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In breve

Amsterdam (Olanda)

Il Club de Borcht riapre le porte

Con più di quarant’anni di vita alle spalle, il Club de Borcht ha riaperto le porte. Dalla an-tica sede in via van Breestraat si è trasferito in via Jacob Obrechtstraat, dove ha ripreso le attività dopo un anno di lavori.

Per questo motivo è stata celebrata per le famiglie una Messa di ringraziamento nella vi-cina chiesa di Nostra Signora del Rosario. A seguire, un ricevimento durante il quale le ra-gazze del Club hanno presentato in power point le attività alle quali partecipano (viaggi, corsi, volontariato, ecc.) e hanno spiegato, con citazioni di San Josemaría, in che modo lo spirito dell’Opus Dei anima il lavoro formativo che vi si compie.

Bogotà (Colombia)

“Dal Concilio Vaticano II alla nuova evangelizzazione”

Il Dipartimento di Dottrina ed Ecumenismo della Conferenza Episcopale della Colombia, in collaborazione con il Dipartimento di Teologia dell’Università de La Sabana, ha organizzato la 18ª edizione del Corso di Attualizzazione Teologica.

L’incontro ha avuto luogo nella sede della Conferenza Episcopale dal 10 al 13 luglio. Hanno partecipato oltre cento fra sacerdoti, diaconi e seminaristi, provenienti da diverse Di-ocesi del Paese: Bogotà, Medellín, Manizales, Ibagué, Cali, Villavicencio, Valledupar, Santa Marta, Yopal.

Juan Luis Lorda e Juan Alonso, docenti all’Università di Navarra, hanno sottolineato che nel 2005, “un anno cruciale e un punto di partenza”, la Chiesa Cattolica non solo ha celebrato i quarant’anni della chiusura dell’ultimo Concilio, ma ha anche vissuto la fine del pontificato di Giovanni Paolo II e l’inizio di quello di Benedetto XVI. Hanno insistito sul fatto che i due pontificati sono marcati dal progetto del Concilio di ottenere una nuova evangelizza-zione del mondo moderno, partendo da una Chiesa rinnovata nei suoi aspetti fondamentali. In questo contesto, hanno dissertato anche sull’importanza dell’itinerario personale di conversione del cristiano, come di una maniera concreta di personalizzare i concetti del Concilio che il nuovo Pontefice — come il suo predecessore — vuole mettere in primo piano.

Colonia (Germania)

Il lavoro come arricchimento spirituale

Dal 15 al 17 dicembre, nel Centro conferenze Haus Hardtberg, nei pressi di Colonia, si sono riuniti quindici professionisti di diverse aziende per dibattere intorno a casi pratici della dottrina sociale della Chiesa. Hanno anche ricevuto alcune lezioni sulla dimensione trascendente dell’uomo, sulla persona come punto di partenza per comprendere la natura sociale dell’essere umano, sulla giustizia e sulla solidarietà. Il Compendio della Dottrina Sociale della Chiesa, che è stato pubblicato quest’anno anche in tedesco, è stato il testo-base delle sessioni teoriche.

I partecipanti, giovani ai primi anni di professione, si sono mostrati desiderosi di apprendere una concezione non materialista dell’uomo e hanno avuto conferma della convinzione secondo la quale, al di là del mero esercizio di una occupazione, il lavoro contribuisce alla crescita morale della persona.

Le conversazioni pratiche sono state impartite da professionisti esperti e hanno toccato tre temi: “La tentazione della corruzione”, “L’amore per la verità nella consulenza aziendale” e “Il rapporto fra la giustizia e il risanamento di un’azienda in fallimento”. A ogni conversazione seguiva sempre un vivace dibattito, con domande molto pratiche e molto personali.

Una cosa molto gradita ai partecipanti è stata la possibilità di poter conoscere colleghi con gli stessi interessi e lo stesso desiderio di contribuire al bene attraverso il proprio lavoro, contribuendo così a evitare ciò che Giovanni Paolo II ha chiamato “le strutture di peccato”.

