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Incontro del Papa con i partecipanti all'UNIV '87

Ancora una volta, la Città Eterna è stata sede delle riunioni conclusive del tradizionale Congresso UNIV, giunto alla ventesima edizione, e organizzato da istituzioni universitarie e culturali di diversi Paesi dirette da membri dell'Opus Dei. A questa ricorrenza ventennale ha fatto riferimento la Presidente dell'UNIV '87, la professoressa messicana Amparo Velasco, nel salutare Giovanni Paolo II durante l'incontro che il Santo Padre ha avuto nel Cortile di San Damaso con i partecipanti al convegno: "Dal 1968, cinque generazioni di studenti hanno vissuto venti Pasque di Risurrezione vicino al Successore di Pietro, come desiderò il Fondatore dell'Opus Dei, Mons. Escrivá, nell'ispirare e incoraggiare questi incontri".

I Congressi UNIV riuniscono ogni anno a Roma studenti universitari dei cinque Continenti, per esaminare un argomento precedentemente studiato a livello nazionale e trarre le opportune conclusioni. "Civiltà mondiale e cultura dell'uomo" è stato il tema scelto per quest'anno. Il lavoro previo, svoltosi in 400 università del mondo intero, ha portato alla redazione di circa duecento elaborati. Nelle sessioni romane del Congresso, celebrate nell'auditorium di San Michele a Ripa, i partecipanti si sono soffermati sulle tesi dei vari documenti nazionali, e hanno elaborato conclusioni di notevole interesse. "L'Osservatore Romano" ha sottolineato che "l'intenzionalità di fondo dell'UNIV è quella di evangelizzare il mondo della cultura recandovi il -supplemento d'anima-, cercando sempre di mostrare, senza forzature, la compatibilità tra fede e ragione, tra cultura autenticamente umana e rivelazione".

Gli incontri UNIV si articolano in momenti diversi lungo la Settimana Santa. Comune denominatore è il desiderio di approfondire una formazione umana e cristiana il più completa possibile. Per questa ragione, oltre alle sessioni conclusive del Congresso vero e proprio, alle quali prende parte un numero ristretto di delegati per ogni Paese, le giornate sono ricche di attività aperte a molti altri giovani che frequentano i Centri della Prelatura Opus Dei nelle diverse nazioni. Nei giorni trascorsi a Roma, essi continuano a ricevere un'intensa formazione spirituale, anche mediante la partecipazione alle cerimonie della Settimana Santa nelle Basiliche romane; non mancano gli itinerari culturali per la città —Roma pagana, Roma paleocristiana, Roma medievale, Roma rinascimentale, Roma barocca—; è facile fare amicizia con altri giovani di ogni angolo della terra... Ma, soprattutto, c'è per tutti l'occasione di vivere l'autentica "romanità" intesa come unione alla Sede di Pietro. A tutti questi argomenti si è riferito il Prelato dell'Opus Dei, Mons. Alvaro del Portillo, negli incontri avuti con i partecipanti.

Il momento culminante dell'UNIV '87 è stato, come altre volte, l'incontro con il Papa nel Cortile di San Damaso, il pomeriggio della Domenica di Pasqua. Giovanni Paolo II ha voluto intrattenersi per oltre un'ora e mezzo con i quattromila partecipanti all'UNIV. I giovani, riuniti nel grande cortile all'interno dei palazzi vaticani, hanno cantato, hanno applaudito e salutato il Santo Padre, cercando di offrirgli alcuni momenti di riposo dopo il lungo e faticoso viaggio che lo aveva portato la settimana precedente nell'America Latina.

La Presidente dell'UNIV '87 ha ringraziato il Papa per le parole da Lui offerte negli anni scorsi ai giovani durante le Udienze e gli incontri nel Cortile di San Damaso. Tali parole hanno costituito e costituiscono un luminoso punto di riferimento per le attività dell'UNIV e rappresentano, per ciascuno dei partecipanti, una nuova spinta nell'impegno di cristianizzare o ricristianizzare le istituzioni universitarie, la società e la cultura dell'Europa e del mondo intero.

Alla fine della riunione, il Santo Padre ha ringraziato i giovani per le loro canzoni e la loro sana allegria. Giovanni Paolo II ha preferito parlare a braccio, prendendo spunto delle parole di alcune delle canzoni ascoltate.

"Avevo qui un testo scritto, ma scorrendo le parole delle vostre canzoni posso fare un altro intervento. Per farlo devo avvalermi di due lingue: l'italiano e lo spagnolo.

