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Il volume 14 di Studia et Documenta

L’Istituto Storico San Josemaría Escrivá ha pubblicato il volume 14 (2020) della rivista Studia et Documenta. Contiene un quaderno monografico che analizza la diffusione dell’Opus Dei nel decennio 1940-1950 e fa seguito all’articolo pubblicato nel volume 3 (2009), dedicato all’Opus Dei nella Madrid degli anni Trenta. Attraverso i nove studi raggruppati in questa sezione sono presentate diverse questioni di grande rilievo per l’istituzione in un momento in cui si diffondeva in tutta la Penisola iberica e cominciava a essere presente in altri Paesi.

Nel primo, Julio Montero-Díaz delinea il contesto politico, sociale, religioso e culturale della Spagna di quegli anni, un Paese che ancora in quel decennio svolse un ruolo da protagonista nella storia dell’Opus Dei. Nel secondo, Francesc Castells e José Luis González Gullón analizzano lo sviluppo delle principali caratteristiche del governo dell’Opus Dei in un periodo nel quale si passò dalla mancanza di un’approvazione ecclesiastica ufficiale all’approvazione definitiva come istituto secolare da parte della Santa Sede. Nel terzo e nel quarto studio, Inmaculada Alva e Mercedes Montero presentano gli inizi dell’attività dell’Opus Dei con le donne: sia la fase iniziale dell’apostolato (dal 1942 al 1945) e le attività che promossero, sia la formazione umana, spirituale, dottrinale religiosa, apostolica e professionale che ricevettero tra il 1945 e il 1950.

Nel quinto studio, Santiago Casas presenta le Settimane di Studio che furono organizzate nel 1940, un momento speciale di formazione dottrinale e sullo spirito dell’Opus Dei, che mirava ad accrescere la fraternità tra i membri numerari dell’Opera e preparare l’espansione apostolica in Spagna. Nel sesto studio, Constantino Ánchel e José Luis Illanes analizzano il percorso giuridico che permise l’incardinazione dei primi sacerdoti nell’Opus Dei e l’iter che rese possibile che sacerdoti diocesani potessero appartenere alla Società Sacerdotale della Santa Croce. Santiago Martínez tratta delle relazioni del fondatore e dei suoi collaboratori con diversi vescovi spagnoli tra la fine della guerra civile e il primo viaggio di Escrivá a Roma nel 1946. Onésimo Díaz analizza i concorsi a cattedra affrontati da alcuni membri dell’Opus Dei che divennero professori ordinari nelle università spagnole tra il 1939 e il 1951. Infine, uno studio di Federico M. Requena e Fernando Crovetto sulla espansione internazionale dell’Opus Dei chiude la parte monografica, e include un profilo dei membri dell’Opera che ne furono protagonisti.

Nella sezione Documenti, Enrique de la Lama e Alfredo Méndiz presentano la corrispondenza (1935-1972) tra san Josemaría e monsignor Marcelino Olaechea, arcivescovo di Pamplona e di Valencia, custodita nell’Archivio Generale della Prelatura dell’Opus Dei e nell’Archivio della Cattedrale di Valencia. Mónica Fuster esamina la relazione tra san Josemaría e il cardinale Federico Todeschini, soprattutto a partire dal 1951, quando questi fu nominato cardinale protettore dell’Opus Dei.

Nella sezione Notiziario si illustrano brevemente le pubblicazioni e i documenti esistenti su Guadalupe Ortiz de Landázuri, la prima persona laica dell’Opera a essere beatificata: sono presentati documenti dell’autorità ecclesiastica, biografie, documentari, opuscoli, voci di dizionari, studi su alcuni aspetti particolari e altre pubblicazioni sulla figura di Guadalupe Ortiz.

Chiude la rivista la Sezione bibliografica, con la recensione di 5 opere e con 5 schede bibliografiche.

Romana, n. 70, Gennaio-Dicembre 2020, p. 127-129.

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