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Discorso all’apertura della fase processuale, nel Tribunale della Prelatura, della Causa di Canonizzazione di Dora del Hoyo, Pontificia Università della Santa Croce, Roma (18-VI-2012)

Nell’Esortazione apostolica postsinodale Verbum Domini, il Santo Padre Benedetto XVI ha scritto che “l’interpretazione della Sacra Scrittura rimarrebbe incompiuta se non si mettesse in ascolto anche di chi ha vissuto veramente la Parola di Dio, ossia i Santi. Infatti, viva lectio est vita bonorum. L’interpretazione più profonda della Scrittura in effetti viene proprio da coloro che si sono lasciati plasmare dalla Parola di Dio, attraverso l’ascolto, la lettura e la meditazione assidua”[1].

Per questo, “ogni Santo costituisce come un raggio di luce che scaturisce dalla Parola di Dio”[2]. E tra “le grandi spiritualità che hanno segnato la storia della Chiesa”, tra quei “raggi di luce” che illuminano la vita degli uomini, il Papa afferma che occupa un posto importante “San Josemaría Escrivá e la sua predicazione sulla chiamata universale alla santità”[3].

Dal 2 ottobre 1928, il Fondatore dell’Opus Dei ha insegnato che “le attività professionali — anche il lavoro domestico è una professione di prim’ordine — sono testimonianze della dignità della creatura umana; occasioni di sviluppo della personalità; vincoli di unione con gli altri; fonti di risorse; mezzi per contribuire al miglioramento della società in cui viviamo, e per promuovere il progresso dell’umanità tutta... — Per un cristiano, queste prospettive si allungano e si allargano ancora di più, perché il lavoro — assunto da Cristo come realtà redenta e redentrice — si trasforma in mezzo e cammino di santità, in concreta occupazione santificabile e santificatrice”[4].

Dora del Hoyo fu la prima donna chiamata da Dio per seguire San Josemaría nell’impegno di santificarsi e santificare il lavoro domestico inteso come lavoro professionale nel mondo. Il 10 gennaio 2004, nell’omelia della Messa del suo Funerale, affermai che «Dora fu molto importante per l’Opus Dei». Ero convinto già allora, e, se mai è possibile, con l’andar del tempo me ne sono convinto sempre di più, del ruolo fondamentale che questa donna ha avuto e continuerà ad avere nella vita della Chiesa e nella società.

Subito dopo la sua morte, si percepirono i segni evidenti della solida e diffusa fama di santità della Serva di Dio. Da quel momento ho ricevuto più di trecento relazioni ad futuram memoriam da persone — fedeli della Prelatura e non — che avevano conosciuto Dora, per testimoniare e documentare l’esemplarità della sua vita cristiana.

Da quello stesso primo momento, cominciarono a giungermi testimonianze di grazie e favori attribuiti alla sua intercessione; finora ne sono giunte più di trecento, provenienti da 25 Paesi dei cinque continenti.

Tale abbondante documentazione costituisce una prova evidente dell’estensione della fama di santità e della fama signorum della Serva di Dio Dora del Hoyo. Una fama che “deve essere spontanea e non artificiosamente procurata”, “stabile, continua, diffusa tra persone degne di fede, vigente in una parte significativa del popolo di Dio”[5].

Per questi motivi, trascorso il termine previsto, con Decreto dell’11 febbraio 2010 nominai Postulatore della Causa di Canonizzazione di Dora del Hoyo il Rev.mo Mons. José Luis Gutiérrez, il quale, il 2 ottobre 2011, mi presentò la richiesta ufficiale di apertura della Causa, secondo la legislazione vigente[6].

Il 22 gennaio 2011 designai due Censori[7], con l’incarico di esaminare gli scritti della Serva di Dio. Nella stessa data, nominai anche tre Periti in re historica et archivistica[8], i quali, dopo accurate ricerche negli archivi e dopo aver studiato i documenti esistenti, hanno mostrato, al di là di ogni ragionevole dubbio, l’esemplarità cristiana del suo percorso terreno.

Inoltre, l’11 ottobre 2011 emanai un Editto[9] con l’invito ai fedeli della Prelatura dell’Opus Dei in possesso di notizie utili alla Causa — sia favorevoli sia contrarie —, di scritti di Dora del Hoyo o di documenti relativi alla sua persona e alla sua condotta, di esibirli con piena libertà per favorire una ricerca quanto più completa possibile e dimostrare solidamente la verità.

Infine, notificai alla Conferenza Episcopale del Lazio e alla Congregazione delle Cause dei Santi il mio desiderio di aprire questa Causa di Canonizzazione, affinché potessero comunicarmi qualsiasi eventuale obiezione da parte loro. I relativi nulla osta sono datati, rispettivamente, 28 febbraio e 31 maggio 2012.

Nostro Signore Iddio chiamò Dora del Hoyo a occuparsi di compiti molto simili a quelli svolti dalla Beata Vergine Maria nella casa di Nazaret. Sono sicuro che l’esempio cristiano di questa donna, con la sua totale fedeltà alla vita cristiana, contribuirà a mantenere vivo l’ideale dello spirito di servizio e a diffondere nella nostra società l’importanza della famiglia, autentica Chiesa domestica, che lei seppe incarnare con il suo lavoro quotidiano, generoso e lieto, seguendo gli insegnamenti di San Josemaría. Affido lo svolgimento e il buon esito dei lavori di questo Tribunale all’intercessione del Fondatore dell’Opus Dei, di cui la Serva di Dio fu figlia fedelissima. Così sia.

[1] BENEDETTO XVI, Esort. ap. postsin. Verbum Domini, 30-IX-2010, n. 48.

[2] Ibid.

[3] Ibid.

[4] SAN JOSEMARÍA, Forgia, n. 702.

[5] CONGREGAZIONE DELLE CAUSE DEI SANTI, Istr. Sanctorum Mater, 17-V-2007, art. 7 § 2.

[6] Cfr. BEATO GIOVANNI PAOLO II, Cost. ap. Divinus Perfectionis Magister, 25-I-1983; CONGREGAZIONE DELLE CAUSE DEI SANTI, Normæ servandæ in inquisitionibus ab Episcopis faciendis in causis sanctorum, 7-II-1983, nn. 11-15; ID., Istr. Sanctorum Mater, art. 36-37.

[7] Cfr. ID., Normæ servandæ..., n. 13.

[8] Cfr. ID., Normæ servandæ..., n. 14; ID., Istr. Sanctorum Mater, art. 68-75.

[9] Cfr. ID., Normæ servandæ..., n. 11, b.

Romana, n. 54, Gennaio-Giugno 2012, p. 104-107.

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