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Kenya, dal 14 al 20 dicembre

Mons.Ocáriz è atterrato a Nairobi sabato 14 dicembre. All’aeroporto è stato ricevuto da un gruppo di famiglie e dal vicario nell’Africa dell’Est, il Rev. Silvano Ochuodho. Come in altri viaggi, Mons. Ocáriz ha avuto l’opportunità di vedere molte persone della Prelatura, cooperatori, amici e persone che partecipano ai mezzi di formazione cristiana dell’Opus Dei.

Domenica 15 il prelato si è recato alla Strathmore University per partecipare a una riunione con un gruppo di fedeli dell’Opera, alcuni provenienti dalla Tanzania.

Uno dei presenti gli ha chiesto consiglio su come affrontare la corruzione che alcune volte incontra nel suo lavoro. Mons. Ocáriz ha ricordato che la Conferenza Episcopale del Paese aveva indetto recentemente una campagna per invitare i cattolici a non cedere alla corruzione: «Tu, da parte tua, adempi i tuoi doveri professionali nel modo migliore e stimola gli altri a fare lo stesso. Se incontri qualcuno corrotto, disprezza la corruzione, ma non la persona. Non lo considerare una persona peggiore di te, ma pensa a come puoi aiutarlo, per il suo bene e per il bene del Paese».

Nel pomeriggio ha visitato Kianda School, dove è stato accolto con saluti e balli africani. Alcune delle presenti, che indossavano costumi tradizionali e portavano doni, lo hanno salutato nei dialetti locali. Il prelato ha detto che quel ricevimento gli aveva fatto pensare alla gioia che dobbiamo provare durante l’Avvento, dato che è un tempo di preparazione spirituale alla celebrazione della nascita di Cristo; una gioia che dobbiamo contagiare agli altri, anche in tempi di prova.

Durante la riunione sono state scambiate notizie circa alcune iniziative di sviluppo sociale che coinvolgevano varie partecipanti. Una di esse ha parlato del «Centro di crisi della gravidanza» per le ragazze giovani a Kibra, un quartiere ai margini della città, e della vita dei neonati e delle donne che si erano salvate grazie al lavoro che lì viene svolto.

Il 16 dicembre il prelato ha predicato in Kianda School a un gruppo di donne dell’Opus Dei. «Tutte e tutti possiamo essere collaboratori di Dio. Questa è una cosa che va ben oltre le nostre capacità e i nostri talenti personali, e richiede il superamento di ostacoli interni ed esterni. Facciamo come san Josemaría: con una gran fede, guardiamo al futuro con ottimismo soprannaturale».

Questo ottimismo – ha precisato – si basa sull’amore di Dio per noi: «“Se Dio è con noi, chi sarà contro di noi?”, dice la Scrittura. Dio Padre ci ha dato i mezzi per vincere nella nostra lotta personale ed essere fruttuosi nel nostro apostolato. Come sottolineava spesso il nostro fondatore, l’unica strada per noi è la preghiera: preghiamo! Se preghiamo costantemente, saremo capaci di vedere con gli occhi di Dio, vedere Lui in ogni attività e in ogni persona».

Il resto della giornata è stato dedicato a questioni di governo della Prelatura nell’Africa dell’Est; poi si è riunito con altri piccoli gruppi di fedeli dell’Opus Dei.

Martedì 17 Mons. Fernando Ocáriz si è recato nella residenza del cardinale di Nairobi, Mons. John Njue, per salutarlo. Più tardi ha parlato con un gruppo di famiglie provenienti da diverse città del Paese. Ha salutato anche alcune ragazze che ricevono formazione cristiana nel club giovanile Faida.

Poi ha visitato Kibondeni College of Catering and Hospitality Management, un centro di abilitazione professionale nel settore alberghiero. Kibondeni ricordava in quei giorni i 50 anni di attività. Per festeggiare l’anniversario e il prelato, i responsabili del centro e alcune alunne si sono recati in una cappella e hanno cantato alla Madonna un inno in lingua kiswahili.

Il 18 dicembre Mons. Ocáriz ha visitato l’Eastlands College of Technology, dove è stato ricevuto da un gruppo di studenti. Si tratta di un centro di formazione professionale situato in uno dei quartieri più poveri di Nairobi. Al suo arrivo, il prelato è stato ricevuto da Godfrey Madig, presidente del consiglio di amministrazione, e ha avuto una riunione con il personale del centro. Li ha invitati a compiere bene il loro lavoro e a superare gli ostacoli. In seguito il presidente ha mostrato un modellino plastico del complesso dell’Eastlands College quando sarà completato e insieme hanno visitato i laboratori, guidati da alcuni studenti del centro.

Di seguito c’è stato un incontro a Kianda School con le ragazze che frequentano i mezzi di formazione offerti dall’Opus Dei. Il prelato le ha invitate a utilizzare al meglio le lezioni alle quali partecipano e ha ricordato a tutte che «con Gesù tutte potete avvicinare la gente a Dio, come gli apostoli e i santi». Alle ragazze ha chiesto anche di pregare per Papa Francesco, ricordando loro che il giorno prima era stato il suo compleanno.

Una delle ragazze presenti ha mostrato al prelato il bastone di comando che usano i genitori della sua comunità (Samburu) e che significa essere capo di una famiglia che mantiene e protegge. La ragazza ha approfittato dell’occasione per chiedere come mostrare gratitudine ai genitori. Mons. Ocáriz ha risposto che un modo fondamentale è pregare per loro ogni giorno ed essere grati. Prendendo spunto da una domanda di una giovane sudanese, il prelato ha parlato della necessità di perdonare: «Un chiaro segno che uno ha perdonato è la decisione di pregare per quelli che ci hanno offeso».

Il giorno 19, dopo una riunione con gli organi direttivi della Strathmore University, Mons. Ocáriz, nella veste di Gran Cancelliere, ha parlato anche con il personale e con gli studenti. Il coro di Strathmore ha ricevuto l’incarico di dargli il benvenuto. Il prelato ha ricordato che il fondatore dell’Opus Dei aveva pensato a quella Università molti anni prima che divenisse una realtà. Ha invitato professori e studenti a lavorare secondo il metodo interdisciplinare, e più precisamente agli studenti ha raccomandato di sentire la responsabilità di utilizzare le conoscenze e metterle poi a servizio della società.

Il dialogo con il prelato è ritornato spesso sul modo di utilizzare la ricerca accademica per stimolare la crescita del Paese in tutti i settori, a favore dell’intera società. Poi Mons. Ocáriz ha benedetto una immagine di san Giuseppe nel santuario della Sacra Famiglia e ha piantato un albero a ricordo della visita.

Infine ha incontrato un gruppo di coniugi che lavorano in programmi di orientamento familiare. Li ha incoraggiati a proseguire nel loro impegno di aiutare altre famiglie a rimanere molto unite, in modo da dare a loro volta stabilità alla società.

Lo stesso giorno, ha pranzato con Mons. Philip Anyolo, presidente della Conferenza episcopale del Kenya.

Romana, n. 69, Luglio-Dicembre 2019, p. 224-227.

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