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Bolla pontificia di elevazione alla dignità dell’Episcopato del Prelato dell’Opus Dei (21-XI-1994)

JOANNES PAULUS EPISCOPUS

SERVUS SERVORUM DEI

dilecto Filio Xaverio Echevarría Rodríguez, praelaturæ personalis Sanctæ Crucis et Operis Dei Prælato, electo Episcopo titulari Ecclesiæ Cilibiensis, salutem et Apostolicam Benedictionem.

Pastorum et Episcoporum officium et gratia communis est illa Ecclesiæ fideles docere, quibus iidem in via Dei ducuntur, Evangelica videlicet mandata (cfr. Veritatis splendor, 114). Hac de causa Nos seligere solemus probatos viros qui pastorale ministerium sedule expleant. Post mortem autem Venerabilis Fratris Alvari del Portillo opportunum duximus aptius consulere prælaturæ personali Sanctæ Crucis et Operis Dei, quo planius prospiceretur animarum saluti illorum Christifidelium.

Ideo Apostolica Nostra potestate te, prælaturæ personalis Sanctæ Crucis et Operis Dei Prælatum, quem novimus virum prudentem, pium, æquum animo atque assiduum in pastorali industria, inter Episcopos adlegere cupimus, titulum imponentes Cilibiensem, omnia onera cunctaque addentes iura quæ huic officio ad normam iuris competunt.

Episcopalem ordinationem Nos Ipsi libenter tibi conferemus in basilica Petriana proxima sollemnitate Epiphaniæ Domini. Antea autem tuum erit fidei professionem nuncupare coram S.R.E. Cardinali Congregationis pro Episcopis Præfecto atque ius iurandum fidelitatis erga Nos Nostrosque in hac Apostolica Sede Successores dare coram S.R.E. Cardinali Protodiacono, ad statutas formulas.

Denique te, dilecte Fili, gregem tuum et omnes Christifideles committimus intercessioni Dei Genetricis Mariæ et beati Josephmariæ Escrivá de Balaguer, ut omnibus significare valeas «opera maximi Dei» (cfr. 2 Mac 3,36).

Datum Romæ, apud S. Petrum, die vicesimo primo mensis Novembris, anno Domini millesimo nongentesimo nonagesimo quarto, Pontificatus Nostri septimo decimo.

Joannes Paulus PP II

Franciscus Chiaurri, Proton. Apost.

Loco + Plumbi

Riportiamo di seguito una nostra traduzione italiana della Bolla pontificia con un breve commento.

GIOVANNI PAOLO, VESCOVO

SERVO DEI SERVI DI DIO

al Nostro diletto Figlio Javier Echevarría Rodríguez, Prelato della Prelatura personale della Santa Croce e Opus Dei, Vescovo titolare eletto della Chiesa di Cilibia, salute e Benedizione Apostolica.

È dovere e grazia comune dei Pastori e dei Vescovi insegnare ai fedeli della Chiesa ciò che li conduce lungo le vie di Dio, vale a dire i comandamenti evangelici (cfr. Veritatis splendor, 114). Per questo, siamo soliti scegliere uomini di provata virtù, in grado di svolgere con diligenza il ministero pastorale. In seguito alla morte del Nostro Venerabile Fratello Alvaro del Portillo, abbiamo ritenuto opportuno provvedere nel modo più adeguato alla Prelatura personale della Santa Croce e Opus Dei, allo scopo di meglio propiziare il bene delle anime dei suoi fedeli.

Perciò, in virtù della Nostra potestà Apostolica, abbiamo voluto annoverare fra i Vescovi te, Prelato della Prelatura personale della Santa Croce e Opus Dei, poiché ti sappiamo prudente, pio, equanime e sollecito nel ministero pastorale, imponendoti il titolo di Cilibia, con tutti i doveri ed i diritti connessi a tale ufficio in conformità col diritto.

