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Nell’inaugurazione dell’anno accademico, Pontificia Università della Santa Croce, Roma (3-X-2016)

«Ecce ego vobiscum sum omnibus diebus usque ad consummationem sæculi»: «Ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo» (Mt 28, 18). La voce di Gesù risuona nel mondo e continuerà a risuonare fino alla sua venuta definitiva quando tutte le cose, celesti e terrestri, saranno ricapitolate in Lui (cfr. Ef 1, 10). La promessa del Signore è sommamente attuale e spinge tutti i cristiani a comunicare la presenza del Verbo incarnato tra gli uomini. È Gesù stesso che garantisce l’autenticità della sua presenza salvifica mediante l’invio del Paraclito, che abita nella Chiesa e nei nostri cuori.

Affidare allo Spirito Santo l’impegno dell’intero anno accademico è semplicemente una necessità, perché abbiamo bisogno di una guida sicura per i nostri passi. La sua testimonianza non è un aiuto estrinseco a ciò che ci costituisce come cristiani e a ciò che è costitutivo dell’impegno universitario nello studio e nella ricerca. Dalla dimora che ha preso nel nostro cuore, dal di dentro, come dalla fonte zampillante promessa da Gesù (cfr. Gv 4, 14), come dice Papa Francesco, «ci purifica, ci illumina, ci rinnova, ci trasforma perché ci rende partecipi della vita stessa di Dio che è Amore (...). Questo è il dono prezioso che lo Spirito Santo porta nei nostri cuori: la vita stessa di Dio, vita di veri figli, un rapporto di confidenza, di libertà e di fiducia nell’amore e nella misericordia di Dio, che ha come effetto anche uno sguardo nuovo verso gli altri, vicini e lontani, visti sempre come fratelli e sorelle in Gesù, da rispettare e da amare»[1].

Nessuno di noi, di conseguenza, intraprende l’anno accademico come un progetto esclusivamente individuale, teso a soddisfare aspettative puramente umane. Certamente queste attese umane sono più che legittime e fanno parte della vocazione professionale dello studente, del ricercatore, del docente, di chi si occupa di mansioni tecniche, amministrative o di direzione. Ma la vocazione cristiana, e con essa l’acqua viva, la luce e la forza travolgente dello Spirito Santo, ci fa guardare sempre più in alto, con un atteggiamento attivo e con un desiderio di corrispondenza ai doni che Egli ha predisposto per ognuno di noi lungo quest’anno.

A poche settimane dalla conclusione dell’Anno giubilare, è bene fermarsi a prendere in considerazione i frutti che lo Spirito Santo ha suscitato in noi. Si è riaffermata la nostra fede in Gesù Cristo, volto della Misericordia del Padre, e nella sua Chiesa, dove riposa la sua divina presenza. Ma ci siamo anche riproposti di farci guidare dallo Spirito per andare in tutte le nazioni, riconoscendo che in ogni uomo si fa sentire, talvolta in forme vaghe o irrisolute, la sete di Dio?

Per capire meglio qual è la missione che ci è stata affidata, basta fissare lo sguardo sulle opere di misericordia, in questo caso in modo particolare su quelle spirituali, che costituiscono il programma per la formazione integrale, sul modello della persona di Gesù, affidato alla Chiesa e particolarmente alle istanze accademiche e formative per le quali si avvia l’anno accademico.

Il Vangelo ci ricorda che, nel momento in cui Gesù inviò i discepoli in tutto il mondo, quando lo videro, gli si prostrarono innanzi (Mt 28, 17). Chiediamo allo Spirito Santo che il lavoro dei prossimi mesi, unito strettamente al Sacrificio di Gesù sull’altare, sia un atto di adorazione al Padre; e chiediamo anche di avere sempre presente l’orizzonte della missione universale della Chiesa.

In questo senso, cattolico, parlava san Josemaría, a proposito proprio del lavoro universitario: «Gli universitari hanno bisogno di sentirsi responsabili e di vivere una sana inquietudine per i problemi di tutti, e di essere animati da un senso di generosità che li spinga ad affrontare questi problemi e a collaborare alla loro soluzione. Offrire tutto questo agli studenti è un compito dell’università»[N]2[/N.

La cappella del Santissimo di questa chiesa è il cuore battente di tutta l’attività della Università. Lì è venerata la Madonna dell’Apollinare. Invochiamola affinché interceda per noi, perché sappiamo mettere a frutto tutti i doni che in quest’anno accademico il Signore vorrà concederci. Così sia. Sia lodato Gesù Cristo.

[1] PAPA FRANCESCO, Udienza, 8-V-2013.

Romana, n. 63, Luglio-Dicembre 2016, p. 300-302.

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