Dublino (Irlanda)

Can do, Can U?: un seminario sul volontariato per universitarie

Le residenze universitarie Glenard a Dublino e Ros Geal a Galway hanno organizzato il seminario “Can do, Can U?” sul volontariato. Studentesse dell’Irlanda, del Regno Unito, de-gli Stati Uniti, della Corea del Sud, dell’Olanda e di altri Paesi hanno assistito a conferenze sull’Africa, sull’Aids e su altri temi di attualità, con la possibilità di scambiare esperienze nel campo della solidarietà.

Angelina Kakooza, medico ugandese, ha spiegato come si sta combattendo l’Aids nel suo Paese. Melanie Verwoerd, ex ambasciatrice del Sud Africa in Irlanda, ha detto che il volon-tariato è un banco di prova unico per aprire orizzonti insospettati nella vita e poter riflettere sulla realtà.

Per Manon Van Alphen, intervenuta al seminario a capo di un gruppo di universitarie o-landesi, una delle sessioni più interessanti del seminario è stata quella di Gobnait O’ Grái-daigh sulle qualità necessarie per fare volontariato. “Prima di lavorare con un gruppo — ha affermato Manon — è importante conoscere i tuoi talenti personali e le tue limitazioni; altrimenti potresti rimanere delusa facilmente dalla differenza fra la teoria e la pratica del volon-tariato”.

El Crucero (Nicaragua)

Occhiali per cinquecento indigeni

Dal 2000 l’Associazione Almudí di Valencia (Spagna) organizza visite in Nicaragua per svolgere varie iniziative di solidarietà. Vi partecipano universitari, maestri e sacerdoti valenzani. Quest’estate, un gruppo di 25 studenti è andato nel Paese centroamericano con l’intenzione di misurare la vista agli indigeni privi di risorse economiche dei diversi villaggi della foresta interna, come El Crucero, Dulce Nombre o Desenredo. Inoltre hanno dato lezioni di catechismo, hanno svolto corsi di aggiornamento per insegnanti e hanno organizzato un ambulatorio medico.

Alcuni indigeni hanno gravi problemi di vista di cui non sono del tutto coscienti, perché con il passare degli anni vi si sono abituati. “Alcuni — spiega Fernando Cuevas, membro del-la spedizione valenzana — ci hanno raccontato di essersi resi conto di questo loro problema perché vedevano che i loro vicini nei campi raccoglievano i fagioli più rapidamente di loro”.

Kimlea (Kenya)

Kimlea Clinic

Nel 2002 i servizi del Kimlea Clinic — un’attività organizzata dal Fanusi Study Centre in collaborazione con la Facoltà di Medicina dell’Università di Nairobi — sono stati estesi a diversi villaggi non lontani da Kimlea Training Centre, mentre Kianda Foundation ha avviato un progetto per aprire una clinica nell’area di Kimlea. In tal modo si voleva onorare la me-moria di San Josemaría in occasione della sua canonizzazione. I lavori per la costruzione della clinica sono terminati nel maggio del 2006, e poco dopo la clinica stessa ha ricevuto dal Ministero della Sanità l’incarico di aiutare il governo in una campagna di vaccinazione contro la poliomielite e il morbillo, vista la recrudescenza nel Paese di queste due malattie. In tre giorni sono stati vaccinati più di 500 bambini al di sotto dei 5 anni. Oggi la clinica ha in cura una media di 60 pazienti al giorno, provenienti da un raggio di 25 chilometri.

Lismullin (Irlanda)

Nursing Now: un seminario internazionale per infermiere

Secondo alcuni studi, nel 2031, una percentuale fra il 18 e il 21% della popolazione irlandese avrà superato i 65 anni. Le infermiere svolgono un ruolo importante nel sostenere il numero crescente di persone anziane.

Nel seminario “Nursing Now”, che ha avuto luogo a Lismullin il 23 settembre, sono stati presentati diversi progetti di socializzazione ideati da infermiere che accudiscono persone anziane. Fra questi, alcuni coinvolgono persone di tre generazioni, con anziani e bambini della scuola elementare e media che prendono parte insieme a una serie di attività: arte, mu-sica, passeggiate a cavallo, pallanuoto, racconto di favole, ecc.