Noi stessi volentieri ti conferiremo l’ordinazione episcopale nella basilica di San Pietro nella prossima solennità dell’Epifania del Signore. Ma prima pronuncerai la professione di fede dinanzi all’Eminentissimo Cardinale Prefetto della Congregazione dei Vescovi ed il giuramento di fedeltà verso di Noi ed i Nostri Successori in questa Sede Apostolica dinanzi all’Eminentissimo Cardinale Protodiacono, secondo le formule stabilite.

Infine affidiamo all’intercessione di Maria, Madre di Dio, e del beato Josemaría Escrivá de Balaguer, te, diletto Figlio, il tuo gregge e tutti i fedeli, affinché tu possa mostrare a tutti «le opere del Dio Altissimo» (cfr. 2 Mac 3, 36).

Dato a Roma, presso San Pietro, il giorno 21 novembre dell’anno 1994, diciassettesimo del Nostro Pontificato.

Joannes Paulus PP II

Franciscus Chiaurri, Proton. Apost.

Loco + Plumbi


«L’Osservatore Romano» del 21-22 novembre 1994, nella rubrica «Nostre Informazioni», inseriva la seguente notizia: «Il Santo Padre ha elevato alla dignità dell’Episcopato il Reverendissimo Monsignore Javier Echevarría Rodríguez, Prelato della prelatura personale dell’Opus Dei, assegnandogli la sede titolare vescovile di Cilibia»[1]. Il precedente numero di «Romana» ha informato di questo avvenimento nella rubrica «Dalla Santa Sede. — Romano Pontefice»[2].

La relativa Bolla pontificia, indirizzata al Prelato dell’Opus Dei e datata 21 novembre 1994, che riportiamo sopra, espone la decisione del Santo Padre in questi termini: «in virtù della Nostra potestà Apostolica, abbiamo voluto annoverare fra i Vescovi te, Prelato della Prelatura personale della Santa Croce e Opus Dei [...], imponendoti il titolo di Cilibia». Il 20 aprile 1994, il Romano Pontefice, confermando l’avvenuta elezione canonica a norma del numero 130 degli «Statuti» della Prelatura, aveva nominato Monsignor Javier Echevarría Prelato della Prelatura dell’Opus Dei[3].

La Bolla pontificia annuncia così la consacrazione episcopale, impartita poi dallo stesso Santo Padre[4]: «Noi stessi volentieri ti conferiremo l’ordinazione episcopale nella Basilica di San Pietro nella prossima solennità dell’Epifania del Signore».

In effetti, nella solennità dell’Epifania del 1991, anche il primo Prelato dell’Opus Dei, Mons. Alvaro del Portillo, era stato consacrato Vescovo da Sua Santità Giovanni Paolo II. Nell’omelia predicata nel corso della solenne concelebrazione eucaristica da lui stesso presieduta all’indomani della sua consacrazione episcopale, Mons. del Portillo aveva tra l’altro osservato: «L’ordinazione episcopale del Prelato significa un gran bene spirituale per la Prelatura dell’Opus Dei, e, nel contempo, un nuovo attestato da parte della Santa Sede sulla sua natura giuridica quale struttura giurisdizionale nella Chiesa»[5].

Il conferimento dell’Episcopato al Prelato dell’Opus Dei ha indubbiamente giovato a consolidare ulteriormente l’inserimento della Prelatura nella pastorale della Chiesa universale e in quella delle singole Chiese locali nelle quali essa svolge la propria missione, rafforzando sacramentalmente i vincoli della comunione del Prelato dell’Opus Dei, e quella del suo presbiterio e dei fedeli laici della Prelatura, con il Romano Pontefice e con tutti gli altri Vescovi.

Il 23 marzo 1994 il Signore volle chiamare a Sé S.E.R. Mons. del Portillo. Il Santo Padre Giovanni Paolo II, accompagnato dal Segretario di Stato, Cardinale Angelo Sodano, si recò nella chiesa prelatizia di Santa Maria della Pace e pregò davanti alle spoglie mortali del Prelato[6]: è stata un’ulteriore conferma dell’affetto del Papa nei confronti di Mons. del Portillo e della sua stima per l’Opus Dei, da lui stesso eretto il 28 novembre 1982 in Prelatura di carattere personale ed ambito internazionale.

