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II Congresso Internazionale di Teologia Morale

Nei giorni 9, 10 e 11 novembre si è svolto a Roma il II Congresso Internazionale di Teologia Morale, promosso e organizzato congiuntamente dall'Istituto Giovanni Paolo II per gli studi su Matrimonio e Famiglia della Pontificia Università Lateranense, e dal Centro Accademico Romano della Santa Croce. Sabato 12, al termine dei lavori, i partecipanti al simposio sono stati ricevuti in udienza dal Santo Padre, che ha rivolto loro un'allocuzione pubblicata integralmente in questo stesso numero di Romana.

-Humanae vitae: 20 anni dopo-, questo l'argomento proposto ai circa quattrocento convenuti, tra cui teologi, filosofi, antropologi e genetisti, i cui interventi hanno messo in luce, secondo un'espressione di Giovanni Paolo II, -la ricchezza di verità, ed anzi il valore illuminante e quasi profetico, dell'Enciclica paolina-.

Nei giorni precedenti il Congresso, il Pontificio Consiglio per la Famiglia aveva indetto nell'Urbe un convegno cui hanno partecipato, in rappresentanza delle Conferenze Episcopali di tutto il mondo, i Vescovi responsabili della pastorale familiare nei rispettivi Paesi. -Questa non casuale coincidenza- —sono parole del Santo Padre— è venuta a ribadire -l'importanza della collaborazione tra i Pastori e i teologi e, più in generale, tra i Pastori e il mondo della scienza, al fine di assicurare un sostegno efficace e adeguato agli sposi impegnati a realizzare nella loro vita il progetto divino sul matrimonio-.

In apertura del Congresso, il Card. Ugo Poletti, Vicario del Papa per la diocesi di Roma, ha sottolineato che -tutti i cristiani e gli uomini di buona volontà dovrebbero essere lieti di difendere e di diffondere con l'aiuto della grazia di Dio che sostiene ogni possibile debolezza umana- la dottrina contenuta nella Humanae vitae.

La prima sessione dei lavori si è imperniata sulla relazione del Prof. William May, teologo dell'Università Cattolica di Washington, che ha parlato su -Natura, fondazione e conoscenza della legge morale alla luce della problematica sollevata dalla Humanae vitae-, sostenendo che l'idea di legge morale attorno alla quale ruota l'Enciclica esclude espressamente la possibilità di scegliere liberamente il male per raggiungere il bene. Il filosofo zurighese Martin Rhonheimer ha svolto una rigorosa fondazione filosofica delle norme etiche contenute nella Humanae vitae, dimostrando che la contraccezione conduce a comportamenti incompatibili con l'immagine di Dio nell'uomo e dunque radicalmente impossibilitati a raggiungere ciò che l'amore matrimoniale è essenzialmente chiamato a realizzare: vale a dire, la cooperazione degli sposi con l'amore di Dio, creativo e donatore di vita. Il Rev. Prof. José M. Ibáñez Langlois, membro della Commissione Teologica Internazionale, ha concluso la mattinata illustrando le argomentazioni teologiche su cui si basa la dottrina della Humanae vitae.

La sessione pomeridiana della giornata inaugurale, presieduta dal Prof. Ignacio Carrasco de Paula, Direttore Generale del Centro Accademico Romano della Santa Croce, è stata aperta dalla relazione del Prof. Fernando Ocáriz su -La competenza del Magistero "in moribus"- ed è proseguita con l'intervento del Prof. Lino Ciccone, C. M. su -Interpretazione e approfondimento della Humanae vitae nel Magistero successivo-. I congressisti hanno quindi assistito alla lezione inaugurale dell'Anno Accademico della Pontificia Università Lateranense, tenuta da Mons. Carlo Caffarra, preside del Pontificio Istituto Giovanni Paolo II. -L'Humanae vitae —egli ha affermato— costituisce uno dei momenti più intensi del Magistero della Chiesa: perché difende il punto d'incontro di Dio con l'uomo, nell'affermazione della Gloria di Dio e della suprema dignità della persona umana, chiamata a realizzare se stessa nell'auto-donazione-.

