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8° Congresso Generale Ordinario dell’Opus Dei

L’VIII Congresso Generale Ordinario della Prelatura dell’Opus Dei si è svolto a Roma dal 7 al 19 aprile. Hanno partecipato 255 congressisti, provenienti da quasi tutte le Nazioni nelle quali la Prelatura svolge attività apostolica.

Come stabiliscono gli Statuti della Prelatura (cfr. n. 133), il Prelato convoca i Congressi Ordinari — che hanno luogo ogni otto anni — per fare un bilancio dell’apostolato al servizio della Chiesa e per indicare gli orientamenti dell’azione evangelizzatrice dei fedeli della Prelatura, sacerdoti e laici (uomini e donne, sposati e celibi), per gli anni seguenti. Inoltre vengono rinnovati gli incarichi del Consiglio Generale e dell’Assessorato Centrale (cfr. Statuti, n. 140), i due organi che assistono il Prelato dell’Opus Dei nell’attività di governo. Il Congresso ha confermato Mons. Fernando Ocáriz quale Vicario Generale, carica che ricopre dal 1994. Nella sezione corrispondente di questo numero di Romana si trovano le informazioni sulle altre nomine effettuate.

La sessione di apertura del Congresso è avvenuta nel pomeriggio del 7 aprile. La mattina dell’8 il Prelato ha celebrato una Messa nella chiesa di Santa Maria della Pace. Per le congressiste, che hanno iniziato i lavori il 17 aprile, alcuni giorni dopo degli uomini, c’è stata un’altra Celebrazione eucaristica, sempre nella chiesa prelatizia, lo stesso giorno 17.

Il bilancio degli otto anni trascorsi dal precedente Congresso offre vari motivi di gratitudine a Dio: fra tutti, la vita santa a favore di tutta la Chiesa del Venerabile Giovanni Paolo II, la cui generosa dedizione durante l’intero Pontificato ha lasciato un’orma indelebile in innumerevoli persone, anche non cattoliche e non cristiane. Inoltre il Congresso ha espresso una profonda gratitudine al Santo Padre Benedetto XVI per il suo Magistero e i suoi sacrifici per la Chiesa. “Come prova effettiva dell’unione incondizionata al Vicario di Cristo sulla terra — si legge nella lettera scritta da Mons. Javier Echevarría in occasione della conclusione del Congresso —, continueremo a impegnarci, come abbiamo fatto finora, nel diffondere i suoi insegnamenti e nel contribuire a far sì che la Chiesa sia meglio conosciuta e più amata” (Lettera del 17-V-2010, n. 8). L’Anno dell’Eucaristia, l’Anno Paolino e il recente Anno Sacerdotale sono stati occasioni provvidenziali per comprendere sino in fondo i doni che Dio ha concesso al suo Popolo.

Per la Prelatura e per il bene di tutta la Chiesa è un altro motivo di gratitudine a Dio la diffusione nel mondo della devozione a San Josemaría, specialmente dopo la sua canonizzazione nel 2002. Ancora una causa di gioia è verificare che, con l’aiuto di Dio, l’Opus Dei si è impiantato nei tre Paesi raccomandati dal VII Congresso — Croazia, Slovenia e Lettonia — e in altri quattro: Russia, Indonesia, Corea e Romania. È stato espresso il desiderio di studiare la possibilità di iniziare le attività apostoliche in Sri Lanka, Vietnam, Angola e Bulgaria.

In questo periodo un gran numero di fedeli della Prelatura e di soci della Società Sacerdotale della Santa Croce hanno concluso il percorso della loro vocazione cristiana. Il loro esempio, come quello di molte altre persone che anche in questi anni hanno donato santamente la loro anima a Dio, rimane come una traccia luminosa. Per alcuni di essi si è iniziata la Causa di canonizzazione. Oltre a quella che si riferisce a Mons. Álvaro del Portillo, sono iniziati i lavori preparatori delle Cause di altri fedeli — uomini e donne, sacerdoti e laici, celibi e sposati —, che in qualche modo fanno eco alle parole del Maestro: “Siate voi dunque perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste” (Mt 5,48).

I congressisti hanno rilevato la necessità di curare sempre meglio la formazione di tutte le persone che si avvicinano agli apostolati dell’Opus Dei, e in primo luogo quella degli stessi fedeli della Prelatura, specialmente negli aspetti spirituali, dottrinal-religiosi e apostolici. Allo stesso tempo è stata ricordata ai fedeli dell’Opus Dei — a seconda delle circostanze e delle possibilità personali — la grande importanza che si deve attribuire allo studio della scienza sacra nei suoi diversi rami.

Le conclusioni del Congresso Generale insistono sulla necessità di praticare il distacco cristiano, come condizione imprescindibile per crescere in una esistenza contemplativa in mezzo alle circostanze ordinarie della vita. D’altra parte, mettono in evidenza la necessità di continuare a mostrare, con serenità e umiltà, la bellezza e l’importanza della virtù della castità nel mondo di oggi.

