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Intervista concessa a Zenit, Roma (22-I-2014)

(Realizzata da

H. Sergio Mora)

1. Come ha accolto la Prelatura dell’Opus Dei la notizia della prossima beatificazione di Mons. Álvaro del Portillo?

Come comprenderà, con una profonda gioia e rendendo grazie a Dio e a Papa Francesco che ha deciso di procedere alla beatificazione di questo vescovo che ha tanto amato e servito la Santa Chiesa. Chi lo ha conosciuto, o ha comunque visto i filmati delle sue catechesi, afferma che don Álvaro infondeva pace e avvicinava le persone a Dio. In questo momento gli chiedo che interceda con il Signore perché ci doni la sua stessa pace del cuore e che la cerimonia di beatificazione sia un’occasione per avvicinare molte persone a Dio.

2. Inizialmente si diceva che la cerimonia di beatificazione si sarebbe svolta a Roma. Perché alla fine si è scelto Madrid?

Da alcuni mesi, non appena saputo della futura beatificazione, si stavano studiando diverse opzioni, prediligendo luoghi del centro di Roma, diversi da piazza San Pietro che, per disposizione del precedente Pontefice, si riserva alle canonizzazioni presiedute dal Santo Padre. Tuttavia, man mano che aumentava il numero di partecipanti previsto, si è constatato che sarebbe stato difficile organizzare — come tutti avremmo voluto — la cerimonia nella Città eterna, nonostante la generosa disponibilità delle autorità del Vicariato di Roma e del Comune.

3. Quindi come è nata l’idea di Madrid?

La Congregazione per le Cause dei Santi ha ritenuto opportuna l’altra ipotesi suggerita: celebrare la cerimonia a Madrid, città natale del futuro beato, anche perché l’anno della beatificazione coincide proprio con il centenario della sua nascita. La notizia è stata resa pubblica oggi (ieri, 22 gennaio 2014, n.d.r.) perché la Santa Sede ha dato il suo benestare. Questa scelta faciliterà anche la partecipazione di molte persone del Paese di origine di don Álvaro che desiderano assistere alla cerimonia, ma che nel contesto dell’attuale crisi economica avrebbero avuto difficoltà ad affrontare un viaggio in Italia.

Madrid, inoltre, è la città in cui don Álvaro ha conosciuto san Josemaría, è entrato nell’Opus Dei e ha ricevuto l’ordinazione sacerdotale. Per moltissime persone provenienti da diversi paesi della Spagna ci sarà, quindi, l’opportunità di visitare i luoghi legati alla nascita dell’Opus Dei, fondata da san Josemaría a Madrid il 2 ottobre 1928. Inoltre molti fedeli della Prelatura e amici che vivono a Madrid saranno lieti di accogliere i partecipanti provenienti da tutto il mondo.

4. E per chi vive a Roma o in Italia?

Potremmo dire che Roma è “la città di don Álvaro”, dove lui ha vissuto gran parte della sua vita (dal 1946 al 1994) e dove ha servito la Chiesa come pastore della Prelatura dell’Opus Dei.

Insieme alle autorità, si sta studiando la possibilità che, durante i giorni successivi alla beatificazione, il corpo del beato — che riposa nella cripta della chiesa prelatizia di Santa Maria della Pace a Roma — sia temporaneamente trasferito nella basilica di Sant’Eugenio, in modo che coloro che lo desiderino possano pregare davanti alle sue spoglie. Inoltre ci si sta organizzando anche perché, il mercoledì successivo alla beatificazione, molti fedeli possano partecipare all’udienza generale con Papa Francesco, e quindi manifestare la loro unione con il Romano Pontefice e la gratitudine per la beatificazione.

5. Qual è il significato della raccolta fondi che avete annunciato in favore di alcune iniziative sociali in Africa?

Al momento di ricevere la notizia, è nato il desiderio che la futura beatificazione fosse anche un’occasione per aiutare le persone bisognose. Quindi, a ogni partecipante viene chiesto di compiere un piccolo sacrificio e offrire una donazione a favore di quattro progetti di servizio sociale, nati con l’ispirazione e l’impulso di Mons. del Portillo. È stato chiesto di coordinare questo sforzo ad Harambee, una ONG nata proprio in occasione della canonizzazione di san Josemaría. Sono certo che dal Cielo don Álvaro sarà felice di questo “dono” che ha come scopo la nascita o il rafforzamento di istituzioni africane di formazione umana e di lotta alla povertà.

Romana, n. 58, Gennaio-Giugno 2014, p. 59-60.

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