Mi rivolgo a coloro che hanno cantato in italiano: si può dare di più. Qui trovo alcune parole, direi, molto giuste, molto profonde perché si canta così: 'si può dare di più perché è dentro di noi'. Questo è molto importante. Si può dare perché è dentro di noi. Vuol dire che noi, quando siamo capaci di dare, sempre troviamo di più in noi. Ed ancora questo vuol dire che dare, offrire significa arricchirsi. Ci arricchiamo dando, offrendo. E' questo un versetto molto profondo, come anche l'altro dove si dice: si può dare di più senza essere eroi. C'è chi pensa che per osare qualche cosa si debba già mostrare una virtù eroica. Invece non tutto è eroico, ciò che conta è il coraggio e si può sempre osare di più senza essere eroi. Ciò vuol dire che possiamo anche esigere di più da noi.

Ecco: vi lascio come consegna questi due versetti. Vi lascio questi due versetti perché provengono da voi. Allora non vi lascio del mio, vi lascio del vostro".

Poi il Papa è passato alla lingua spagnola:

"Habéis cantado también: algo se muere en el alma cuando un amigo se va. Y también: ese vacío que deja el amigo que se va. Y yo os digo que algo se muere en el alma cuando ¡tantos! amigos se van,

Ese vacío que deja el amigo que se va, es como un pozo sin fondo que no se puede llenar. Yo pienso que ese pozo sólo se puede llenar con una bendición: una oración, con una bendición.

¿Sabéis cantar el Regina Coeli? ¿Sí? Entonces cantemos, cantemos todos el Regina Coeli"

Prima di congedarsi, il Papa ha comunque voluto affidare ai giovani presenti il messaggio da Lui preparato per l'occasione. Ne riportiamo integralmente il testo, scritto originariamente in lingua spagnola.

"Queridos jóvenes y amigos:

Es para mí motivo de particular gozo tener este encuentro con vosotros en este día en el que la Iglesia proclama al mundo: surrexit Dominus vere, alleluia!

En la alegría del Señor resucitado, hago llegar a todos mi cordial saludo, que hago extensivo a vuestras familias, a vuestros profesores y compañeros de los Colegios y Universidades de los 54 países de donde provenís.

Al final de vuestras jornadas romanas, deseo felicitaros por el trabajo que habéis desarrollado durante el XX Encuentro Universitario Internacional, que este año ha tenido como tema Civilización mundial y cultura del hombre. Como en ocasiones anteriores, este Congreso os ha brindado la oportunidad de presentar vuestras relaciones, informes y testimonios, reflejo de vuestras actividades y experiencias como estudiantes católicos, movidos por el deseo de contribuir a la construcción de una sociedad y una civilización verdaderamente humana y cristiana.

La paz sea con vosotros. Como el Padre me envió, así Yo os envío (Jn 20, 21). Estas palabras de Jesús resucitado nos hablan de paz y de misión. Como lo manifesté hace unos días a la multitud de jóvenes reunidos en Buenos Aires para celebrar la Jornada Mundial de la Juventud, también os quiero decir ahora a vosotros que mi gran preocupación es -pensar en los hombres que aún no conocen a Cristo, que no han descubierto la gran verdad del amor de Dios- (11 abril 1987). Muchas de estas personas conviven junto a vosotros en las Universidades, en las bibliotecas, en los campos de deporte, en los lugares comunes de vuestras actividades.

La misión que Jesús resucitado os confía es la de ser apóstoles de la nueva evangelización. Sé que la formación espiritual que recibís de la Prelatura del Opus Dei os estimula y capacita al apostolado con las personas y en los ambientes en que vivís. Os aliento a llevar a Cristo allí donde desempeñáis vuestros quehaceres diarios. Os repito mi mensaje a los jóvenes el pasado Domingo de Ramos en Buenos Aires: -El mundo necesita, hoy más que nunca, vuestra alegría y vuestro servicio, vuestra vida limpia y vuestro trabajo, vuestra fortaleza y vuestra entrega-.

Sí, el mundo necesita vuestra entrega generosa. Habéis de dar al Señor lo que él espera de vosotros para bien de los hermanos. Habéis de estar dispuestos a entregarlo todo, a ejemplo de Cristo. En vuestras jornadas romanas, habéis meditado sobre el Misterio de la Redención: Jesús que se entrega hasta la muerte y muerte de cruz para liberaros de la muerte y del pecado.

Suplicadle también vosotros, como el ciego de Jericó: Domine, ut videam! (Lc 18, 41), Señor, ¡que vea! Que yo vea, Señor, cuál es tu voluntad; qué deseas de mi vida y cuál es tu designio sobre mi futuro y sobre mi vocación. Y pedidle que os conceda una generosidad sin límites para seguirle en el camino que, con su gracia, os vaya indicando.

Pedídselo por intercesión de Santa María, la Madre del Señor resucitado, a la que hoy nos dirigimos con las gozosas palabras: Gaude et laetare Virgo Maria, Alleluia!

A Ella os encomiendo, así como a vuestras familias, a vuestros compañeros y a vuestra labor apostólica y actividades académicas para que, durante el Año mariano, recibáis abundantes gracias de fidelidad, entrega y voluntad de servicio al hermano".

Romana, n. 4, Gennaio-Giugno 1987, p. 107-110.

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