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In cammino verso la fede

I membri dell'Opus Dei amano e praticano un apostolato ad fidem, caratterizzato dall'amore per la Chiesa e dal profondo rispetto per le anime. Mons. Escrivá era solito dire che in tal modo l'Opera "ammette i non cristiani, gli atei, i pagani, a partecipare, per quanto possibile, dei benefici spirituali"[1] elargiti dalla Chiesa all'Opus Dei. Molte di queste persone non cattoliche offrono la propria disponibilità a collaborare a iniziative apostoliche, iniziando liberamente un cammino che non di rado li porterà, con l'aiuto di Dio, a scoprire o a riscoprire il dono della fede.

Dal profondo Sud

Gli scalini d'ingresso di Northview, un Centro dell'Opus Dei a Chicago, sono stati teatro del mio primo incontro con un omone di colore, di aspetto simpatico. Voleva sapere se io ero cattolico; mi spiegò che viveva da un certo tempo nelle vicinanze e aveva visto alcune volte entrare lì un sacerdote. Non domandava per mera curiosità: era mosso da un interesse più profondo, suscitato da alcune letture sulla Chiesa Cattolica.

Le sue inquietudini erano apparse quarantatré anni prima, nella sua città natale, nel profondo Sud degli Stati Uniti. Lì aveva già intrapreso lo studio del catechismo della dottrina cristiana; ma l'aveva poi interrotto, costretto dalle circostanze. La conversione della sorella, che si era sposata con un cattolico, aveva risvegliato in lui il problema. Nel frattempo, dopo aver completato gli studi e espletato il servizio militare, il mio amico aveva lavorato come impiegato in diverse città. Quando lo conobbi abitava ormai a Chicago da tredici anni. Ultimamente aveva deciso di iscriversi a un corso di dottrina cattolica che si teneva in una chiesa prossima a Northview.

Ma ciò non gli bastava. Fu così che, pochi giorni dopo aver fatto conoscenza, venne da me con una serie di domande che si era preparato: l'Eucarestia, la Confessione, i Comandamenti... Risposi come meglio potei e gli suggerii la lettura di alcuni libri.

Ritornò la settimana seguente, e le successive. Quando il tempo stringeva, facevamo colazione assieme; altre volte parlavamo per strada, camminando. Ma i nostri colloqui sulla fede non si interruppero, anzi il mio amico leggeva tutti i testi che gli proponevo e faceva domande sempre più profonde.

Un giorno di fine autunno mi comunicò la sua decisione: voleva essere accolto nella Chiesa Cattolica. S'iscrisse al catecumenato della parrocchia e incominciò a recarsi alle riunioni settimanali. I nostri incontri, comunque, proseguirono. Per un certo tempo lo accompagnai alla Messa del sabato sera, nel corso della quale il sacerdote era solito dedicare l'omelia a coloro che desideravano essere battezzati.

Fu allora che venne per la prima volta a partecipare alla Veglia al Santissimo, che si tiene al Northview University Center il primo venerdì del mese; lo si vedeva molto contento. Fece anche il suo primo ritiro spirituale.

Poco tempo dopo, iniziai a lavorare a Michigan City, quarantacinque miglia circa a Sudest di Chicago. Ci potevamo vedere solamente nei fine settimana e andavamo a Messa insieme. Egli continuava a pormi domande. Studiava seriamente e quasi sempre ricordava perfettamente le risposte del catechismo; voleva però che gliele spiegassi più a fondo.

Ormai vicina la data del Battesimo, cominciammo di comune accordo una novena al Fondatore dell'Opus Dei, recitando la preghiera per la devozione privata approvata dall'autorità ecclesiastica competente. Chiedevamo al Signore, per intercessione del Servo di Dio, che il catecumeno traesse profitto da tutte le grazie che stava ricevendo.

L'ultimo giorno della novena era Sabato Santo. Gli diedi uno scapolare del Carmelo, spiegandogli questa devozione mariana. La notte stessa, nel corso della Veglia Pasquale, il mio amico ricevette il Battesimo, la Confermazione e la Prima Comunione. All'uscita, confermandomi la libertà della propria decisione, mi disse:

—Ora si fa sul serio!

Non potevo che dargli ragione.

Quattro storie parallele

Un membro della Prelatura, medico, narra la conversione di un amico:

Una notte di guardia nell'ospedale unisce molto e permette di conoscere bene il collega di turno. Così avvenne con uno di essi. Negli intervalli tra le diverse chiamate dei malati, gli parlai dell'orazione; egli tuttavia, a causa della scarsa formazione ricevuta, considerava la meta assai remota.

