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Altre notizie

Due libri sull’Opus Dei

La casa editrice Rialp di Madrid ha pubblicato in castigliano i libri: Memoria ingenua, di Alfons Balcells (1915-2002), e Vosotros sois la luz del mundo, del sacerdote svizzero Martin Rhonheimer. La versione originale del primo era apparsa in catalano nel 2005.

In Memoria ingenua, libro postumo, Alfons Balcells racconta, fra le altre cose, gli inizi del lavoro dell’Opus Dei a Barcellona nel 1939, non privo di difficoltà. Balcells entrò a far parte dell’Opus Dei nel 1943, quando era un giovane medico. Patologo di prestigio, negli anni Sessanta sarà eletto Rettore dell’Università di Salamanca.

Vosotros sois la luz del mundo, titolo che rimanda a una frase del Signore (Mt 5,14), è un libro destinato a un pubblico giovane. Il suo autore, professore di etica filosofica, è un noto e prolifico scrittore su temi di morale. Questa volta affronta in modo profondo, ma accessibile, il tema della vocazione cristiana in generale, e più in particolare quello della chiamata cristiana all’Opus Dei.


Montse Grases nel 50° anniversario

In occasione del 50° anniversario della morte della Serva di Dio Montserrat Grases (1941-1959), a Barcellona, in una sala attigua all’Oratorio di Santa María de Bonaigua, si è svolta una cerimonia commemorativa, durante la quale hanno preso la parola le sue amiche Rosa Pantaleoni e Jordi Suriol, il suo biografo José Miguel Cejas e Josep Palmerola, Sindaco di Seva, il paese in cui la famiglia di Montse era solita villeggiare.

Montse Grases morì il 26 marzo 1959, Giovedì Santo. Rosa Pantaleoni ricorda che “fino all’ultimo momento sdrammatizzava tutto, tenendo la Madonna di Montserrat sempre vicino a sé”. Continua a considerarla, ancora oggi, la sua grande amica, la sua amica di sempre: “Ho vissuto con lei prima e dopo la sua malattia”. Anche Jordi Suriol ha riferito alcuni ricordi personali di Montse e, riassumendo, ha detto di lei che “aveva la testa per pensare, il cuore per amare e la volontà per perseverare”. Da parte sua, José Miguel Cejas, dopo alcune considerazioni sul significato della vita di Montse, ha concluso dicendo che, malgrado la sua breve esistenza, “ha fatto la cosa più importante: amare con tutta l’anima”.

Josep Palmerola ha ricordato, per i presenti alla cerimonia, il giorno in cui a Seva si diffuse la notizia che “la figlia dei Grases” aveva “una brutta malattia”. Tutti, in paese, restarono impressionati dalla serenità con cui la famiglia viveva quella dura situazione.

Dopo la tavola rotonda, il Vicario dell’Opus Dei a Barcellona, Dottor Antonio Pujals, ha celebrato una Messa in suffragio dell’anima di Montse nell’Oratorio di Santa María de Bonaigua.

In occasione dell’anniversario è stato indetto anche un concorso internazionale su Montse, in tre modalità — fumetto, narrativa e audiovisivi —, al quale hanno partecipato ragazzi dai 9 ai 18 anni. La giuria era formata da Carlota Goyta e Asunción Esteban, autori di un popolare fumetto per l’infanzia, dallo scrittore Carlos Pujol e dal pubblicista Xavier Roca. Al concorso hanno partecipato giovani di molti Paesi, fra i quali Stati Uniti, Polonia, Messico, Austria e Filippine.


Gli studenti africani con il Papa

Trovandosi a Roma durante la Settimana Santa per partecipare al Congresso UNIV, i giovani provenienti da undici Paesi africani hanno consegnato al Papa una lettera nella quale lo ringraziano per le sue preghiere e le parole di stimolo pronunciate durante il suo viaggio in Camerun e Angola. Eccone il testo:

Santo Padre,

a nome dei giovani africani, la ringraziamo di tutto cuore per il suo recente viaggio in Angola e Camerun, e in particolare per le parole che ci ha rivolto nello Stadio Dos Coqueiros di Luanda. Grazie per la comprensione che ha mostrato verso le aspettative, le gioie, i timori e le sofferenze del nostro Continente.

Grazie per il coraggio e la chiarezza con cui è diventato il portavoce dell’Africa, anche davanti ai Paesi ricchi riuniti pochi giorni fa in Europa, a Londra. Nelle settimane successive al suo viaggio, le sue parole sulla necessità dell’etica pubblica sono diventate un punto di riferimento nella vita sociale dei nostri Paesi.

A volte, quando noi africani leggiamo i giornali del cosiddetto “Nord del mondo”, ci sentiamo incompresi, sottovalutati, e anche utilizzati in modo interessato da parte di alcuni. Invece, dicendoci che l’Africa è “il Continente della speranza”, Sua Santità ha dimostrato di avere fiducia in noi e ci ha portato un messaggio di incoraggiamento.