Partendo dalla premessa che il principale apostolato dei fedeli dell’Opus Dei è quello dell’amicizia e della confidenza con quelli che ci circondano, il Congresso ha indicato ancora una volta la priorità del lavoro di formazione cristiana con i giovani, decisivo per la Chiesa e per il futuro della società. Oggi è importante anche spiegare la grandezza e la fecondità del celibato apostolico in mezzo al mondo.

Il Congresso ha rinnovato il desiderio che i genitori partecipino attivamente alle scuole e ai centri giovanili che si appoggiano sull’assistenza pastorale della Prelatura. Come scrive il Prelato nella lettera in occasione del Congresso, si ricorda “ai padri e alle madri di famiglia — e anche ai nonni — di tenere sempre molto presente il loro primo compito: la famiglia, l’educazione dei figli o dei nipoti, convinti che la loro manifestazione più importante si concretizza nella trasmissione della fede nella propria casa. Devono prendere coscienza che, nell’educazione dei bambini e degli adolescenti, è importantissimo investire tempo ed energie nel coltivare le virtù cardinali, e specialmente la fortezza e la temperanza” (Lettera 17-V-2010, n. 24).

In riferimento ad alcuni apostolati specifici, l’Assemblea ha raccomandato che siano consolidate le attività di promozione e assistenza sociale già esistenti nelle diverse Regioni e che si studi l’inizio di altre attività educative e assistenziali volte a risolvere alcune necessità locali, ma che esse siano allo stesso tempo un punto di riferimento culturale, sociale e spirituale, dove si offra catechesi a chi lo desidera.

Il Congresso ha sviluppato una particolare riflessione sull’importanza di vivificare cristianamente i diversi aspetti della società, allo scopo di stimolare lo sviluppo di “una nuova cultura, di una nuova legislazione, di una nuova moda, che siano coerenti con la dignità della persona umana, destinata alla gloria di figli di Dio in Gesù Cristo”[1]. L’azione personale dei fedeli della Prelatura, cittadini che vivono e lavorano nella società civile, deve indurli a introdurre la carità di Cristo nelle famiglie e nei costumi, nell’educazione e nella cultura, nella comunicazione e nella politica, nell’ambiente professionale in cui svolgono la loro attività, sempre con assoluta libertà e responsabilità personale.

In questo senso, le università e le scuole che cercano ispirazione e sostegno nello spirito dell’Opus Dei sono state sollecitate a impegnarsi nelle aree di ricerca relative alle materie che hanno una maggiore ripercussione nella configurazione della società: relazioni tra scienza e fede, difesa della vita umana dal concepimento fino alla morte naturale, promozione della giustizia in conformità con la dottrina sociale della Chiesa, educazione della gioventù, ecc.

Negli ambiti pubblici — ricorda il Congresso nelle sue conclusioni —, il cristianesimo è chiamato a partecipare attivamente nei dibattiti sulle questioni etiche fondamentali “per prospettare soluzioni conformi alla legge naturale e al Magistero della Chiesa, che contribuiscano alla difesa della dignità della persona” (Lettera 17-V-2010, n. 22). Un cattolico sa di essere depositario dei valori umani provenienti dal primato della carità, che il mondo di oggi ha bisogno di rivitalizzare e che rappresentano aspetti irrinunciabili per una coscienza cristiana.

In modo particolare, il Congresso ha indicato la trascendenza sociale e familiare delle attività attinenti la cura della casa. La famiglia ha come modello la casa di Nazaret: promuovere la dignità delle attività domestiche costituisce un importante lavoro di evangelizzazione della società.

In occasione dell’Anno Sacerdotale indetto dal Papa Benedetto XVI, l’Assemblea ha manifestato la propria gratitudine a Dio per il dono del sacerdozio nella Chiesa. Ha suggerito anche di pregare più intensamente per le vocazioni sacerdotali in tutto il mondo, per la santità di ogni sacerdote e per la crescita della Società Sacerdotale della Santa Croce, inseparabilmente unita alla Prelatura.

Al termine delle sessioni, i congressisti hanno voluto che nelle conclusioni restasse traccia dei sentimenti di gratitudine e di unità di tutti i fedeli della Prelatura e dei soci della Società Sacerdotale della Santa Croce verso il Prelato, e hanno rinnovato il proposito di custodire con delicatezza lo spirito lasciato in eredità da San Josemaría, che è stato tutelato e trasmesso da Mons. Álvaro del Portillo, suo primo successore, e da molte donne e uomini dell’Opus Dei ormai defunti.

L’VIII Congresso Generale Ordinario si è concluso con un Atto Eucaristico, includente un Te Deum di ringraziamento, il 19 aprile.

[1] MONS. JAVIER ECHEVARRÍA, Lettera 28-XI-2002, n. 11.

Romana, n. 50, Gennaio-Giugno 2010, p. 38-42.

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