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Il volume 15 di Studia et Documenta

L’Istituto Storico San Josemaría Escrivá ha pubblicato il volume 15 della rivista Studia et Documenta. Questo numero prende in esame il consolidamento e l’espansione dell’Opus Dei tra il 1951 e il 1956, gli anni dei suoi due primi Congressi generali. Continua, in un certo senso, il precedente numero della rivista, che si era occupato dello sviluppo dell’Opera nella Spagna del decennio del 1940. Hanno collaborato alcuni ricercatori del Centro di Documentazione e Studi Josemaría Escrivá (CEDEJ), come Santiago Martínez, Federico Requena, Constantino Ánchel e José Luis González Gullón.

Nei sei studi del quaderno monografico, Francesc Castells e José Luis González Gullón si occupano del primo Congresso generale dell’Opus Dei, quello del 1951, che comprende la trascrizione delle sessioni del Congresso.

Gli articoli di Constantino Ánchel e quello di María Eugenia Ossandón e María Hernández Sampelayo riguardano, rispettivamente, i primi aggregati e le prime aggregate. A partire dall’approvazione dell’Opus Dei come istituto secolare, Ánchel descrive l’itinerario che permise la comparsa della figura degli aggregati, e presenta le prime quattro vocazioni. Ossandón ed Hernández Sampelayo espongono il contesto storico delle prime aggregate, descrivendo dettagliatamente la formazione che ricevevano, e spiegano la novità che comportava questa modalità di vita laicale.

Santiago Martínez racconta il processo della nascita della Società Sacerdotale della Santa Croce e le spiegazioni che bisognava dare ai Vescovi spagnoli. Accenna alle opinioni che i prelati si facevano attorno a questa nuova realtà, che permetteva di includere in questa società sacerdotale i chierici incardinati nelle loro rispettive diocesi.

Chiude il quaderno monografico uno studio di Fernando Crovetto e Federico M. Requena sulla espansione internazionale dell’Opus Dei nella prima metà del decennio del 1950. Questa analisi fa capire per quali motivi furono scelti proprio quei Paesi e fornisce un profilo di coloro che ne furono i protagonisti.

Nella sezione Studi, Federico M. Requena analizza la figura degli istituti secolari e come l’Opus Dei abbandonò questa configurazione, comprendendo che ormai non era più un modello adatto alla sua natura. Riserva una particolare attenzione alla relazione che si stabilì fra un entusiasta propugnatore degli istituti secolari negli Stati Uniti, Joseph E. Haley, e José Luis Múzquiz.

La sezione documentale comprende due studi. Alfredo Méndiz prende in esame il racconto di un viaggio di José Luis Múzquiz in Portogallo nel 1941. E Luis Cano presenta alcuni testi della predicazione di Josemaría Escrivá, nelle conversazioni con gruppi di persone nel 1970 su argomenti molto diversi, legati alla vita spirituale e alla situazione del mondo e della Chiesa.

Chiude la rivista la Sezione bibliografica, che comprende la recensione di 9 libri, 14 schede bibliografiche e un elenco di tutto ciò che è stato pubblicato dall’attuale prelato dell’Opus Dei, Fernando Ocáriz, e su di lui, tra il 1972 e il 2013.

Romana, n. 72, Gennaio-Giugno 2021, p. 92-93.

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