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Viaggi pastorali

Covadonga (Spagna), 13 luglio

Invitato dall’arcivescovo di Oviedo, mons. Jesús Sanz Montes, mons. Fernando Ocáriz ha fatto un pellegrinaggio al santuario di Covadonga per partecipare all’Anno Giubilare della incoronazione della Madonna. Durante la giornata ha pregato davanti alla Madonna nella Grotta e ha concelebrato l’Eucaristia insieme all’arcivescovo e a don Adolfo Mariño, abate di Covadonga.

Nella Santa Grotta, cuore del santuario, l’arcivescovo ha dato il benvenuto al prelato e ha diretto la recita dell’Angelus. Dopo averlo ringraziato per le sue parole, mons. Ocáriz ha chiesto preghiere per la Chiesa e per le intenzioni di Papa Francesco. La “Santina”, come è conosciuta dal popolo la Vergine di Covadonga, sfoggiava un manto regalato dalle famiglie della Associazione Cares di Oviedo.

Oltre all’arcivescovo Sanz e a mons. Ocáriz, hanno concelebrato l’Eucaristia circa quaranta sacerdoti, tra i quali l’abate, il vicario generale della diocesi, Jorge Fernández Sangrador, il vicario regionale della Prelatura, Ramón Herrando, alcuni vicari episcopali, canonici di Covadonga e sacerdoti di varie zone della diocesi. Il Coro Harmonía, di Gijón, ha cantato durante la cerimonia che si è conclusa con l’inno di Covadonga.

Nelle parole di benvenuto l’arcivescovo ha manifestato la propria gratitudine per il lavoro che l’Opus Dei svolge nella diocesi, che — ha detto — viene fatto «con vera disponibilità e sincera dedizione in tanti ambiti educativi, apostolici, familiari, professionali, in mezzo alle vicissitudini della vita quotidiana, santificando il lavoro, come un’opera di Dio incompiuta che Egli vuole affidare alle nostre piccole mani».

Nell’omelia il prelato dell’Opus Dei ha espresso la gioia di potersi inginocchiare davanti alla “Santina” e ha invitato a pregare per i frutti del prossimo Sinodo sui giovani, la fede e il discernimento vocazionale, affinché molti sentano la gioia di dedicare la loro vita a Dio e agli altri.

Mons. Ocáriz si è riferito alla “Santina” come «onnipotenza supplice», «donna del sì», «causa della nostra letizia» e «credente per eccellenza», con «una fede che ci spinge ad andare incontro agli altri», con la gioia di cui «godono le persone generose che vivono dedicandosi alle necessità degli altri».

Ha poi detto che il suo pellegrinaggio seguiva «le orme lasciate da tanti pellegrini che nel corso dei secoli sono venuti a cercare consolazione». Ha ricordato le visite di san Giovanni XXIII e di san Giovanni Paolo II, oltre a quelle di san Josemaría, del beato Álvaro del Portillo e di mons. Javier Echevarría. Ha citato anche san Pedro Poveda, che tra il 1905 e il 1913 soggiornò a Covadonga, dove partorì l’ideale dell’Istituzione Teresiana.

Covadonga celebra fino all’8 settembre 2018 il centenario dell’Incoronazione della Madonna, la cui scultura lignea si venera nella Santa Grotta, prossima alla basilica inaugurata nel 1901. Migliaia di pellegrini vengono a pregare davanti alla “Santina” invocandola «Madre e Regina», il tema di questo Giubileo.

Nigeria, dal 20 al 26 luglio

Durante la sua permanenza nel Paese africano, il prelato dell’Opus Dei ha salutato numerosi fedeli della Prelatura e i loro amici. L’attività apostolica dell’Opus Dei in Nigeria ha avuto inizio nel 1965. Il precedente prelato, mons. Javier Echevarría, era venuto in questo Paese nel 1999.

Il 20 mons. Fernando Ocáriz ha incontrato alcuni fedeli della Prelatura e ha espresso la propria gioia di far loro visita «in una terra dalle grandi opportunità» con la ricchezza dei suoi 170 milioni di abitanti. Fra le altre cose, li ha invitati a coltivare una profonda amicizia reciproca, amando molto la libertà degli altri.

Una espressione di questo amore alla libertà — ha detto — è la necessità di ascoltare attivamente gli altri.

Nel contesto della preparazione al prossimo Sinodo dei vescovi, mons. Ocáriz ha ricordato che tutte le persone hanno una vocazione, anche quelle che per il momento non hanno raggiunto il dono della fede. «Dio non abbandona nessuno — ha affermato —.

La domanda che bisogna porsi non è tanto se ho vocazione, ma qual è la chiamata che Dio mi rivolge».

Sabato 21 luglio il prelato dell’Opus Dei ha conversato con alcuni fedeli della Prelatura e con i loro amici nella Lagoon School Lekki e nella Lagos Business School. Erano presenti persone provenienti da diverse città: Lagos, Ibadan, Iloti, Nsukka, Enugu, Benin e Abuja.

A una domanda sul valore del lavoro domestico, mons. Ocáriz ha detto che l’ambiente, la bellezza e l’ordine in una casa favoriscono l’affetto e la crescita. Questa attività «lascia una traccia durevole nelle persone»; poi ha aggiunto che «il lavoro domestico è la colonna vertebrale dell’ambiente familiare nell’Opus Dei».

Riguardo alle difficoltà economiche che attraversa il Paese, una situazione che costringe molta gente a emigrare, il prelato ha consigliato di lavorare per il bene comune e ogni giorno meglio. Ha affermato anche che ogni Paese ha i propri problemi e bisogna cercare soluzioni a questo dramma.

Nel corso della giornata il prelato ha ricevuto diverse famiglie. Alcune erano venute da città lontane, come Benin City.

Domenica 22 luglio, mons. Ocáriz ha salutato i responsabili di alcune iniziative educative, come Whitesands School e Ikota Educational Foundation. In seguito ha avuto un incontro con altri fedeli della Prelatura nella Lagos Business School. In vista del prossimo Sinodo su vocazione e discernimento, una delle domande è stata “come aiutare i genitori a comprendere la vocazione dei loro figli”. Il prelato ha fatto l’esempio dell’apostolo san Giovanni, spiegando che i giovani possiedono sufficiente maturità soprannaturale e umana per impegnarsi. La maturità non dipende dall’età, ma nasce stando vicini a Dio.

In un incontro con ragazze, alla Lagoon School, il prelato le ha invitate a volersi identificare con Cristo e diventare apostole. «Non ci limitiamo a seguire una bella dottrina o un ideale, ma una Persona che è molto vicina a noi nella Santa Eucaristia». Durante i vari incontri ha chiesto a tutti i presenti di pregare spesso per il Papa e per la Chiesa, specialmente durante la Messa.

Lunedì 23 luglio mons. Ocáriz ha visitato il campus della Pan-Atlantic University. Lì ha benedetto una nuova edicola dedicata a Nostra Signora del Perpetuo Soccorso e ha invitato i presenti ad avere una grande devozione alla Madonna, e a presentarle le proprie necessità.

Il prelato ha percorso gli edifici universitari e poi ha avuto una riunione con i responsabili del centro accademico. Alla fine ha assicurato: «Quando le persone si formano umanamente, professionalmente e spiritualmente; quando si insegna loro a preoccuparsi dei problemi della società, a lavorare e a pensare, questo ha ripercussioni sui diversi aspetti della loro vita e contribuisce al bene comune».

Romana, n. 67, Luglio-Dicembre 2018, p. 237-249.

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