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L’11-VI-1995, nella nuova parrocchia romana intitolata al Beato Josemaría Escrivá ed affidata alla cura pastorale di sacerdoti della Prelatura, il Prelato ha amministrato il sacramento della Cresima. Riportiamo l’omelia pronunciata nell’occasione.

1. Oggi si rinnova davanti ai nostri occhi il grande prodigio della Pentecoste, quando lo Spirito Santo discese visibilmente sulla Chiesa, nel Cenacolo di Gerusalemme.

Il Signore aveva promesso che, dopo la sua dipartita, avrebbe mandato dal Cielo lo Spirito di verità, perché vivificasse per sempre la Chiesa e guidasse i cristiani alla verità tutta intera[1]. E dieci giorni dopo la sua Ascensione, come ci racconta San Luca negli Atti, mentre gli Apostoli erano riuniti attorno alla Madonna, venne all’improvviso dal cielo un rombo, come di vento che si abbate gagliardo, e riempì tutta la casa dove si trovavano. Apparvero loro lingue di fuoco che si dividevano e si posavano su ciascuno di loro[2]. La terza Persona della Santissima Trinità, Dio con il Padre e con il Figlio, conferì loro grazia sovrabbondante, aprì le loro intelligenze e rese salde le loro volontà perché divenissero testimoni della persona e della dottrina di Cristo fino agli ultimi confini della terra.

Prima della discesa dello Spirito Santo, gli Apostoli erano già disposti a seguire Gesù e a dare la vita per Lui, ma si sentivano deboli. Invece, appena ricevuto lo Spirito Santo, vediamo Pietro e tutti gli altri uscire per strada e parlare di Gesù alle persone che sono accorse. «Lo Spirito Santo, che è spirito di fortezza, li ha resi saldi, sicuri, audaci. La parola degli Apostoli risuona ora alta e vibrante per le strade e le piazze di Gerusalemme»[3]. Quei discepoli, che prima della Pentecoste erano come neonati alla vita spirituale, in un istante sono stati trasformati in persone coraggiose, capaci di far fronte a qualunque difficoltà per amore del Signore.

Da quella prima Pentecoste lo Spirito Santo vive nella Chiesa, per guidarla lungo tutti i secoli nella verità di Cristo. Si fa anche presente in ogni cristiano, mediante il sacramento del Battesimo, che inaugura in noi la vita dei figli di Dio. Ma questa nuova vita regalataci da Cristo deve arrivare alla piena maturità, così come ogni persona, dopo la nascita, si sviluppa pian piano fino a raggiungere l’età adulta. Questa crescita, questa maturazione spirituale necessaria per diventare cristiani adulti, ci è concessa dallo Spirito Santo proprio mediante il Sacramento della Confermazione.

2. Oggi per la prima volta viene conferita la Cresima in questa parrocchia, di recente istituzione, intitolata al Beato Josemaría Escrivá, Fondatore dell’Opus Dei.

Invitato alcuni mesi fa da don Alberto e don Carlo, sono venuto molto volentieri per amministrare questo sacramento. Sono molto felice ed emozionato; vi dico la verità: mi sembra di sognare! Per molti anni ho vissuto accanto al Beato Josemaría e, lavorando al suo fianco, ho potuto toccare con mano la sua santità personale in innumerevoli occasioni; sono molto grato al Signore per avermi concesso di vivere accanto ad un santo e lo ringrazio anche in questo momento. Ed ora io, secondo successore del Beato Josemaría Escrivá alla guida dell’Opus Dei, mi trovo nella chiesa a lui dedicata, per celebrare come Vescovo questo sacramento. Grazie, Signore!

Insegna il Catechismo della Chiesa Cattolica che la Cresima ci radica più profondamente nella filiazione divina, grazie alla quale preghiamo: Abbà, Padre[4], e ci accorda una speciale forza dello Spirito Santo per diffondere e difendere —con le parole e con l’azione— la fede, come veri testimoni di Cristo, per confessare coraggiosamente il nome di Gesù senza mai vergognarsi della sua croce[5].

Ricordo come il Beato Josemaría Escrivá, parlando dell’effusione dello Spirito Santo ricevuta nella Cresima, diceva spesso, sulla scia di un’antica tradizione della Chiesa, che questo sacramento ci arruola in una milizia spirituale, che si adopera per portare dovunque la pace e la gioia cristiana. «Fin da piccoli —diceva— abbiamo imparato che il sacramento della Confermazione ci fa diventare soldati di Cristo. Purtroppo, nel mondo odierno sembra che ci sia una grande mollezza nella vita cristiana, una carenza di lotta personale»[6].

Purtroppo è così. L’ambiente in cui viviamo, pieno di piccole o grandi comodità, si oppone alla maturazione di un’autentica vita umana e cristiana, per la quale sono invece così importanti la generosità e il sacrificio. «Come potremmo recuperare quella fortezza che abbiamo ricevuto in questo sacramento?», si domandava il Beato Josemaría. E rispondeva: «San Paolo ci esorta: lotta come buon soldato di Cristo. Ed è vero: ogni cristiano è —dovrebbe essere— un buon soldato di Cristo, confermato nella sua vocazione da questo meraviglioso sacramento. Lo Spirito Santo lascia nell’anima la sua impronta inconfondibile, il carattere: la traccia incancellabile di Dio, che dichiara: costui è figlio mio prediletto, uno di quelli che lotteranno per me e per se stessi, per ottenere la gloria»[7].

