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Comunicazione al Santo Padre

Il 23 marzo 1994 il Signore ha voluto chiamare a Sé S.E. Rev.ma Mons. Alvaro del Portillo, Vescovo, Prelato dell’Opus Dei. Poche ore prima egli era rientrato a Roma da un pellegrinaggio in Terra Santa, nel corso del quale aveva seguito le orme terrene di Gesù, da Nazaret fino al Santo Sepolcro. L’ultima Messa, poco prima della partenza da Gerusalemme, l’aveva celebrata nella Chiesa del Cenacolo. Egli è spirato circondato dall’affetto e dalla preghiera dei suoi figli, e confortato dagli ultimi Sacramenti.

Mons. Alvaro del Portillo, nato a Madrid l’11 marzo 1914, aveva compiuto da poco ottant’anni. Era partito da Roma il 14 marzo alla volta di Tel Aviv ed era rientrato nella sede centrale della Prelatura alle 21.45 del 22 marzo, insieme con Mons. Javier Echevarría, Vicario Generale, Mons. Joaquín Alonso ed il Prof. Araquistain, che lo avevano accompagnato in Terra Santa. Dopo una frugale cena, si era ritirato con l’animo pervaso dalla gioia e dalla gratitudine. Concedendogli la possibilità di compiere quel viaggio, il Signore aveva esaudito un desiderio a lungo accarezzato anche dal Beato Josemaría, che non aveva potuto realizzarlo. In Terra Santa, Mons. del Portillo aveva trascorso giornate dense di raccoglimento e di preghiera: le prolungate soste nei luoghi santificati dalla presenza fisica di Gesù erano state scandite dal ricordo vivo della predicazione del Fondatore sui diversi momenti della vita terrena di Cristo.

Il 23 marzo, verso le 3.10 del mattino, si era sentito male ed aveva chiamato Mons. Echevarría, che ha avvertito il medico personale del Prelato. Accorso immediatamente, il medico gli ha prestato tutti gli ausili del caso, ma inutilmente: era arrivato il momento dell’ultima chiamata del Signore al suo servo buono e fedele.

Non appena il medico aveva fatto osservare che il Prelato sarebbe potuto spirare da un momento all’altro, Mons. Echevarría gli ha amministrato il Sacramento dell’Unzione degli infermi, che Mons. del Portillo aveva sempre vivamente desiderato; il Signore ha esaudito anche questo desiderio ed egli ha potuto ricevere gli ultimi conforti spirituali ancora cosciente. Il Vicario Generale gli ha amministrato anche l’assoluzione sacramentale.

Verso le 4.00, il cuore di Mons. Alvaro del Portillo cessava di battere. Attorno a lui, oltre a Mons. Echevarría, c’erano i membri del Consiglio Generale dell’Opus Dei presenti in quel momento a Roma. Giungeva così a termine la vita terrena di Mons. Alvaro del Portillo, lunga e ricca di frutti soprannaturali, e cominciava per lui la Vita nella patria del Cielo.

Comunicazione al Santo Padre e telegramma di Giovanni Paolo II

Preso atto, con immenso dolore, del pio trapasso del Prelato, immediatamente il Vicario Generale ha comunicato via fax la triste notizia ai Vicari nelle diverse circoscrizioni della Prelatura, affinché i fedeli fossero informati quanto prima e potessero cominciare subito ad offrire i suffragi dettati dalla pietà filiale.

Il Vicario Generale ha aspettato le ore 6.30 del mattino per avvertire telefonicamente la Segreteria papale. Mons. Stanislaw Dziwisz, segretario personale di Giovanni Paolo II, dopo aver espresso tutto il proprio dolore per l’inattesa scomparsa del Prelato, ha assicurato che avrebbe comunicato subito la notizia al Santo Padre: il Papa, infatti, si stava preparando a celebrare la Santa Messa ed avrebbe così potuto offrire il Santo Sacrificio per l’eterno riposo dell’anima di Mons. Alvaro del Portillo.

È stata avvertita anche la Segreteria di Stato.

Nel corso della mattinata, il Santo Padre ha fatto pervenire al Vicario Generale un telegramma di condoglianze, assicurando la propria preghiera per l’anima del Prelato.

Ecco il testo del telegramma, pubblicato in prima pagina il 24 marzo da “L’Osservatore Romano” sotto il titolo La scomparsa del Vescovo Prelato dell’Opus Dei, Alvaro del Portillo:

Nell’apprendere la triste notizia dell’improvvisa scomparsa di Monsignor Alvaro del Portillo, Prelato dell’Opus Dei, porgo a Lei ed ai membri dell’intera Prelatura le più sentite condoglianze, mentre ricordando con animo grato al Signore la zelante vita sacerdotale ed episcopale del defunto, l’esempio di fortezza e di fiducia nella Provvidenza Divina da lui costantemente offerto, nonché la sua fedeltà alla Sede di Pietro ed il generoso servizio ecclesiale quale stretto collaboratore e benemerito successore del Beato Josemaría Escrivá, elevo al Signore fervide preghiere di suffragio perché accolga nel gaudio eterno questo suo servitore buono e fedele, ed invio a conforto di quanti hanno beneficiato della sua dedizione pastorale e delle sue elette doti di mente e di cuore una speciale Benedizione Apostolica.

Ioannes Paulus PP. II

Queste parole del Santo Padre, così significative dell’affetto del Papa verso Mons. Alvaro del Portillo, e la Sua partecipazione al dolore e alla preghiera dei fedeli della Prelatura, sono state di grande consolazione per tutti i membri dell’Opus Dei, che hanno potuto apprezzare in modo ancor più inatteso e tangibile i sentimenti del Papa quando hanno saputo della visita compiuta da Giovanni Paolo II nel pomeriggio di quello stesso giorno alla camera ardente, allestita nella chiesa prelatizia, come riportiamo più ampiamente altrove.

Romana, n. 18, Gennaio-Giugno 1994, p. 9-10.

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