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Discorso alla Pontificia Accademia per la Vita in occasione del X anniversario della sua fondazione(17-II-2004)

Venerati Fratelli, illustri Signori e gentili Signore!

1. Con gioia vi invio questo mio Messaggio in occasione della Giornata commemorativa del Decennale di fondazione della Pontificia Accademia per la Vita. A ciascuno rinnovo l’espressione della mia riconoscenza per il qualificato servizio che l’Accademia rende alla diffusione del “Vangelo della vita”. Saluto in modo speciale il Presidente, Prof. Juan de Dios Vial Correa, come pure il Vice Presidente, Mons. Elio Sgreccia, e l’intero Consiglio Direttivo.

Insieme con voi, rendo grazie anzitutto al Signore per la vostra provvida Istituzione, che, dieci anni or sono, è venuta ad aggiungersi ad altre create dopo il Concilio. Gli Organismi dottrinali e pastorali della Sede Apostolica sono i primi a beneficiare della vostra collaborazione per quanto concerne conoscenze e dati necessari per le decisioni da assumere nell’ambito della norma morale concernente la vita. Così avviene con i Pontifici Consigli della Famiglia e per la Pastorale della Salute, come pure in risposta a sollecitazioni della Sezione per i Rapporti con gli Stati della Segreteria di Stato e della Congregazione per la Dottrina della Fede. E ciò può allargarsi anche ad altri Dicasteri ed Uffici.

2. Col passare degli anni diventa sempre più evidente l’importanza della Pontificia Accademia per la Vita. I progressi delle scienze biomediche, infatti, mentre fanno intravedere prospettive promettenti per il bene dell’umanità e la cura di malattie gravi ed affliggenti, non di rado però presentano seri problemi in relazione al rispetto della vita umana e della dignità della persona.

Il dominio crescente della tecnologia medica sui processi della procreazione umana, le scoperte nel campo della genetica e della biologia molecolare, i cambiamenti intervenuti nella gestione terapeutica dei pazienti gravi, insieme al diffondersi di correnti di pensiero di ispirazione utilitarista ed edonista, sono fattori che possono portare a condotte aberranti, nonché alla stesura di leggi ingiuste in relazione alla dignità della persona e al rispetto esigito dalla inviolabilità della vita innocente.

3. Il vostro apporto è poi prezioso per gli intellettuali, specialmente cattolici, “chiamati a rendersi attivamente presenti nelle sedi privilegiate dell’elaborazione culturale, nel mondo della scuola e delle università, negli ambienti della ricerca scientifica e tecnica” (Lett. enc. Evangelium vitae, 98). Proprio in questa prospettiva è stata istituita la Pontificia Accademia per la Vita, con il compito di “studiare, informare e formare circa i principali problemi di biomedicina e di diritto, relativi alla promozione e alla difesa della vita, soprattutto nel diretto rapporto che essi hanno con la morale cristiana e le direttive del Magistero della Chiesa” (Motu proprio Vitae mysterium, in: AAS 86 [1994], 386-387).

In una parola, rientra nel vostro compito di alta responsabilità la complessa materia oggi denominata “bioetica”. Vi ringrazio per l’impegno che ponete nell’esaminare questioni specifiche di alto interesse, ed ugualmente nel favorire il dialogo tra l’investigazione scientifica e la riflessione filosofica e teologica guidata dal Magistero. È necessario sensibilizzare sempre più i ricercatori, specie quelli dell’ambito biomedico, sul benefico arricchimento che può scaturire dal coniugare il rigore scientifico con le istanze dell’antropologia e dell’etica cristiane.

4. Carissimi Fratelli e Sorelle! Possa il vostro servizio ormai decennale proseguire sempre più apprezzato e sostenuto, dando i frutti sperati nel campo dell’umanizzazione della scienza biomedica e dell’incontro fra la ricerca scientifica e la fede.

A tal fine, invoco sull’Accademia per la Vita, auspice la Vergine Maria, la continua assistenza divina e, mentre assicuro a ciascuno il mio ricordo nella preghiera, imparto a tutti voi una speciale Benedizione Apostolica, che estendo volentieri ai vostri collaboratori e alle persone care.

Dal Vaticano, 17 Febbraio 2004

Romana, n. 38, Gennaio-Giugno 2004, p. 18-20.

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