mia volontà... Ho udito la tua voce e non voglio indurirmi e resistere dicendo: dopo..., domani. Nunc coepi! Adesso!, non sia mai che il domani mi venga a mancare"[5]..

Noi possiamo dire qualcosa di simile con le parole della bellissima, antica sequenza: Vieni, Santo Spirito, manda a noi dal cielo un raggio della tua luce...[6]. Sono frasi che, imparate a memoria, possono alimentare quel dialogo con lo Spirito Santo che vi invito a mantenere durante la giornata. Vieni, Santo Spirito, rinnova i cuori degli uomini, distruggi l'uomo vecchio, quel peccatore che tutti ci portiamo dentro, allontana da noi la superbia, la pigrizia, l'invidia, la lussuria, l'ira, ed edifica in noi l'uomo nuovo simile a Cristo per la grazia.

Mi rivolgo ora ai giovani della parrocchia che si sono ben preparati a ricevere il dono dello Spirito Santo nel Sacramento della Confermazione. Vorrei ricordarvi che duemila anni fa, nel giorno della Pentecoste, la Chiesa ha dato inizio all'evangelizzazione, quella proclamazione della buona novella di Cristo che si perpetua ininterrottamente, nel tempo e nello spazio, secondo il mandato imperativo rivolto dal Signore ai suoi discepoli: Andate in tutto il mondo e predicate il Vangelo ad ogni creatura[7]. Questo vi impegna, cari ragazzi. D'ora in poi dovrete ritenere rivolte a voi queste parole del Signore e vi dovrete sentire chiamati alla precisa responsabilità di essere testimoni e apostoli di Cristo. Dopo avere ricevuto il Sacramento, avrete per tale missione tutto l'aiuto dello Spirito Santo. Nel corso di una recente udienza ai pellegrini convenuti in Roma da ogni parte del mondo, il Papa così si esprimeva: "Lo Spirito Santo è stato luce e Maestro interiore per gli Apostoli che dovevano conoscere Cristo in profondità per poter assolvere il compito di suoi evangelizzatori. Lo è stato e lo è per la Chiesa, e, nella Chiesa, per i credenti di tutte le generazioni"[8].

Non lo dimentichiate, cari giovani: Gesù conta su di voi! Il Signore è alla ricerca di cuori giovani, puliti, generosi, disposti a dargli una mano. Pensate bene ai vostri amici: siete contenti quando loro hanno bisogno di voi, vi sentite importanti. Molto più importanti siete per Gesù, che vi ama tanto e vi chiede un aiuto. La Confermazione è proprio il dono della forza dello Spirito Santo per poter dire ai vostri amici che siete cristiani, amici di Gesù, senza vergognarvene, anzi: ben contenti, liberi e con forte personalità. Sappiate dire di no con un sorriso e con tanta fermezza a chi vi propone cose non convenienti, ma soprattutto coltivate nel vostro cuore il desiderio di fare del bene, tanto bene! Lasciatevi conquistare dall'ideale di aiutare Gesù a rendere migliore il mondo.

Un saluto e un augurio particolarmente affettuoso a voi bambini che ricevete oggi per la prima volta il Signore nel Sacramento dell'Eucarestia. Vi auguro che questo primo incontro con Gesù vi procuri la più grande gioia e sia l'inizio di una vera e profonda amicizia con Lui. Vedete, domenica scorsa si è compiuto un altro anniversario della mia Prima Comunione, e in tutto questo tempo Lui e io siamo rimasti grandi amici. Volete che vi dica come fare? Parlare con Lui, con parole vostre e con le preghiere, accostarvi frequentemente —se possibile, ogni settimana— alla confessione, e soprattutto riceverlo molto spesso nell'Eucaristia.

Vorrei aggiungere una parola per voi genitori, come anche per i padrini, i catechisti e per quanti avete il compito di educare nella fede questi bambini e questi giovani. Vorrei ricordarvi che l'arrivo al Sacramento non è tanto un traguardo quanto l'inizio di una nuova tappa nel processo d'identificazione con Cristo che interessa ogni cristiano. In questo senso è una sfida e anche un impegno per voi, che dovete accompagnarli e formarli nel difficile ma entusiasmante periodo della giovinezza. Ve lo chiede il Signore stesso attraverso la sua Chiesa.

La Chiesa! Come si vede —vorrei dire si tocca— la Chiesa di Dio in occasione di queste celebrazioni sacramentali! Chiedete al Signore che tutti i cattolici si sentano sempre membri vivi della Chiesa. Amate i vostri pastori. In particolare vi chiedo di essere sempre molto uniti al pro-vicario del Papa, il caro Mons. Camillo Ruini, sulle cui spalle grava il peso di aiutare il Papa nella Sua funzione di Vescovo di Roma. Ricordatevi anche nelle vostre preghiere del cammino sinodale che la diocesi sta percorrendo: il Signore attende molti frutti da queste riflessioni. E in fine implorate tante vocazioni, poiché la messe, anche a Roma, è molta e gli operai sono insufficienti. Chissà che tra questi ragazzi il Signore non voglia suscitare delle salde e generose vocazioni al servizio dell'evangelizzazione.

A tutti, cresimandi e comunicandi, dico: avete la fortuna di ricevere i doni della Cresima e della Comunione nel bel mezzo del mese dedicato a Maria. Invocatela per accostarvi a ricevere con frutto questi sacramenti; imitatela nella sua fedeltà a Dio, nelle sue virtù; ricorrete sempre a Lei con fiducia, trattatela con tenerezza di figli. Ella vi proteggerà e vi preparerà un cammino sicuro affinché tutti i propositi e le speranze di questo giorno abbiano a realizzarsi per il vostro bene e per quello di tutta la Chiesa. Così sia!

[1] At 2, 2-4.

[2] Gal 5, 22.

[3] San Basilio, De Spirito Sancto, 9, 23, PG 32, 110.

[4] Josemaría Escrivá, Cammino, n. 57.

[5] Josemaría Escrivá, Appunto manoscritto, aprile 1934.

[6] Sequenza della Messa di Pentecoste.

[7] Mc 16, 15.

[8] Giovanni Paolo II, Alloc., 24-IV-1991.

Romana, n. 12, Gennaio-Giugno 1991, p. 136-138.

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