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Udienza di Giovanni Paolo II a membri della Prelatura

Il Santo Padre ha ricevuto in Udienza, nella serata di giovedì 23 agosto, nel cortile del Palazzo Pontificio di Castelgandolfo, un gruppo di donne appartenenti alla Prelatura dell'Opus Dei, composto da studentesse, professioniste e lavoratrici provenienti da trentatré Paesi, che si trovavano a Roma per partecipare a corsi estivi organizzati dalla Prelatura. Le partecipanti hanno animato la serata con il racconto di alcune esperienza vissute nel loro apostolato personale, e hanno offerto al Papa momenti di distensione e di riposo.

Nel corso dell'incontro, una studentessa di Filosofia ha consegnato a Giovanni Paolo II gli atti di un convegno universitario sulla Mulieris dignitatem svoltosi lo scorso anno a Castelgandolfo. Un congresso analogo ha avuto luogo anche quest'anno e ha sviluppato i temi più significativi della Sollicitudo rei socialis. Le conclusioni di questo incontro prevedono interessanti programmi operativi da realizzare in diversi Paesi africani, latinoamericani e dell'Est europeo.

Al termine dell'incontro il Santo Padre ha rivolto alle persone presenti le seguenti parole:

«Grazie per la vostra visita, quasi annuale. Grazie! Avete portato qui la Chiesa che è nel mondo o, possiamo anche dire, il mondo nella Chiesa: tutto ciò che è umano, che appartiene alle diverse lingue, alle diverse culture, ai diversi popoli, Paesi e Continenti, tutto ciò costituisce la geografia della Chiesa, la geografia umana. Infatti si può ben dire che la geografia è umana nella sua natura; come la terra, appartiene a questa natura.

Così, abbiamo potuto attraversare un po' il mondo e attraversarlo anche con la Chiesa, vedendo come essa vive in questo mondo e come questo mondo vive nella Chiesa, soprattutto attraverso le diverse culture che sono espressione dei popoli, espressione delle persone.

Così il mondo vive nella Chiesa attraverso, possiamo dire, un opus hominis, un opus humanum. Ma in questo opus humanum, dentro questo opus humanum, attraversando il mondo, grazie a Cristo noi troviamo un opus Dei, un opus divinum, un opus divinum Incarnationis, un opus divinum Redemptionis. Questo opus divinum abbraccia tutto quello che è creato, che è umano, che appartiene alla geografia della Chiesa. Tutto questo è creato all'inizio, dato in dono all'uomo e poi divinizzato attraverso l'Incarnazione: «Verbum caro...»; e poi redento nella sua Croce e nella sua Risurrezione. E questo opus divinum, questo mistero vive nel mondo creato, non solamente in questo nostro mondo: ma lo stesso cosmo incommensurabile viene abbracciato da questo opus divinum. L'uomo, la persona umana è consapevole di questo, può essere consapevole di questo se ha la grazia della fede: ciascuno di noi, uomo, donna...

La persona umana, donna e uomo, porta in sé questo opus divinum, opus Dei.

Auguro a tutti voi di portare questo opus Dei nella vostra vita e nel vostro apostolato.

Vi ringrazio e vi auguro ogni bene. Mi avete detto tante volte che pregate per me. Che questa Benedizione sia almeno un piccolo ringraziamento per questa vostra intenzione».

Romana, n. 11, Luglio-Dicembre 1990, p. 249-250.

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