«In seguito alla morte del Nostro Venerabile Fratello Alvaro del Portillo —dichiara la Bolla oggetto del nostro commento—, abbiamo ritenuto opportuno provvedere nel modo più adeguato alla Prelatura personale della Santa Croce e Opus Dei, allo scopo di meglio propiziare il bene delle anime dei suoi fedeli».

Il 7 gennaio 1995, nella solenne concelebrazione eucaristica di inaugurazione del proprio ministero episcopale, Mons. Javier Echevarría ricordava nell’omelia come il sacramento dell’Ordine «configura coloro che lo ricevono con Gesù, Sommo ed Eterno Sacerdote, Capo del Corpo Mistico»; ed aggiungeva: «i Vescovi “figura del Padre” nella Chiesa, come osserva Sant’Ignazio di Antiochia, sono “costituiti dallo Spirito Santo, che è stato loro donato, come veri ed autentici maestri della fede, pontefici e pastori” (Decr. Christus Dominus, n. 2), e rendono presente Gesù Cristo, Pastore supremo delle anime (cfr. 1 Petr. 2, 25), nel popolo assegnato alle loro cure»[7].

Infatti, la pienezza del sacerdozio ministeriale, in quanto nuova infusione dello Spirito Santo sul Pastore della Prelatura con tutte le conseguenze appena indicate, rappresenta una grande ricchezza spirituale per coloro ai quali è rivolto il suo ministero pastorale, in primo luogo i fedeli della Prelatura e poi coloro che in vario modo nei cinque continenti partecipano ai suoi diversissimi apostolati.

Il «bene delle anime» di ognuno dei fedeli della Prelatura consiste nel rispondere generosamente, con l’aiuto della grazia di Dio, alla chiamata personale del Signore a essere santi in mezzo al mondo, nel proprio lavoro, nelle proprie circostanze familiari, sociali ecc.; e quindi nel contribuire con l’esempio della propria vita di comuni cristiani che lottano per indentificarsi con Cristo, e con la naturalezza del dialogo che accompagna la consuetudine dell’amicizia, a svelare a tutte le donne e a tutti gli uomini la profondità e la ricchezza della fede, ricordando loro che possono cercare, trovare e amare il Signore nelle molteplici occupazioni quotidiane. Riassumendo, con parole del Beato Josemaría Escrivá, richiamate da Mons. Echevarría nell’omelia testé citata, «essere Opus Dei e fare l’Opus Dei» è lo specifico «bene» di ogni fedele della Prelatura che il Vescovo Prelato deve «propiziare» e servire.

Il servizio pastorale del Prelato dell’Opus Dei venne illustrato da Mons. Echevarría, nella concelebrazione eucaristica all’indomani della consacrazione episcopale, con espressioni tratte dagli «Statuti» della Prelatura: «Il Prelato deve essere maestro e Padre per tutti i fedeli della Prelatura; li ami tutti veramente nel cuore di Cristo, tutti istruisca e protegga con affettuosa carità; doni se stesso generosamente in favore di tutti e sempre più sacrifichi se stesso con gioia»[8]. E aggiungeva: «Vi supplico di pregare per me la Santissima Trinità, ricorrendo all’intercessione del Beato Josemaría, affinché anch’io riesca, per l’intero arco del mio servizio pastorale alla guida dell’Opus Dei, ad incarnare queste parole del nostro carissimo Padre»[9].

Invocando la protezione della Madonna e del Beato Josemaría, la Bolla pontificia conclude: «Infine affidiamo all’intercessione di Maria, Madre di Dio, e del beato Josemaría Escrivá de Balaguer, te, diletto Figlio, il tuo gregge e tutti i fedeli, affinché tu possa mostrare a tutti “le opere del Dio Altissimo” (cfr. 2 Mac 3, 36)».