Lo invitai a conoscere Campo Grande, un Centro dell'Opus Dei di Lisbona. Accettò. Al principio frequentava soltanto la sala di studio, ma presto cominciò ad accompagnare quanti verso metà pomeriggio andavano a pregare in oratorio. La prima volta, al termine dell'orazione, il mio amico mi propose alcuni quesiti. L'aveva meravigliato l'espressione "figli di Dio", appresa da un libro di lettura spirituale. Gli rammentai la dottrina sul Battesimo e fu allora che mi disse di non essere cristiano.

Nacque in lui una profonda inquietudine che lo indusse a studiare a fondo il catechismo. Assistette a un corso di ritiro spirituale e cominciò a invitare a Campo Grande amici e colleghi. Durante le vacanze estive mi scrisse per esprimermi la sua riconoscenza.

La preghiera di molte persone ottenne dal Signore la grazia della conversione del mio amico: ben presto espresse il desiderio di ricevere quanto prima il Battesimo. Data l'approfondita preparazione già acquisita, il suo desiderio poté essere esaudito: ora è già cattolico.

La storia si è ripetuta, con qualche differenza, per altri universitari di Lisbona. E' il caso di due ragazzi, che assistettero a un corso di dottrina cristiana a Campo Grande senza essere ancora cristiani. Uno lo divenne di lì a poco, mentre più laborioso fu il processo di conversione dell'altro. Quando anni prima si stava preparando per ricevere il Battesimo, aveva dovuto rientrare nel suo Paese d'origine. Anche lì aveva ripreso le lezioni di catechismo; ma quando la meta sembrava ormai prossima era dovuto ritornare in Portogallo. A Lisbona egli riprese a studiare il catechismo per proprio conto; fu perciò molto contento quando Paulo gli parlò della possibilità di migliorare la sua formazione cristiana. Oggi è ormai vicino il momento in cui potrà essere accolto nella Chiesa.

Si può menzionare anche il caso di uno studente di Architettura, che mosse i primi passi sul cammino della fede per una circostanza a prima vista fortuita. Venuto in possesso di un'immaginetta per la devozione privata al Servo di Dio Josemaría Escrivá, lesse l'orazione e la breve nota biografica ivi riportate e si presentò alla sede della Vicepostulazione per la Causa di Beatificazione del Servo di Dio. Desiderava ulteriori informazioni sull'Opus Dei e sul suo Fondatore. Avvertiva il bisogno di Dio e lo cercava da tempo in vari luoghi, lontano dalla Chiesa, senza trovare riposo.

Venne indirizzato a Campo Grande, dove cominciò a frequentare lezioni di dottrina cattolica. Iniziò anche ad andare a Messa. Per poter ricevere il Battesimo dovette superare vari ostacoli. Senza scoraggiarsi, ricorse all'intercessione del Fondatore dell'Opus Dei. Le difficoltà si appianarono e poco dopo venne accolto nella Chiesa Cattolica.

Conversazioni in metropolitana

E' difficile vivere a Londra e non essere utente del London Regional Transport. La vicenda che narrerò si è svolta in parte nella metropolitana, e in parte nella Residenza universitaria Netherhall House, opera apostolica dell'Opus Dei nella capitale britannica.

Cominciava il primo trimestre di un anno accademico nell'Università di Londra. Di buon mattino, stavo scendendo alla Finchley Road Tube Station per dirigermi all'Imperial College, dove mi sarei trattenuto per motivi di studio i due anni seguenti. Mi affrettavo per giungere in tempo al lavoro. Improvvisamente mi si accostò uno studente arrivato in Residenza la sera prima. Ci eravamo visti soltanto di sfuggita, in sala da pranzo, senza avere neppure il tempo di presentarci. Studiava l'ultimo anno di Fisica nello stesso College che io stavo per iniziare. Giacché eravamo diretti allo stesso posto mi propose di fare il viaggio insieme.

Fu la prima di una lunga serie di conversazioni mattutine, che avrebbero riempito ogni giorno i cinquanta minuti di viaggio in metropolitana. Divenimmo amici e, ovviamente, cominciammo a trattare i temi più svariati. Ancora in uno dei primi viaggi seppi che il mio amico non era cattolico. Conosceva già l'Opus Dei, perché aveva abitato in un'altra Residenza diretta dall'Opera. Là, mi diceva, andava abitualmente nell'oratorio per pregare e leggere la Bibbia. Benché non credesse nella presenza eucaristica, faceva sempre un'inchino dinanzi al tabernacolo.