Figli di Dio! Che forza soprannaturale ci deriva da questa realtà e da questa consapevolezza! Ognuno di noi non è mai abbandonato a se stesso nelle sue lotte e nelle sue difficoltà. Dio è Padre per noi, guida i nostri passi, ci sostiene nelle decisioni ed è presente in ogni nostra azione. E, inviandoci lo Spirito Santo, ci aiuta ad essere forti, come soldati impegnati in una guerra tutta speciale, l’unica guerra che Dio ama: quella che ci impegna a lottare contro noi stessi. Sentendo queste parole, non pensate che la vita cristiana sia qualcosa di negativo o sia composta soltanto da divieti. La vita dei cristiani è piena di gioia: siamo le persone più felici del mondo! Se dobbiamo dire di no ai nostri peccati e lottare contro i nostri difetti —contro la pigrizia, l’orgoglio, l’egoismo...—, è per essere veramente felici e trasmettere agli altri la gioia e la pace.

Ci deve venire una gran voglia di comportarci da figli di Dio, dal momento che lo siamo davvero. Persone docili allo Spirito Santo, che sanno riflettere in ogni ambiente il volto di Cristo, persone che sanno comprendere, perdonare e riscaldare i cuori freddi con il calore dell’amore di Dio.

3. A voi, cari ragazzi e ragazze, mi rivolgo ora in modo particolare. Lo Spirito Santo che state per ricevere in dono, come sigillo spirituale, completerà in voi la somiglianza con Cristo e vi unirà più fortemente, come membra vive, al suo Corpo Mistico, che è la Chiesa. Voi, che siete già stati consacrati a Dio nel Battesimo, riceverete ora —in modo nuovo e più intenso— lo Spirito Santo, mediante l’imposizione delle mie mani e l’unzione col crisma sulla fronte. D’ora in poi apparterrete ancora di più a Cristo. Dovete essere fieri di Lui, dovete essere coraggiosi, e diventare in mezzo al mondo testimoni fedeli di Gesù. Per questo state per ricevere lo Spirito Santo. Porterete dovunque, con le vostre buone opere, l’immagine del Signore crocifisso e risorto; la vostra vita, come dice San Paolo, diffonderà il buon profumo di Cristo[8], il profumo delle vostre virtù cristiane, che rendono più gradevole la convivenza tra gli uomini. In famiglia, a scuola, nel divertimento, nello sport, si deve notare la vostra presenza come cristiani coerenti. Fin d’ora vi deve essere più amicizia, più disponibilità verso gli altri, più spirito di servizio, più gioia; e anche più lotta contro il peccato, contro il disinteresse verso gli altri, contro l’egoismo e la comodità.

Qualche volta vi sentirete stanchi, vi verrà voglia di pensare a voi stessi e non agli altri, di cedere all’egoismo, di lasciarvi andare, abbandonando la lotta personale per essere buoni figli di Dio. Non fatelo! Ricordatevi del giorno della vostra Cresima. Pensate a quest’Ospite divino che dimora nella vostra anima e non lo rattristate. Rivolgetevi alla Madonna, nostra Madre, e chiedete il suo aiuto. Avvicinatevi frequentemente al sacramento della Penitenza, alla Confessione, dove il Signore vi aspetta per purificare nuovamente le vostre anime, per rendervi forti, per farvi recuperare il coraggio e l’ottimismo dei figli di Dio.

Il Signore vi chiama, in virtù del Battesimo e di questa nuova effusione dello Spirito Santo, a dare con forza la vostra testimonianza di vita cristiana in questa nostra amata città di Roma, centro del cristianesimo e sede del successore di Pietro. Nel giorno di Pentecoste furono migliaia le persone che si convertirono alla verità del Cristo risorto: Dio agì con la sua potente misericordia per indurre tanti al cambiamento radicale del cuore. Il Signore continua ad operare i suoi miracoli, perché non vuole la morte del peccatore ma che si converta e viva[9]: ha bisogno di voi, cari cresimandi, e di tutti noi qui presenti oggi. Diciamogli di tutto cuore il nostro sì!

Vieni, o Spirito Creatore, visita le nostre menti, riempi della tua grazia i cuori che hai creato. Luce d’eterna sapienza, svelaci il grande mistero di Dio Padre e del Figlio uniti in un solo Amore[10]. Invochiamo lo Spirito Santo in stretta unione con la Madonna, nostra Madre. Il Paraclito discese sugli Apostoli e sugli altri discepoli di Gesù mentre erano raccolti con Maria in preghiera. Pure noi siamo qui riuniti in preghiera. La Santissima Vergine, Sposa immacolata dello Spirito Santo, ci guarda amorevole dal Cielo e intercede per tutti noi, e in modo particolare per voi cresimandi. A Lei affidiamo i nostri più ardenti desideri di essere fedeli testimoni di Cristo, con le parole e con la nostra vita intera.

E ora, cari ragazzi e ragazze, prima di ricevere il dono dello Spirito Santo, rinnovate la professione di fede, che nel giorno del battesimo i vostri genitori e padrini hanno fatto a nome vostro in unione con la Chiesa.

[1] Gv 16, 13.

[2] Att 2, 2-3.

[3] Beato Josemaría Escrivá, È Gesù che passa, n. 127.

[4] Rm 8, 15

[5] Cfr. Catechismo della Chiesa Cattolica, n. 1303.

[6] Parole nel corso di una riunione familiare, 19-XI-1972.

[7] Ibid.

[8] 2 Cor 2, 15.

[9] Ez 18, 23.

[10] Primi vespri di Pentecoste, Inno.

Romana, n. 20, Gennaio-Giugno 1995, p. 147-150.

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