Grazie anche, Santo Padre, per le parole esigenti che ci ha rivolto e per il suo invito a impegnarci personalmente nell’educazione, nel servizio agli altri e nella lotta alla corruzione. In questa esigenza notiamo anche la stima e il rispetto che il Papa ha per noi. Non dimentichiamo che ci ha detto che la via per trasformare il nostro Continente deve cominciare dal rinnovamento dei nostri cuori.

Grazie per aver voluto stare con noi, per averci ascoltato, per averci indicato un cammino e per avere scosso le nostre coscienze. A nome di tutti gli universitari e di tutti i giovani africani, vogliamo dire al Papa che metteremo tutte le nostre forze al servizio dell’Africa per trasformarla con pazienza e costanza, lavorando per le generazioni future.

Per mantenere questo impegno, contiamo sull’orazione e la fiducia del Santo Padre.

La lettera era firmata da Serge e Cyrille Futcha (a nome dei partecipanti del Camerun), Marie-Louse Thiaw (a nome dei partecipanti del Senegal), Supriano Dembe (a nome dei partecipanti dell’Angola), Busisiew Fortunate Letsoto (a nome dei partecipanti del Sud-Africa), Mark Muhoro (a nome dei partecipanti del Kenya), Sompto Chukwuemeka (a nome dei partecipanti della Nigeria), Janvier Mahougnon Gbenou (a nome dei partecipanti del Benin), Clementine Kiodi (a nome dei partecipanti del Congo), Alex Mbonimpa (a nome dei partecipanti dell’Uganda), Aimee Adjou (a nome dei partecipanti della Costa d’Avorio), Brenda Garriga (a nome dei partecipanti della Guinea Equatoriale).


Università di Navarra: i 50 anni della Facoltà di Comunicazione

Nell’Anno Accademico 1958-1959 iniziò il cammino dell’Istituto di Giornalismo, allora chiamato Studio Generale di Navarra. Prendendo come riferimento quel punto di partenza, la Facoltà di Comunicazione dell’Università di Navarra, erede dell’Istituto di Giornalismo, ha celebrato quest’anno i suoi 50 anni di vita.

In questo mezzo secolo sono passate dalla Facoltà quasi 8.000 persone, includendo i professori e gli studenti dei diversi programmi offerti, sia nei corsi di laurea (che attualmente sono tre: Giornalismo, Comunicazione audiovisiva, Pubblicità e Pubbliche relazioni), sia di post-laurea (il Programma per laureati latino-americani e i Master in Gestione delle Imprese di Comunicazione e in Comunicazione Politica e Corporativa).

I festeggiamenti hanno toccato l’apice sabato 16 maggio con un incontro al quale hanno partecipato numerosi ex studenti ed eminenti professionisti della comunicazione che a suo tempo si sono formati nelle aule di questa Facoltà.


Un nuovo Istituto di Liturgia a Roma

In data 19 maggio 2009 è stato eretto l’Istituto di Liturgia della Pontificia Università della Santa Croce. Direttore dell’Istituto è il Professor Antonio Miralles. Il nuovo Istituto s’inserisce nella Facoltà di Teologia e si aggiunge ai cinque dipartimenti che già la formavano: Teologia Dogmatica, Teologia Morale, Teologia Spirituale, Teologia Biblica e Storia della Chiesa.


L’Opus Dei comincia un lavoro stabile in Indonesia, Corea e Romania

Dal 2 al 7 giugno, 15 fedeli Numerari dell’Opus Dei — 9 laici e 6 sacerdoti — sono stati a Roma allo scopo di ricevere dal Prelato alcuni orientamenti pastorali per il loro futuro lavoro in Corea, Romania e Indonesia, dove si stanno per trasferire o (nel caso dell’Indonesia) dove vivevano da pochi mesi.

Alla fine sono partiti per i loro nuovi rispettivi Paesi, nei quali il 26 giugno hanno celebrato per la prima volta la festa di San Josemaría Escrivá e dove ora stanno svolgendo la loro professione.

I nuovi Centri della Prelatura in Romania e in Corea si trovano, rispettivamente, a Bucarest e a Daejeon (Corea del Sud). Sono stati eretti con la venia degli Ordinari locali. In Indonesia il primo Centro dell’Opus Dei è a Surabaya, nella parte orientale dell’isola di Giava; anche questo Centro è stato aperto con la venia e l’incoraggiamento del Vescovo.

In precedenza, nei tre Paesi si svolgevano già alcune attività di formazione cristiana per i fedeli dell’Opus Dei, i Cooperatori e gli amici. Ora questo lavoro potrà essere compiuto con maggiore continuità.

Romana, n. 48, Gennaio-Giugno 2009, p. 131-134.

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