Le nostre conversazioni in metropolitana hanno sortito grandi effetti e mi hanno fatto sperimentare ancora una volta l'azione dello Spirito Santo nelle anime.

Fu a Baker Street, una delle più antiche stazioni sotterranee del mondo, che, aspettando un trasbordo, mi si presentò l'opportunità di parlargli degli Angeli Custodi.

In un'altra occasione, offertasi non più in metropolitana ma in un tipico pub inglese, locale dove è facile conversare piacevolmente con gli amici, finimmo col parlare della dottrina cattolica sull'Eucarestia.

Un giorno, all'inizio della Quaresima, il mio amico mi chiese, con mia sorpresa, di svegliarlo alle sei e mezza. Mi disse che voleva fare un po' d'orazione prima di colazione, e aggiunse:

—Mi potresti dare la sveglia tutti i giorni?

Fu così che iniziò a praticare ogni mattina l'orazione mentale.

A maggio gli proposi di visitare un Santuario dedicato alla Madonna per recitarvi il Rosario; accettò. Conosceva già l'avemaria. Per comprendere più a fondo il significato del Rosario, gli dissi che potevamo leggere prima di ogni mistero un passo di "Holy Rosary", di Mons. Escrivá. Fu lo spunto per toccare poi altri argomenti, come la mortificazione e la penitenza.

In ognuno di questi colloqui era manifesta l'azione della grazia nell'anima del mio amico. Ne ero tanto più incoraggiato a pregare per lui. Oltre a fare orazione al mattino e alla sera, egli cominciò a visitare ogni giorno il Santissimo Sacramento. Anche se non ammetteva ancora la dottrina cattolica circa la presenza reale, vi era sempre più vicino. Senza che nessuno glielo suggerisse, iniziò a genuflettersi davanti al Tabernacolo.

L'anno accademico seguente il mio amico, che doveva iniziare la tesi per il dottorato in Fisica medica, confermò la sua presenza in Residenza.

Nuovi interrogativi gli erano sorti. Mi chiese consiglio e l'incoraggiai a pregare per ricevere luci dal Signore. A questo scopo decise di fare un corso di ritiro spirituale —il primo della sua vita— presso la Residenza Grandpont House, a Oxford.

Al termine di un'attività di carattere formativo e sportivo svoltasi nei Pirenei poco dopo Natale, mi disse di essersi deciso dopo matura riflessione e con piena libertà a chiedere l'ammissione alla Chiesa Cattolica: era convinto di fare così la Volontà di Dio. Dal momento che ormai da due anni seguiva le lezioni di dottrina cattolica che alcuni membri della Prelatura davano nell'Imperial College, e tenuto conto del fatto che nell'ultimo anno aveva assistito con regolarità a meditazioni e ritiri spirituali nella Residenza, dopo aver compiuto i passi previsti presso l'autorità ecclesiastica competente, venne fissata la data della professione di fede e della Confermazione per il 19 marzo, solennità di S. Giuseppe.

Il primo di una serie

Mentre ero al lavoro nel laboratorio di Processi di Produzione dell'Università dove studio, la mia attenzione fu attratta da un ragazzo di oltre due metri d'altezza; vidi che era intento a fabbricare un crocifisso di metallo. Intavolai discorso con lui. Mi disse che era mormone.

Presto divenimmo buoni amici: era colpito da come la differenza delle nostre fedi religiose non costituisse un ostacolo alla nostra amicizia. Di lì a poco, cominciò a manifestare il desiderio di conoscere a fondo il cattolicesimo. Egli aveva ricevuto il Battesimo poco dopo la nascita ma pochi anni dopo i suoi genitori s'erano fatti mormoni. Gli parlai della possibilità di assistere a un Corso di Teologia in un Centro della Prelatura di Città del Messico; accettò molto contento.

La prima lezione verteva sul tema dell'esistenza di Dio e il mio amico dimostrò subito una grande capacità d'assimilazione; al termine, ringraziò e disse che si era proposto di imparare l'avemaria, per poterla recitare con gli altri all'inizio della lezione seguente.

Nel congedarmi da lui, gli diedi in prestito un libro di dottrina cattolica di cui gli avevo parlato in precedenza. Rimasi molto sorpreso quando, la lezione dopo, mi recensì più della metà dell'opera. Si notava che non si era limitato ad una lettura per sommi capi ma, al contrario, ne aveva approfondito i particolari.

