Roma 13-IV-2006 Nella Messa “In cœna Domini”, Chiesa prelatizia di Santa Maria della Pace, Roma.
1. Desiderio desideravi hoc Pascha manducare vobiscum! Sono le parole rivolte agli Apostoli e, in essi, a tutta la Chiesa, e a noi, che ci ricordano il momento ineffabile che stiamo commemorando nella solennità del Triduo Pasquale.
Ogni parola, ogni gesto di Gesù - parole e gesti di Dio -, è un invito dai molteplici aspetti, che esige da parte nostra una risposta anch’essa molteplice, perché Egli si è donato a noi del tutto. In nessun momento il Maestro si è disinteressato della sua missione di Reden-tore. Tutto ciò che ha fatto, tutto ciò che ha pensato, tutto ciò che ha detto, tutte le preghiere da Lui fatte, e anche i suoi tempi di lavoro e di riposo a Nazaret e più tardi con i discepoli, è orientato al Sacrificio della Croce, che si fa presente agli uomini con la celebrazione della Santa Messa. Per la Grazia che Egli ci ha ottenuto, e che ci concede costantemente, abbiamo la possibilità che, come diceva san Josemaría, la nostra vita sia “essenzialmente eucaristica”.
Essenza, lo sappiamo bene, è ciò che definisce ogni realtà. Perciò, con l’aiuto che dal Cielo ci arriva, come siamo obbligati a unire la nostra condotta all’Eucaristia! Sì, dob-biamo sforzarci di non stare lontani dal Santissimo Sacramento; dobbiamo aspirare a conse-guire la supplica che S. Tommaso d’Aquino modellò nell’inno Adoro te devote: præsta meæ menti de te vivere! Concedimi, Signore, ch’io non sappia vivere senza di Te.
2. Deve colmarci di gioia e spingerci a migliorare il nostro comportamento di ogni giorno la possibilità di muoverci con Cristo, in Cristo, per Cristo. Abbiamo la certezza che, anche se alcune volte questo dono gioioso esige una lotta, anche dura, non esiste sulla terra un bene più grande che camminare nell’amicizia con Dio.
Nel Cenacolo, nell’istituzione dell’Eucaristia, durante la preghiera sacerdotale, Gesù ci mostra in maniera evidente di essere l’Emmanuele, il Dio con noi, e ci spiega che l’amicizia che ci offre consiste proprio nel gustare la sua intimità con il Padre. Gli uomini che lo ascoltavano erano deboli, come noi. Consola e fortifica questa realtà che ci narra, e ci fa perseverare nel bene: Gesù non esclude nessuno. Soltanto l’uomo, con un cuore indurito che non vuole cambiare, è capace di chiudere la sua anima, di arrivare a tutti i tradimenti.
Facciamo il proposito di ricevere più intensamente l’Eucaristia - di riceverla ogni giorno! -, persuasi di essere noi i beneficiari. Non ci allontaniamo da Lui, con una lotta quo-tidiana per respingere il peccato ed eliminare le disposizioni del cattivo amico che abbando-na chi lo ama.
3. Sin dal primo momento del suo Pontificato, Benedetto XVI ha insistito sulla cen-tralità dell’Eucaristia nella Chiesa e nella condotta di ognuno dei figli della Chiesa. Fra le molte altre argomentazioni, ci ha fatto ricordare la determinazione con cui i martiri della primitiva cristianità, davanti all’incomprensione e alle minacce dei persecutori, affermavano con fermezza: sine Dominico non possumus!
Quegli uomini e quelle donne rispondevano così alla proibizione di celebrare il giorno del Signore. Anche noi, che sappiamo come Dio ci ama, dobbiamo applicare questa espressione alle nostre giornate. Te lo auguro sinceramente: inserisci nel tuo programma di ogni giorno di assistere alla Messa e di ricevere l’Eucaristia.
Non dobbiamo dimenticare che anche ora abbondano i tiranni che con malanimo si ostinano a fare in modo che non approfittiamo del tesoro dell’Eucaristia. Essi si annidano dentro di noi: la comodità, la superbia, la sensualità, il flagello di una condotta tiepida. Op-pure li troviamo nel nostro ambiente, dove non si ammette che la creatura senza Dio non è nulla, è meno di niente. Reagiamo con un coraggio lieto, non permettendo che i rispetti uma-ni ci attanaglino e ci impediscano di testimoniare la nostra fede.
4. Perciò, per quanto non manchino ostacoli intorno a te - anche il Signore li trovò e ci annunciò che il discepolo non è più del Maestro; la Storia si è ripetuta -, anche ora succede che molte persone, nell’osservare un comportamento cristiano, avvertano la crisi salutare della conversione. Sì, dalla nostra personale pietà eucaristica dipende il ritorno alla fede o l’inizio di questo itinerario per tante persone nel mondo.
Giovanni Paolo II ha affermato che nell’Eucaristia, dato che è realmente presente il Corpo e il Sangue di Cristo, si trova la fragranza della Madonna che, per opera dello Spirito Santo, ha dato il Corpo e il Sangue al nostro Redentore. Ricorriamo all’intercessione di Ma-ria per essere anime di Eucaristia.
Romana, n. 42, Gennaio-Giugno 2006, p. 74-76.