Il programma del seminario prevedeva anche sessioni di lavoro in piccoli gruppi per stu-diare alcuni casi pratici che avevano una particolare ripercussione etica, oltre alla presentazione di aspetti tecnici per l’assistenza e la valutazione del dolore di un paziente. Al semina-rio hanno partecipato infermiere irlandesi (di Dublino, Meath, Louth, Kildare e Longford), ma anche svizzere, svedesi e inglesi. Alcune, che ricoprono posti di responsabilità in case di riposo per anziani, si sono dichiarate disposte a contribuire all’organizzazione di altri seminari simili in futuro, perché avvertono l’importanza di tenere alto il livello qualitativo nella loro professione.

Londra (Regno Unito)

Celebrating Life

Più di 150 fra medici, ausiliari sanitari e studenti hanno partecipato a una riunione specia-le sull’etica nelle moderne assistenze sanitarie. L’aveva organizzata la Diocesi di Westmin-ster (Londra) in collaborazione con Netherhall House, che ha messo a disposizione i locali. Ha avuto luogo sabato 2 dicembre.

La sessione è stata aperta dal Cardinale Cormac Murphy O’Connor, Arcivescovo di We-stminster. Ha preso poi la parola Philip Howard, docente al St George’s Hospital Medical School e specialista del St Helier/Epsom NHS Trust. Howard ha presentato una analisi dei principi che costituiscono la base degli insegnamenti dell’enciclica Evangelium Vita-e di Giovanni Paolo II. “La dignità umana è la chiave che ci permette di comprendere la nostra meta comune nell’etica medica. Essere persona umana — ha detto Howard — significa essere dotato di alcuni diritti inalienabili, e soprattutto del diritto di esistere”.

Il forum prevedeva un turno di domande, che è stato moderato dalla giornalista Sarah Johnson. Alla luce dei cambiamenti che si stanno introducendo nelle leggi, potranno i medici conservare il diritto all’obiezione di coscienza nei confronti di determinate pratiche? Qual è la differenza fra contraccezione e programmazione familiare naturale? Com’è possi-bile spiegare a un collega che un embrione unicellulare fertilizzato è un essere umano, se la maggioranza dei medici è materialista? Queste alcune delle domande che sono state formulate. Hanno risposto, fra gli altri, una nota dottoressa dell’organizzazione Life, Anne Carus, esperta in NaProtechnology, un sistema di trattamento della subfertilità con mezzi etici, che si è dimostrato efficace nel 50% dei casi; Charlie O’Donnel, specialista in cure intensive; Helen Watt, direttrice del Linacre Centre for Healthcare Ethics.

Nel chiudere il forum, il direttore degli Affari Pastorali della Diocesi di Westminster, Fr. Edmund Adamus, ha dichiarato che la sessione “Celebrating Life” aveva messo in rilievo la necessità di stimolare la ricerca in tutti i campi dell’etica medica: specialmente — ha detto — in quelli che sono in rapporto con l’origine della vita umana.

Manila (Filippine)

Una conversazione del sindaco nel Sarangani Study Center

Il sindaco di Manila, Lito Atienza, l’11 novembre ha parlato al Sarangani Study Center davanti a circa 70 giovani universitari. Atienza, di professione architetto, è ben conosciuto per i suoi progetti di riassetto urbano e per il suo impegno di restaurare e proteggere i luoghi storici della capitale.

Alla conversazione ha fatto seguito un animato dibattito con numerose domande da parte degli studenti. Atienza ha fatto notare la sua netta opposizione ad alcuni progetti di legge contro la vita che sono stati presentati al Congresso e ha sollecitato l’uditorio a partecipare attivamente al dibattito pubblico.

Montevideo (Uruguay)

Il Ministro del Lavoro in visita a Los Pinos

Il Ministro del Lavoro dell’Uruguay, Eduardo Bonomi, si è recato al Centro Educativo Los Pinos in occasione della consegna dei certificati del corso di Operaio Industriale, un programma per i giovani del quartiere Casavalle, svolto da Los Pinos in accordo col Consiglio Nazionale per l’Impiego. Gli alunni sono giovani dai 18 ai 24 anni, ritornati nelle aule dopo molti anni di abbandono scolare.