La seconda giornata è stata aperta dall'intervento di Mons. Alvaro del Portillo, Prelato dell'Opus Dei e Gran Cancelliere del Centro Accademico Romano della Santa Croce, che, esaminando i rapporti fra coscienza e Magistero, ha osservato fra l'altro: -La coscienza morale può errare. Può errare senza colpa, a causa della difficoltà di una situazione o di un problema particolare, e può errare a causa di una colpa o negligenza leggera. Ma l'uomo può anche usare male della coscienza, può essere infedele alla più profonda verità del cuore, può non voler ascoltare la voce di Dio. Può addirittura voler fare della coscienza il tribunale dove vengono giudicate e condannate le "intenzioni di Dio" non conformi ai propri desideri-.

I lavori sono proseguiti con le relazioni del Prof. Ralph McInerny, su -La natura del giudizio di coscienza e i problemi suscitati dalla Humanae vitae-, del Prof. Germain Grisez, che ha posto in relazione il diritto-dovere di seguire il giudizio di coscienza con la verità proclamata dalla Humanae vitae, e del Prof. Ramón García de Haro sul tema -Il rapporto fra verità, autorità e coscienza-.

La sessione pomeridiana è stata incentrata su -L'Humanae vitae di fronte alla svolta antropologica- ed è stata aperta dal Card. Edouard Gagnon, Presidente del Pontificio Consiglio per la Famiglia. Sotto la presidenza del Prof. Emilio Sgreccia, Direttore del Centro di Bioetica dell'Università Cattolica del Sacro Cuore, di Roma, si sono succeduti gli interventi dei professori Lorenzo Albacete, su -La svolta antropologica e lo statuto dell'etica teologica-, Modesto Santos, su -Le scienze positive e l'etica teologica, dopo il dibattito sulla Humanae vitae-, e Leo Scheffczyk, su -Responsabilità e autorità del teologo in campo morale e il dissenso sulla Humanae vitae-.

I contributi dell'ultima giornata hanno illustrato e chiarito le problematiche sfociate nell'Istruzione Donum vitae, pubblicata dalla Congregazione per la Dottrina della Fede. Dopo il discorso d'apertura del Card. William Baum, Prefetto della Congregazione per l'Educazione Cattolica, la Prof.ssa Natalia López Moratalla, Vice-Rettore dell'Università di Navarra, ha dato la parola al Prof. Albert Chapelle, S.I., che ha preso in esame i rapporti di continuità e di progresso tra gli insegnamenti dell'Humanae vitae e le prospettive della Donum vitae. I professori Joseph Santamaría e Bartholomew Kiely, S.I., si sono poi soffermati sulla sterilità e sulla contraccezione, mettendone a fuoco gli aspetti biomedici, etici e antropologici.

La sessione conclusiva, in cui ha fatto da chairman il Prof. Carl Anderson, Vice-Preside dell'American Campus del Pontificio Istituto Giovanni Paolo II, è stata dedicata ai problemi di maggiore attualità scientifica. Il Prof. Albert Moraczewski ha fissato lo statuto giuridico, ontologico ed etico della vita nascente; la terapia, la sperimentazione e la manipolazione dell'embrione umano sono state affrontate dal Prof. Jerôme Lejeune nei loro aspetti più propriamente biologici, mentre il Prof. Benedict Ashley ne ha approfondito le implicazioni etiche ed antropologiche.

La giornata conclusiva del Congresso ha visto anche la fondazione della Societas ethica internationalis che si propone di sostenere e integrare gli sforzi di teologi e uomini di scienza impegnati nell'approfondimento delle frontiere più cruciali della morale, in conformità con le direttive del Magistero della Chiesa.

Romana, n. 7, Luglio-Dicembre 1988, p. 318-320.

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