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En la Misa in Coena Domini el Jueves Santo, iglesia prelaticia de Santa María de la Paz, Roma (24-III-2016)

(Italiano)

1. «Il primo giorno degli Azzimi, i discepoli si avvicinarono a Gesù e gli dissero: "Dove vuoi che prepariamo per te, perché tu possa mangiare la Pasqua?"» (Mt 26, 17). Il Signore dette loro le indicazioni opportune ed essi prepararono tutto. Ora che comincia il Triduo pasquale, anche noi possiamo rivolgere a Gesù la stessa domanda: Come vuoi che viviamo questi giorni di Pasqua a Roma? Che cosa ti aspetti da noi?

Figli miei e fratelli miei, è necessario preparare le nostre anime nel miglior modo possibile, perché Gesù desidera celebrare la Pasqua in noi e con noi, e vuole che cresca la nostra intimità con Lui: che ancora una volta ci decidiamo a convertirci. Il sacramento della Confessione è il modo migliore di realizzare la conversione che Dio attende da noi. In questi giorni prepariamoci a riceverlo con molto frutto, approfittando delle grazie speciali del Giubileo della misericordia.

Seguiremo così l'esempio degli Apostoli, che prepararono tutto come il Signore aveva indicato, in una sala grande, con i tappeti, nel piano alto della casa offerta da uno dei suoi seguaci. Proprio così entrò nella storia il Cenacolo di Gerusalemme, in cui si sarebbero realizzate tante meraviglie divine. Altrettanto deve succedere in noi, giacché la Trinità dimora nelle nostre anime mediante la grazia e Gesù vuole presiedere tutti i nostri pensieri, parole ed opere.

(Castellano)

2. Recogidos en el Cenáculo, san Juan nos cuenta que Jesús, «habiendo amado a los suyos que estaban en el mundo, los amó hasta el fin» (Jn 13, 1). ¿Y qué encuentra en ese lugar tan santo? Encuentra rivalidades, celos, envidias. San Lucas lo dice claramente: «Se suscitó entre ellos una disputa sobre quién sería considerado el mayor» (Lc 22, 24). ¡Qué tristeza para Nuestro Señor! Después de tres años a su lado, habiendo contemplado tan de cerca su ejemplo y escuchado sus palabras, aún están pendientes de su yo, todavía aspiran a ser por vanidad los primeros.

La repuesta de Cristo es neta: comienza por lavar los pies a los Apóstoles, para dejar claro que ha venido a servir, no a ser servido. Y luego les hablará del amor fraterno: «Un mandamiento nuevo os doy: que os améis unos a otros. Como yo os he amado, amaos también unos a otros» (Jn 13, 34).

Si miramos a nuestro alrededor, descubrimos que este mandamiento de Jesús sigue siendo nuevo, no se vive, a pesar del ejemplo claro y preciso del Maestro. Como escribió san Josemaría, «después de veinte siglos, todavía sigue siendo un mandato nuevo, porque muy pocos hombres se han preocupado de practicarlo; el resto, la mayoría, ha preferido y prefiere no enterarse. Con un egoísmo exacerbado, concluyen: para qué más complicaciones, me basta y me sobra con lo mío» (Amigos de Dios, n. 223).

Que no suceda así entre nosotros. Amemos a todo el mundo, también a los que se consideran enemigos de la humanidad y provocan tantas muertes, tantos daños. Con el fundador del Opus Dei «os pido por amor de Dios que os queráis, que os ayudéis, que os deis la mano, que os sepáis perdonar. —Por lo tanto, a rechazar la soberbia, a ser compasivos, a tener caridad; a prestaros mutuamente el auxilio de la oración y de la amistad sincera» (Forja, n. 454), y, añado, que enseñemos a querer.

(Inglés)

3. Let us continue considering the teachings of the Gospel regarding the Lord's Supper with His Apostles. Jesus says: «This is my commandment, that you love one another as I have loved you. Greater love has no man than this, that a man lay down his life for his friends» (Jn 15, 12-13). This sums up what Our Lord will accomplish tomorrow, Good Friday, on Calvary, redeeming us from our sins and opening for us the gates of Heaven.

His love is so intense that, in these moments in the Upper Room, he is already anticipating the sacrifice of Calvary through the institution of the Eucharist: «And he took bread, and when he had given thanks he broke it and gave it to them, saying, "This is my body, which is given up for you" [...]. And likewise the cup after supper, saying, "This cup which is poured out for you is the new Covenant in my blood"» (Lk 22, 19-20).

How can we fail to be filled with wonder when we contemplate the greatness of God's love for us? Don't you feel moved to adore, to give thanks, to make reparation for our sins and those of others, to make fervent petitions every time you attend the Holy Mass or pray before the Tabernacle? Put great care into your Eucharistic piety: your genuflections, the words i n your heart and the words on your lips, which we direct to Our Lord in this marvelous sacrament: may they constitute a true dialogue with Jesus.

Meditate on these words of Pope Francis. Reminding the lay faithful —each one of you— that the Lord has placed us in the world like good seeds, he adds: «But what assures our fruitfulness is our being faithful to Jesus, who says insistently: "Abide in me and I in you" (Jn 15, 4). And we know well what that means: to contemplate him, to worship him, to embrace hi m, in our daily encounter with him in the Eucharist, in our life of prayer, in our moments of adoration; it means to recognize him present and to embrace him in those most in need» (Homily, 27 July 2013).

(Italiano)

4. L'opera di amore di Cristo non si esaurisce nell'istituzione dell'Eucaristia. Affinché noi tutti possiamo prendere parte al suo sacrificio, si rivolge agli Apostoli —e in loro ai suoi successori— con queste parole: «Fate questo in memoria di me» (Lc 22, 19). Con il sacerdozio ministeriale, istituito in questo preciso momento, alcuni uomini, chiamati da lui stesso tra i fedeli, riceveranno lungo i secoli la potestà di agire in persona Christi Capitis, in rappresentazione di Cisto Capo della Chiesa. In virtù di quest'elezione, i sacerdoti predicano con autorità la Parola di Dio, confezionano e amministrano i sacramenti —in particolar modo l'Eucaristia— e guidano il popolo cristiano verso la vita eterna.

Ancora una volta dovrebbe sgorgare in noi un sentito ringraziamento, unito all'impegno di pregare per i sacerdoti, affinché il Signore doni molti alla Chiesa; sacerdoti che siano —come chiedeva san Josemaría— santi, dotti, allegri e sportivi nella vita spirituale. Oggi, giorno della nascita del sacerdozio ministeriale nella Chiesa, e il prossimo 28 marzo, anniversario dell'ordinazione sacerdotale di nostro Padre, sono buoni momenti per innalzare una preghiera per quest'intenzione.

Vi invito a fare nostra la richiesta di san Josemaría: «Prego Dio nostro Signore che conceda a tutti noi sacerdoti la grazia di compiere santamente le cose sante, di rispecchiare con la nostra stessa vita lo splendore delle grandezze del Signore» (La Chiesa nostra Madre, n. 39). Allo stesso tempo, consideriamo profondamente che tutti siamo partecipi del sacerdozio di Cristo, della sua anima sacerdotale: i sacerdoti con il loro ministero, i fedeli laici con il loro zelo per la salvezza delle anime.

Santa Maria, Madre di tutti i cristiani, ci ottenga dal suo divino Figlio la grazia di celebrare con profitto queste festività pasquali. Così sia.

Romana, n. 62, enero-junio 2016, p. 91-94.

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