Dopo una visita alle attrezzature, il Ministro si è rivolto ai neo-diplomati per dar loro tre consigli: “Non arrivare mai in ritardo al lavoro, diventare il miglior lavoratore dell’azienda e rispettare le donne”. Si è anche congratulato per il fatto che 27 dei 37 giovani che avevano terminato il corso avevano già trovato un’occupazione.

Nella stessa cerimonia il Consiglio Nazionale per l’Impiego ha poi consegnato i certificati di riconoscimento alle 26 aziende della zona che prendono i giovani che a metà del corso vogliono fare pratica di lavoro e poi li assumono. Queste aziende, che hanno costituito l’associazione “Le imprese pro Casavalle”, si sono anche impegnate a dare consigli a Los Pinos per stabilire le competenze che devono possedere i futuri lavoratori.

Nairobi (Kenya)

Volontarie europee e africane nella Kihumbuini Primary School

Nell’agosto del 2005 cinquanta ragazze keniane e ugandesi sono andate in Germania per partecipare alla Giornata Mondiale della Gioventù con il Santo Padre Benedetto XVI, tro-vando alloggio nel Mädchengymnasium Jülich. Dopo il viaggio hanno deciso di avviare un progetto sociale di lavoro in Kenya con le alunne e le insegnanti di questa scuola.

Il gruppo tedesco (undici alunne e quattro insegnanti) è atterrato il 31 luglio al Kenyatta International Airport. Ha avuto così inizio un programma molto intenso di pulizia, costruzio-ne e pittura allo scopo di migliorare la vita scolastica degli oltre 1.000 studenti di Kihumbui-ni Primary School, una scuola pubblica comunale di Nairobi. La maggioranza degli alunni proviene da Kangemi, un quartiere limitrofo molto povero.

Kihumbuini riceve ogni trimestre una razione di alimenti (soprattutto legumi) che deve durare per 14 settimane. Mancando i magazzini, la biblioteca veniva utilizzata come deposi-to: nella scuola preferivano l’indisponibilità della biblioteca alla perdita di questo donativo trimestrale. Il gruppo di volontarie ha preso la decisione di costruire un magazzino e restituire la biblioteca al suo uso originario, cosa molto importante perché molti alunni non possono studiare a casa loro per mancanza di luce e di spazio. Sono stati ottenuti i fondi e il materiale da costruzione. Il gruppo, motivato ma inesperto, si è avvalso dell’aiuto di un muratore.

L’ultimo giorno, prima di “consegnare” l’edificio, le giovani tedesche, in rappresentanza del Paese organizzatore del campionato del mondo di calcio 2006, hanno regalato palloni e tenute sportive della squadra tedesca alla squadra di calcio di Kihumbuini. Gli studenti, da parte loro, hanno cantato e recitato poesie per dimostrare la loro gratitudine per il lavoro fatto nella scuola.

Navunibitu (Isole Figi)

Un campo di lavoro nella scuola della missione

Durante il mese di luglio 2006 i volontari di Warrane College (Sydney) e di Glenrowan Study Centre (Auckland) hanno unito i loro sforzi in un campo di lavoro nelle Isole Figi, nella Navunibitu Catholic Mission, situata nella provincia di Ra, a nord di Viti Levu. Per due settimane e mezzo i volontari hanno riparato e dipinto la scuola della missione.

L’edificio consta di otto aule, bagni e sala professori. La copertura è costituita da un tetto metallico ondulato. Prima di cominciare a dipingere, sono stati necessari lavori di manuten-zione straordinaria, fra cui l’installazione di nuove finestre e di nuovi apparecchi sanitari e la sostituzione di alcune sezioni del tetto e delle grondaie. Sono state montate anche le zanzariere alle finestre e scavata una fogna per le tubazioni delle acque nere. Inoltre è stato co-struito un deposito dell’immondizia. È stato anche necessario demolire un vecchio capannone metallico. Infine sono state ridipinte le porte del campo sportivo e l’asta della bandiera.

