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Esperienze di una madre di famiglia

Oltre allo studio teologico riportato nelle pagine precedenti, pubblichiamo la testimonianza di una madre di famiglia canadese. Con un linguaggio semplice e accesibile, rispecchia come la fedeltá agli insegnamenti del Magistero della Chiesa sulla vita coniugale e familiare, vissuta in coerenza con la fede cristiana e vivificata dallo spirito dell'Opus Dei, è ricca di effetti positivi sia per gli sposi che per i figli. In tal modo la famiglia nel suo insieme —genitori e figli— diventa vera «chiesa domestica» e, allo stesso tempo, una grande testimonianza del valore della vita umana.

Fino all’età di diciotto anni ero figlia unica.

Ricordo ancora chiaramente il giorno in cui i miei genitori mi diedero la grande notizia: entro sei mesi avrei avuto un fratellino o una sorellina. Mi informarono di questa novità nella loro stanza da letto. Mi fecero sedere e, forse perché un po’ preoccupati della mia possibile reazione, mi rivelarono con una certa esitazione quest’evento ormai prossimo.

Ho ancora in mente il primo momento di attonito silenzio... e poi l’immensa gioia che mi investì: ci sarebbe stata nel mondo una nuova creaturina, la cui vita sarebbe dipesa da me in modo molto diretto; provai un nuovo senso di responsabilità, un sentimento di fiducia e una grande motivazione. Uscii da quella stanza con l’impressione di essere una nuova persona, come se la mia vita fosse iniziata di nuovo. Da allora ho avuto il grande piacere di vedere un riflesso di questa stessa gioia e speranzosa attesa negli occhi dei miei figli ogni volta che con mio marito ho annunciato loro la prossima nascita di un altro fratellino o sorellina. Ora abbiamo sei figli e sembra che ogni arrivo abbia aggiunto una nuova dimensione alla nostra famiglia.

Probabilmente è stata la nascita del nostro primo figlio a portare il maggior cambiamento nelle nostre vite. Attualmente si consiglia a molte giovani coppie di aspettare un po’ di tempo prima di avere dei figli, per far sì che i novelli sposi possano conoscersi più profondamente e possano così instaurare una stabile relazione. Gettando uno sguardo al mio passato, credo che sia stato l’arrivo del nostro primo figlio a rinsaldare l’unione tra mio marito e me; anteriormente alla nascita del nostro primo bambino tendevamo a focalizzarci eccessivamente su noi stessi: continuamente ci domandavamo come stava funzionando il nostro matrimonio, se stavamo rispondendo in modo soddisfacente alle reciproche aspettative, se ognuno dei due stava svolgendo bene il suo ruolo...

Una volta arrivato il primo figlio tutto andò a posto: dovevamo farcela! Ci concentrammo principalmente sul benessere di questa nuova e preziosa vita ora presente nella nostra casa. Ambedue dovemmo lavorare molto duramente per mandare avanti la famiglia, per far fronte a tutti gli impegni. La saldezza della nostra unione diventò qualcosa che davamo per scontato, nonché la base per affrontare le difficoltà insorgenti e per provvedere al futuro della nostra famiglia.

Quando eravamo giovani sposi, né io né mio marito eravamo cattolici. Tuttavia, grazie all’illuminante esempio e all’aiuto paziente e perseverante di alcuni amici nostri, ci siamo convertiti al cattolicesimo dopo tre anni di matrimonio. Certamente la nostra formazione religiosa non finì lì: c’erano molte cose della Chiesa che al momento della nostra conversione non riuscimmo a comprendere completamente.

Alcuni anni dopo, su raccomandazione di un amico, invitammo un sacerdote dell’Opus Dei per chiarirci alcune questioni riguardanti l’Humanæ vitae: fu allora che cominciammo a capire più pienamente gli insegnamenti della Chiesa sulla procreazione. La comprensione di questi principi morali e il nostro impegno a metterli in pratica con l’aiuto di Dio ha determinato numerosi effetti positivi sulla nostra famiglia, che nel frattempo stava aumentando di numero.

Il desiderio di compiere la Volontà di Dio in quest’ambito tanto importante della nostra vita ci ha aiutato, insieme con i nostri figli, a scoprirla e ad applicarla in molti altri aspetti. Io e mio marito siamo entrati a far parte dell’Opus Dei un paio d’anni dopo aver incontrato l’Opera; la sapienza e la guida ricevute dagli insegnamenti del Beato Josemaría e dalla loro specifica concretizzazione attraverso la direzione spirituale sono stati di inestimabile aiuto per vivere con un’atteggiamento più coraggioso di fronte alla vita.

I bambini apprendono ciò che è giusto o sbagliato attraverso l’educazione, l’esempio e la pratica, e l’esempio presentato dai genitori è di somma importanza; vedere noi, i loro genitori, che accettiamo con allegria la volontà di Dio all’arrivo di ogni nuovo membro della famiglia —nonostante tutte le difficoltà che ne conseguono—, è stato per loro un esempio molto concreto del nostro desiderio di cooperare al disegno divino.

Con l’arrivo di ogni nuovo bambino, abbiamo visto l’intera famiglia diventare più unita: i nostri figli tendono a dimenticarsi maggiormente di sé nei loro sforzi per prendersi cura della nuova sorellina o fratellino; sono più desiderosi di dare una mano in casa, perché in momenti come questi si rendono conto che il loro aiuto è essenziale. Il valore della generosità e del sacrificio diventa per loro più chiaro. Dunque in tale atmosfera di attenzione e cooperazione la casa si trasforma in un ricco terreno per lo sviluppo delle virtù morali.

In tal modo la famiglia nel suo insieme diventa una grande testimonianza del valore della vita umana. Ho avuto molte conversazioni con amici e vicini che pongono limiti al numero dei loro figli, sostenendo che solo così possono dar loro quella qualità della vita cui avrebbero diritto. Per tale qualità solitamente essi intendono: gran varietà di lezioni di arti e di sport, viaggi, stanze da letto singole, ecc. Spiegando la nostra esperienza possiamo indicare lo sviluppo naturale delle virtù sociali e personali che si dà in una famiglia più ampia, e, più essenzialmente, l’importanza di porre la vita umana al di sopra di tutti quei beni.

A tutto ciò si aggiunge la profonda gioia e il fascino di osservare e guidare lo sviluppo di un’altra persona e di essere testimoni della gioia di vivere di un giovane figlio. Tutto ciò ci aiuta, all’interno della famiglia, a renderci conto dell’importanza e del vero valore delle nostre vite.

Gli insegnamenti del Beato Josemaría Escrivá sono stati di estremo valore nella nostra vita familiare; dalla meditazione frequente della nostra chiamata alla santità, della nostra filiazione divina e della nostra missione apostolica, abbiamo tratto la forza e la perseveranza necessarie per vivere con una vera a profonda gioia questo grande impegno di allevare la nostra famiglia per la gloria di Dio.

Katalyn Clark

(Canada)

Romana, n. 20, Gennaio-Giugno 1995, p. 237-239.

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