All’intercessione del Beato Josemaría Escrivá si riferiva Mons. del Portillo in una lettera datata pochi giorni prima di ricevere da Giovanni Paolo II l’ordinazione episcopale: «sono sicuro che, con la sua intercessione dinanzi al trono di Dio, egli ha ottenuto per noi dal Cielo questa nuova grazia che, ripeto, era già presente nel suo animo ed in quell’intenzione speciale per la quale spese la propria vita e ci fece pregare tanto, nell’esclusivo desiderio di compiere la volontà del Cielo»[10]. Ordinazione episcopale che «tutti noi abbiamo considerato come una chiara conferma del cammino giuridico della Prelatura», scriveva nella stessa lettera Mons. del Portillo, sottolineando subito dopo: «non esito a scrivervi in questi termini, giacché non penso alla mia persona, bensì al fatto che l’ordinazione episcopale del Prelato comporterà un gran bene per l’Opera nel suo servizio alla Chiesa, unico scopo della nostra esistenza e dell’esistenza della nostra Prelatura»[11]. Queste parole fanno eco ad una affermazione assai cara al Beato Josemaría: «l’unica ambizione, l’unico desiderio dell’Opus Dei e di ognuno dei suoi figli è quello di servire la Chiesa come Essa vuole essere servita»[12].

Il motto scelto da Mons. Javier Echevarría per lo stemma episcopale riprende un’esclamazione innumerevoli volte scritta e pronunciata dal Beato Josemaría fin dai primi tempi: Deo omnis gloria!, a Dio tutta la gloria![13]. Esso compendia molto bene il desiderio «di servire la Chiesa come Essa vuole essere servita», cioè, «essendo Opus Dei e facendo l’Opus Dei», per potere così —sono le ultime parole della Bolla— «mostrare a tutti “le opere del Dio Altissimo”».

[1] L’Osservatore Romano del 21-22 novembre 1994, p. 1.

[2] Romana 10 (1994) 203.

[3] L’Ossservatore Romano del 22 aprile 1994, p.1; Romana 10 (1994) 121-122.

[4] Sull’ordinazione episcopale del Prelato, vid. questo numero di Romana, p. 125.

[5] Romana 7 (1991) 129.

[6] Vid. Romana 10 (1994) 23.

[7] Vid. il testo dell’omelia in questo numero di Romana, pp. 136-140.

[8] Codex iuris particularis Operis Dei o Statuta della Prelatura della Santa Croce e Opus Dei, n. 132 § 3.

[9] Vid. questo numero di Romana, p. 137.

[10] A. DEL PORTILLO, Lettera, 1-I-1991. «L’intenzione speciale» del Beato Josemaría Escrivá, di cui parla la lettera citata, consisteva nel conseguimento da parte dell’Opus Dei, allo scopo di meglio servire la Chiesa, di una configurazione giuridica adeguata al carisma originario ed in grado di garantire il fenomeno pastorale in cui detto carisma si era manifestato: ciò costituisce la questione centrale dell’intero itinerario giuridico dell’Opus Dei fino all’erezione in Prelatura di carattere personale ed ambito internazionale voluta dal Beato Josemaría.

[11] Ibid.

[12] J. ESCRIVÁ DE BALAGUER, Lettera, 31-V-1943, n. 1.

[13] Quest’espressione appare già nel marzo 1930, in uno dei primi brani delle sue annotazioni personali: Apuntes íntimos, n. 8; successivamente essa ritorna in oltre un centinaio di passi del medesimo testo. La si può riscontrare anche in Cammino, n. 780, ripresa alla lettera dall’edizione di Consideraciones espirituales del 1932 (n. 195). Vid. anche Solco, n. 647; Forgia, nn. 611, 639 e 1051.

Romana, n. 20, Gennaio-Giugno 1995, p. 14-19.

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