I cittadini di Navunibitu hanno dimostrato la loro contentezza per il lavoro compiuto. Sono buoni amici degli studenti, poiché si è trattato della loro quarta visita.

Quito (Ecuador)

Un Congresso sui vantaggi dell’educazione differenziata

Il 24 e 25 ottobre si è svolto a Quito un Congresso Internazionale sull’Educazione Differenziata organizzato dalla Scuola Intisana, che in quei giorni festeggiava il quarantesimo anniversario. Hanno preso la parola relatori di Spagna, Uruguay ed Ecuador, ma erano presenti, oltre ai professori e ai genitori, numerosi presidi di scuole di Messico, El Salvador, Colombia, Perù ed Ecuador.

María José Soler, docente di Psichiatria e Psicologia a Montevideo, dopo aver descritto la diversità strutturale, funzionale e ormonale del cervello dell’uomo e della donna, ha sottolineato “l’importanza del fatto che i docenti siano coscienti delle differenze tra i sessi e che non è possibile esigere le stesse cose e in una forma identica a ragazzi e ragazze. I Centri di educazione differenziata offrono la possibilità di una educazione adatta alla psicologia propria di ogni sesso, adeguando le tecniche pedagogiche alle necessità specifiche di ciascuno”.

Josep Maria Barnils, della European Association for Single Sex Education (EASSE), ha riassunto i progressi del movimento per l’educazione separata, sottolineando che si tratta di una causa che in Europa e in America del Nord coinvolge trasversalmente le più diverse cor-renti politiche.

Da parte sua, Fernando Chapresto, della Scuola Torremar di Guayaquil, ha esposto le proprie esperienze in ambito docente, che lo inducono a constatare come nell’educazione differenziata i problemi di indisciplina e di abbandono scolastico registrano una incidenza minore che in quella mista.

Río Grande (Portorico)

Il decimo anniversario di Monteclaro

Il 1° ottobre Monteclaro, scuola alberghiera e di arti gastronomiche con sede a Río Gran-de, ha celebrato nel Teatro delle Belle Arti di Guaynabo i primi dieci anni di funzionamento. Un migliaio di persone, tra alunne, ex alunne, insegnanti, amici e benefattori, hanno partecipato alla cerimonia. Erano presenti il Cardinale Luis Aponte Martínez e Mons. Vicente Ariza Soler, Vicario Regionale della Prelatura dell’Opus Dei in Portorico.

La finalità di Monteclaro, come ha affermato Georgina Piñero Prieto, educatrice, primo Presidente del Consiglio di Direzione dell’istituzione, è quella di “preparare le donne nel campo dell’ospitalità, sottolineando che un lavoro ben fatto, con senso di responsabilità, con il desiderio di superarsi nel servizio agli altri, contribuisce all’edificazione di un mondo più umano, più giusto e più degno”.

Non è mancata la testimonianza di alcune ex alunne che hanno parlato delle loro espe-rienze lavorative, né l’esposizione dei futuri traguardi della scuola: l’avvio di un corso per il conseguimento del titolo di associato nell’area dell’accoglienza e, successivamente, il suo riconoscimento come titolo universitario.

La cerimonia si è conclusa con la proiezione di un documentario contenente le testimonianze di persone dell’isola che spiegano come gli insegnamenti di San Josemaría le abbiano indotte a cercare la santità attraverso il lavoro ordinario.

Rio de Janeiro (Brasile)

Tavola rotonda: Che cos’è l’Opus Dei?

Il 16 agosto 2006, nell’auditorio dell’edificio Giovanni Paolo II dell’Istituto Superiore di Scienze Religiose dell’Arcidiocesi di Rio de Janeiro, ha avuto luogo una tavola rotonda che si prefiggeva di affrontare e chiarire alcuni dei principali aspetti del messaggio dell’Opus Dei attraverso la testimonianza di persone in rapporto con la Prelatura. La riunione è stata organizzata a richiesta di numerose persone che desideravano risposte rette e obiettive ad al-cune disinformazioni rilanciate da qualche mezzo di comunicazione.

