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Dall’assistenza alla promozione sociale

«Nulla, anche se imperfetto e provvisorio —scrive Giovanni Paolo II nell’Enciclica Sollicitudo rei socialis—, di tutto ciò che si può e si deve realizzare mediante lo sforzo solidale di tutti e la grazia divina in un certo momento della storia, per rendere più umana la vita degli uomini, sarà perduto né sarà stato vano» (n. 48). Questo invito ad operare per il bene del prossimo induce molti giovani di tutto il mondo ad impegnarsi fattivamente in attività sociali. Quella che segue è una breve rassegna di alcune delle molte attività organizzate per studenti che frequentano i centri della Prelatura di molti paesi. Il punto di partenza è sempre lo stesso, cioè lo spirito cristiano e la spinta che ne deriva a prendere sul serio le necessità degli altri e a cercare di contribuire, anche solo in piccolo, alla loro soluzione.

Nel corso dell’anno scolastico, molti gruppi di studentesse che frequentano il Centro Culturale Villablanca, a Quito, hanno dato lezioni di catechismo in un quartiere periferico e fatto visite a diversi ospedali della città, offrendo piccoli servizi, o anche solo un po’ di compagnia, ai malati. “Abbiamo conosciuto Luciana”, scrive una delle partecipanti, “una bambina di otto anni colpita da una grave malattia motoria. Sta imparando a camminare e i suoi genitori considerano la cosa come un regalo di Dio; nonostante le limitate possibilità economiche, compiono frequenti viaggi per andarla a trovare. Nelle nostre visite all’ospedale abbiamo potuto parlare con loro e abbiamo imparato molto dalla forza d’animo con cui stanno affrontando la situazione”. Il contatto con la sofferenza ha spinto le studentesse a mettere in moto un’iniziativa di maggiore rilievo: un dipartimento di aiuti sociali nella scuola Los Pinos, per la ricerca di fondi destinati a finanziare un nuovo locale di un asilo per bambini di famiglie disagiate.

Da vari anni, la Residenza Creston di Sydney organizza programmi di servizio a Waterloo, allo scopo di assistere gli anziani, soli o malati, che abitano in alcuni edifici costruiti espressamente per loro. Di recente, il Governo australiano, interessatosi al progetto, ha sovvenzionato la pubblicazione di un manuale per l’assistenza ai malati e agli anziani nelle loro case. “L’argomento era nuovo e affascinante”, dice una delle partecipanti. “Grazie all’esperienza acquisita, ci è sembrato utile inserire nel programma anche alcune nozioni essenziali sulle virtù necessarie per svolgere quest’attività e su vari argomenti di etica sociale”. Tra l’altro, il programma prevede la trasmissione di nozioni di base di psicologia, pronto soccorso e nutrizione, oltre a informazioni sui servizi sociali ai quali gli anziani possono fare ricorso. L’esperienza ha sempre ripercussioni interiori: “Confrontarsi con la solitudine e la sofferenza ci ha aiutato a riflettere e a prendere sul serio la vita cristiana”, afferma una volontaria.

Allo scopo di sensibilizzare gli studenti dell’Università di Rice a Houston alla solidarietà in favore dei bisognosi, il Centro Chaucer Drive ha organizzato un viaggio di una settimana alla “Città dei Bambini”, una scuola in un quartiere povero di Monterrey (Messico), in cui operano alcuni fedeli della Prelatura. In preparazione al viaggio, gli studenti avevano partecipato ad un corso sul Catechismo della Chiesa Cattolica. Nella scuola, i giovani volontari hanno dato lezioni di inglese ai bambini e collaborato al restauro di un edificio. Nel corso di una visita a uno dei quartieri più poveri di Monterrey sono stati distribuiti viveri e vestiti raccolti dai partecipanti attraverso amici e parenti. Al termine, gli studenti hanno concordemente deciso di ripetere l’esperienza il prossimo anno.

La Residenza Dos Álamos, di Lisbona, ha organizzato un’attività di assistenza sociale in tre località di Cabo Verde. Le partecipanti hanno potuto valersi dell’assistenza spirituale di un sacerdote della Prelatura, che ha offerto il proprio sostegno pastorale anche alla popolazione locale. Trascriviamo da una lettera ricevuta da una delle partecipanti al progetto: “Consideriamo la vostra venuta come un regalo di Dio per il nostro paese (...). Continuiamo, e ci dispiace molto, a non avere la Messa; ci piacerebbe poter avere un sacerdote almeno la domenica. Abbiamo cominciato a recitare la preghiera al Beato Josemaría e speriamo di avere la gioia di tornare ad incontrarvi qui a Cabo Verde (...)”.

Le studentesse universitarie della residenza Sonnegg di Zurigo hanno promosso con alcune colleghe una campagna di aiuto sociale per assistere gli abitanti più bisognosi del quartiere. Per molte di loro è stata una sorpresa scoprire “la povertà a pochi metri da casa”, come ha scritto una delle protagoniste. Attraverso semplici dépliant hanno presentato varie opzioni, in modo che le persone interessate potessero indicare ciò di cui avevano bisogno: aiuti per lavori domestici, spesa, disbrigo della corrispondenza, accompagnatrici per passeggiate. “Ci sono subito giunte molte lettere”, racconta una delle promotrici, “nelle quali soprattutto veniva richiesta compagnia”. Iscrivendosi all’attività, le studentesse si sono impegnate a parteciparvi in giorni fissi.

La Residenza Cheroga di Rosario ha indetto un programma sociale in uno dei quartieri periferici della città. Dopo uno studio sul luogo, le studentesse hanno concluso che era necessario un progetto ad ampio raggio che comprendesse lezioni di formazione cristiana per bambini e madri, scuola per adolescenti, lezioni di alfabetizzazione per i più grandi e altre iniziative di carattere civico. Le studentesse di Giurisprudenza, per esempio, hanno costituito un consultorio giuridico gratuito per aiutare i locali a mettere in regola i propri documenti. Altre universitarie si sono impegnate a risolvere le pratiche per la costruzione di un ambulatorio, nel quale sono ora in funzione un consultorio medico e uno studio odontologico.

Le universitarie di Tangwa, Centro Culturale di Kinshasa, promuovono un programma di assistenza sanitaria a Kindele, una zona vicina all’università, dove la gente vive in condizioni di estrema povertà. “Non c’è acqua né luce, gli abitanti non guadagnano abbastanza per mangiare e tantomeno per comprare le medicine di cui hanno bisogno”, spiega una delle partecipanti. Varie studentesse di Medicina, Infermeria e Gestione Ospedaliera si sono trasferite sul luogo per offrire i loro servizi, dopo aver cercato sovvenzioni per comprare medicine, materiale didattico, viveri, ecc.

Santa Teresa è un piccolo villaggio di aborigeni a 80 chilometri da Alice Springs, al centro di una zona assai arida dell’Australia. In questa località si è svolto l’ultimo campo di lavoro organizzato da Warrane College e dal Dartbrooke Study Centre di Sydney. Ventiquattro ragazzi australiani e neozelandesi, guidati da un professionista dell’edilizia, hanno riabilitato un “Community Hall” che era stato abbandonato e che d’ora in poi sarà usato per offrire servizi medici e per un programma di riabilitazione degli alcolizzati. Nonostante la temperatura intorno ai 45 gradi, l’entusiasmo dei giovani non è venuto meno durante i 25 giorni in cui si è protratta l’attività. La giornata cominciava con la Santa Messa e si concludeva con una riunione e con la recita del Rosario. Il villaggio ha organizzato una festa di ringraziamento.

Romana, n. 22, Gennaio-Giugno 1996, p. 100-103.

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