Congresso generale elettivo
Il 22 dicembre 2016 — dieci giorni dopo la morte di Mons. Javier Echevarría - Mons. Fernando Ocáriz, allora vicario ausiliare della Prelatura, ha convocato il terzo Congresso elettivo dell’Opus Dei, che si è svolto a Roma con inizio il 23 gennaio 2017. Come prevede il diritto particolare della prelatura dell’Opus Dei, quando l’ufficio di prelato rimane vacante, il governo compete al vicario ausiliare, il quale entro un mese deve convocare il Congresso generale elettivo affinché sia designato un nuovo prelato prima di tre mesi dall’inizio della vacanza (cfr. Statuta, 149, §§1-2).
Per designare il nuovo prelato si segue il sistema dell’elezione canonica, regolato dal vigente Codice di Diritto Canonico (cfr. canoni 164-179; cfr. anche la Costituzione apostolica Ut sit, art. IV). Dato il carattere di struttura giurisdizionale dell’organizzazione gerarchica della Chiesa che ha la Prelatura, i suoi statuti stabiliscono che l’elezione deve essere confermata dal Romano Pontefice (cfr. Codice di Diritto Canonico, canoni 178-179; Ut sit, IV; Statuta, 130, §1).
L’elezione del prelato deve ricadere necessariamente su un sacerdote, di età superiore ai quaranta anni, che sia membro del Congresso e che almeno da dieci anni sia incorporato alla Prelatura e sia sacerdote almeno da cinque (cfr. Statuta, 131, 1°). Nel gennaio del 2017, 94 presbiteri, provenienti da 45 Paesi, rispondevano a questi requisiti. Tra essi si trovavano numerosi vicari regionali, o altri sacerdoti che lavorano o hanno lavorato in ruoli di governo pastorale dell’Opus Dei, sia a Roma, sia in una delle 49 circoscrizioni che attualmente compongono la Prelatura.
Gli statuti descrivono anche le diverse caratteristiche umane, spirituali e giuridiche che deve possedere il prelato per garantire il retto disimpegno della carica: in sintesi, deve distinguersi per alcune virtù come la carità, la prudenza, la vita di pietà, l’amore alla Chiesa e al suo Magistero e la fedeltà all’Opus Dei; deve possedere una profonda cultura, sia nelle scienze ecclesiastiche che in quelle profane, e avere doti adeguate di governo (cfr. Statuta, 131, 2° e 3°). Sono requisiti analoghi a quelli che il diritto canonico richiede per i candidati all’episcopato (cfr. Codice di Diritto Canonico, c. 378, §1).
Nel processo elettivo si distinguono tre fasi: la riunione plenaria dell’Assessorato Centrale, la celebrazione del Congresso generale elettivo e la nomina del prelato da parte del Santo Padre.
La prima fase consiste in una riunione del plenum del Consiglio per le donne della Prelatura, chiamato Assessorato Centrale. Ogni partecipante formula una proposta con il nome o i nomi di quei sacerdoti che ritiene più adatti per la carica di prelato e tali proposte sono trasmesse al Congresso generale elettivo (cfr. Statuta, 130, §3).
Il Congresso elettivo, formato dai fedeli dell’Opus Dei che sono congressisti (cfr. Statuta, 130, §2), procede alla votazione dei candidati, tenendo conto delle proposte formulate dal plenum dell’Assessorato Centrale. I fedeli dell’Opus Dei che partecipano al Congresso elettivo sono sacerdoti e laici dell’età di almeno 32 anni, incorporati alla Prelatura per lo meno da nove anni. Sono nominati tra i fedeli delle diverse nazioni in cui l’Opus Dei svolge la sua attività pastorale (cfr. Statuta, 130, §2). Gli statuti non stabiliscono un numero massimo di congressisti.
Una volta compiuta l’elezione, e accettata dall’eletto, questi — da sé o mediante altri — deve richiedere la conferma del Romano Pontefice (cfr. Statuta, 130, §4). Confermata l’elezione da parte del Papa, il prelato risulta nominato e acquista la pienezza di potestà (cfr. Statuta, 130, §1).
Il prelato esercita la sua potestà in accordo con il diritto generale della Chiesa e quello particolare della Prelatura: la Costituzione apostolica Ut sit e il Codex iuris particularis Operis Dei o Statuta promulgati dal Romano Pontefice (Codice di Diritto Canonico, c. 295, §1), in cui sono regolate con precisione le diverse competenze giuridiche e pastorali. Come si legge negli Statuta, il prelato deve essere per i fedeli dell’Opus Dei un maestro e padre, che ami per davvero tutti profondamente in Cristo e li formi e li infiammi con ardente carità, spendendo la propria vita volentieri per loro (cfr. Statuta, 132, §3).
Romana, n. 64, Gennaio-Giugno 2017, p. 10-11.