Alla tavola rotonda erano presenti oltre 500 persone. Mons. Antonio Augusto Dias Duarte, Vescovo Ausiliare di Rio de Janeiro, ha aperto la riunione spiegando a grandi linee le cir-costanze della fondazione dell’Opus Dei, il suo spirito e il suo messaggio.

Poi Valéria Brito, medico, ha raccontato in che modo ha conosciuto i mezzi di formazione dell’Opera e come vi ha partecipato. Riproponendo un brano di San Josemaría, ha detto che “la donna è chiamata ad apportare alla famiglia, alla società civile, alla Chiesa, qualche cosa di caratteristico che le è proprio e che solo lei può dare: la sua delicata tenerezza, la sua instancabile generosità, il suo amore per la concretezza, il suo estro, la sua capacità di intuizio-ne, la sua pietà profonda e semplice, la sua tenacia... La femminilità non è autentica se non sa cogliere la bellezza di questo insostituibile apporto e non ne fa vita della propria vita” (Colloqui, n. 87). Ha messo anche in evidenza il lavoro delle Numerarie Ausiliari, che, mediante la cura delle attività domestiche dei Centri e delle opere educative e apostoliche dell’Opus Dei, contribuiscono a conferire loro un ambiente di famiglia e a trasformare questi spazi in focolari luminosi e lieti.

Oscar Rotava, padre di sette figli e ingegnere della società Petrobrás, ha affermato che la conoscenza dell’Opera gli ha permesso di dare continuità alla formazione ricevuta nell’infanzia e nell’adolescenza, e di trovare l’ampiezza di orizzonti che desiderava per i propri ideali personali, familiari e sociali di pienezza cristiana.

Il quarto e ultimo intervento è stato quello di Henrique Cal, studente di medicina. In maniera semplice e chiara, ha raccontato come aveva conosciuto un Centro dell’Opus Dei e come aveva cominciato a partecipare ai mezzi di formazione. In questo contesto, ha poi spiegato le diverse attività formative che sono a disposizione di tutti nei Centri dell’Opera e l’aiuto che rappresentano per le persone che vogliono vivere seriamente gli impegni battesi-mali.

Infine, un fitto dibattito fra i partecipanti ha permesso di chiarire non solo gli argomenti della tavola rotonda, ma anche altre questioni che negli ultimi mesi erano state oggetto di notizie sulla stampa.

Roma (Italia)

Ettore Bernabei alla RUI

Ettore Bernabei, una delle figure più significative del panorama televisivo italiano, il 23 ottobre ha avuto un incontro con gli universitari della Residenza Universitaria Internaziona-le. “È possibile fare buona televisione”: questo, in sintesi, è il messaggio che l’ex direttore generale della Radiotelevisione Italiana e presidente della Casa di produzione Lux Vide ha trasmesso durante l’incontro. Bernabei ha spiegato che le compagnie televisive sono nate come enti pubblici in Europa e come società commerciali in America; poi ha affermato che il progressivo predominio del modello commerciale in tutto il mondo, con la conseguente im-posizione, da parte delle emittenti, di una programmazione senza riferimenti di valore etico per non distrarre l’attenzione dalla comunicazione pubblicitaria, ha portato a una televisione relativista, incapace di presentare la realtà come creazione che rinvia a un Creatore.

In questo difficile contesto, tuttavia, non è impossibile offrire prodotti di qualità. Bernabei ha indicato, a mo’ di esempio, due casi nei quali la televisione italiana è riuscita a unire un contenuto di alto livello culturale o etico a un indiscutibile successo popolare: la lettura commentata dell’ultimo canto del Paradiso di Dante da parte dell’attore Roberto Benigni e un programma drammatico su Giovanni XXIII, prodotto proprio da Lux Vide, che pur dopo vari anni continua a detenere il record di ascolto nel genere fiction in Italia.