Il mio amico frequentava regolarmente le riunioni. Si cominciarono a trattare temi che lo interessavano specialmente: la Chiesa, i Sacramenti... Un giorno parlammo distesamente della possibilità che potesse tornare alla fede. Mi espose i suoi dubbi iniziali e la necessità che sentiva di muovere questo passo. Concluse, come chi avesse meditato a lungo sull'argomento, che ormai era persuaso che nel Cattolicesimo ci fosse la verità e che aveva solamente bisogno di un po' più d'aiuto.

Un corso di ritiro spirituale cui allora partecipò, oltre a chiarirgli ulteriormente la dottrina cattolica, fu per lui la migliore preparazione per il grande avvenimento della sua vita. La vigilia della conclusione del ritiro si dichiarò deciso a convertirsi e la sera stessa mi confidò due suoi propositi fondamentali: santificarsi nei doveri quotidiani e farsi aiutare dalla Madonna in ogni sua attività. Il giorno dopo, per mettere in pratica il secondo proposito cominciò a recitare il Santo Rosario.

Al ritorno continuò lo studio del catechismo della dottrina cristiana e in pochi giorni compì tutti i passi necessari per tornare in seno alla Chiesa. Assistette alla Santa Messa e ricevette la Prima Comunione.

I primi beneficiari della sua gioia furono i suoi parenti, che risiedono nei pressi della capitale. Di lì a poco anche la madre decise di prepararsi per tornare alla pratica della fede. Il padre, che all'inizio opponeva un po' più di resistenza, ha intrapreso lo stesso itinerario verso la Chiesa. Ora il mio amico sta preparando due nipoti perché possano anch'essi ricevere il Battesimo.

Sempre più vicino

Cinque anni fa feci amicizia a Madrid con una ragazza cinese. La incoraggiai a conoscere la Chiesa Cattolica ma lei non si mostrò molto interessata. L'anno dopo, diede lezioni di cucina cinese in un Centro della Prelatura. Poté così toccare con mano l'ambiente allegro e sereno della casa, e cominciò a mutare atteggiamento, finché chiese di ricevere istruzione religiosa.

L'estate ci recammo insieme a passare alcuni giorni nei pressi del Santuario mariano di Torreciudad. La mia amica si pose molti interrogativi, ma non volle entrare nel Santuario. Rispettai la sua decisione e la nostra amicizia non ne venne intaccata. Nel contempo continuavo a pregare per lei.

Tornammo a Torreciudad l'estate seguente. Un sabato, durante la recita del Rosario, ci fermammo a parlare nel piazzale antistante il Santuario. Fu allora che per la prima volta acconsentì ad entrare. All'interno era in corso una funzione eucaristica. Le dissi che poteva stare seduta, se preferiva, ma volle rimanere tutto il tempo in ginocchio, come tutti gli altri.

Al termine della funzione, feci cenno di andarmene ma la mia amica preferì rimanere un altro po'. Quindi, ci avviammo verso la cappellina della Madonna. Desiderava scrivere le sue intenzioni nell'apposito libro che si trova in una sala annessa, perché altre persone pregassero la Madonna per lei. L'invitai allora a salutare la Madonna. Si inginocchiò al primo banco, fissò lo sguardo sul quadro della Vergine e scoppiò in lacrime. Uscendo si dichiarò disposta a ricevere lezioni di dottrina cattolica, a studiare seriamente il catechismo e a ricevere il Battesimo. Aggiunse anche che aveva compreso cosa significasse il perdono di Dio e la sua misericordia e che cosa fosse il pentimento.

Chiese anche di parlare con un sacerdote, comprò un libro di preghiere e cominciò ad assistere alla Santa Messa e alle meditazioni. Volle anche partecipare alle lezioni di formazione con tutte le altre. Prima di tornare comprò varie cartoline per i suoi genitori; una rappresentava l'interno del Santuario, ricolmo di gente, con la pala d'altare bene in vista; un'altra la facciata. Erano cambiate molte cose dall'anno precedente.

L'anno successivo continuò ad assistere con interesse alle lezioni di catechismo. Dopo alcune esitazioni, che la portarono a interrompere la formazione dottrinale, tornò a riproporsi la conversione. Riprese l'istruzione religiosa e da allora chiede spesso che preghiamo per lei, giacché vede molto prossimo il momento in cui potrà ricevere il Battesimo.

[1] J. Escrivá, Amici di Dio, n. 227; 1ª ed., Ares, Milano 1978.

Romana, n. 7, Luglio-Dicembre 1988, p. 312-318.

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