Il futuro è promettente — ha continuato Bernabei —, perché il pubblico è maturato e non si lascia più sedurre dalla televisione-spazzatura. Grazie alle nuove tecnologie, è sempre più lo stesso spettatore che può scegliere i programmi che desidera. Di conseguenza, più che della creazione di “acquedotti” (emittenti televisive) occorre preoccuparsi della produzione di “acqua buona” (buoni programmi): un’acqua che poi fluirà attraverso la televisione, internet, telefonia mobile, ecc.

Bernabei ha incoraggiato gli studenti della RUI ad affrontare seriamente, senza lasciarsi travolgere da polemiche strumentali, le problematiche culturali e religiose della società di oggi e ha sottolineato, in particolare, la necessità di una solida preparazione per poter veicolare una comunicazione che riesca a esprimere uno stile di vita coerente, autentico, concorde con una serie di valori culturali, etici e religiosi personalmente accettati.

San Paolo (Brasile)

Progetto Hipertexto: formazione antropologica di base

Hipertexto è un progetto culturale che fornisce una formazione filosofica di base agli studenti che frequentano il Centro Universitario di Pacaembu a San Paolo. Per un semestre gli iscritti al progetto studiano gli aspetti fondamentali che riguardano la persona — le sue facoltà, i suoi fini e la sua intimità — attraverso la filosofia, la storia e l’arte. Il nome Hipertexto suggerisce una riflessione multidisciplinare che permette di capire più efficacemente le grandi questioni filosofiche.

Il progetto si divide in cinque moduli: antropologia, storia delle idee, storia dell’arte, cinema e letteratura. Nel modulo di antropologia si studiano i concetti basilari della metafisica della persona: la conoscenza, l’immaginazione e l’intelligenza razionale, la volontà e gli i-stinti, le passioni e i sentimenti, il linguaggio e i simboli. Nel modulo di storia delle idee si studiano la proposta classica e la proposta illuminista intorno allo Stato, la relazione fra Stato e diritti individuali, l’etica e la politica nella modernità, ecc. Si espongono anche temi di storia dell’arte direttamente legati alla filosofia e all’antropologia, e si svolgono dibattiti su ope-re cinematografiche e letterarie.

L’incentivo alla lettura di qualità fa parte del progetto Hipertexto. Perciò tutti i partecipanti devono leggere due libri indicati dai coordinatori, che poi saranno discussi nel corso del semestre.

Alle conferenze e ai dibattiti stanno assistendo numerosi studenti. Alla fine del primo mo-dulo, in una tenuta non lontana da San Paolo, è stato organizzato un incontro informale per sviluppare insieme e più a fondo alcuni temi di antropologia cristiana alla luce dei preziosi insegnamenti del Catechismo della Chiesa Cattolica. L’incontro, che ha avuto una durata di tre giorni, ha convinto alcuni partecipanti a ritornare alla pratica della fede e altri a consolidare le proprie convinzioni cristiane. Per tutti è stata un’occasione per ampliare gli orizzonti personali e capire quanto sia necessario diffondere l’ideale cristiano nel proprio ambiente.

Valencia (Spagna)

L’Arcivescovo nella Residenza Universitaria La Alameda

Venerdì 20 ottobre Mons. Agustín GarcíaGasco, Arcivescovo di Valencia, è stato ospite della Residenza Universitaria La Alameda, dove è rimasto a parlare con più di 60 volontari che hanno prestato servizio durante l’Incontro Mondiale delle Famiglie. La riunione si è svolta in un clima molto simpatico. Gli studenti della Residenza hanno ringraziato Mons. García Gasco per lo sforzo fatto dalla Diocesi per accogliere un evento tanto importante. L’Arcivescovo, da parte sua, ha riconosciuto ai residenti l’impegno da loro profuso nelle attività di volontariato e li ha incoraggiati a dare una testimonianza coraggiosa e moderna della loro fede cristiana. Alla fine i giovani della Residenza Universitaria hanno regalato all’Arcivescovo una pergamena con la firma di tutti i residenti.

Romana, n. 43, Luglio-Dicembre 2006, p. 237-248.

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