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Omelia nella Santa Messa celebrata nella Chiesa di Sant'Apollinare, di Roma, il 5_XI_1990, in occasione dell'apertura dell'anno accademico dell'Ateneo Romano della Santa Croce.

Abbiamo rivissuto, con la proclamazione del Vangelo di San Giovanni, il momento sublime dell'ultimo incontro di Gesù coi suoi Apostoli nel Cenacolo, poche ore prima della sua Passione e Morte in Croce. Nell'intimità di quell'addio, Gesù promette agli Apostoli di inviare loro lo Spirito Santo: Io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Consolatore perché rimanga con voi sempre[1].

Quella promessa sarà compiuta nel giorno di Pentecoste, dopo la Risurrezione e l'Ascensione ai cieli di Nostro Signore, mentre si trovavano tutti insieme nello stesso luogo. Venne all'improvviso dal cielo un rombo —continua il racconto di San Luca negli Atti degli Apostoli—, come di vento che si abbatte gagliardo, e riempì tutta la casa dove si trovavano. Apparvero loro lingue come di fuoco che si dividevano e si posarono su ciascuno di loro; ed essi furono tutti pieni di Spirito Santo[2].

Con l'effusione dello Spirito comincia il cammino della Chiesa, nella sua peregrinazione verso la Casa del Padre; la Chiesa, «inseparabile unitatis sacramentum»[3], è chiamata ad essere strumento dell'unione salvifica di tutti gli uomini con Gesù, fino al momento in cui si compia la ricapitolazione di tutte le cose in Cristo[4] e finalmente Dio sia tutto in tutti[5]. E' lo Spirito di Gesù inviato dal Padre che rende possibile questa unità; è lo Spirito che, vivificando la Chiesa, la riunisce e la costituisce, come unico Popolo di Dio, lungo la storia.

Per questo, con un'espressione di Sant'Agostino, riconosciamo lo Spirito Santo come l'anima della Chiesa, giacché «ciò che l'anima è per il corpo umano, lo Spirito Santo lo è per il corpo di Cristo che è la Chiesa. Lo Spirito Santo opera in tutta la Chiesa ciò che opera l'anima in tutte le membra di un unico corpo»[6]. Il Signore ha voluto arricchire il suo corpo mistico con una grande diversità di membri —diversità di carismi, di ministeri, di operazioni, secondo il linguaggio di San Paolo[7] -; ma tutte queste cose è l'unico e medesimo Spirito che le opera, distribuendole a ciascuno come vuole. Come infatti il corpo, pur essendo uno, ha molte membra e tutte le membra, pur essendo molte, sono un corpo solo, così anche Cristo[8]. Lo Spirito Santo ha disposto le cose perché non vi fosse disunione nel corpo, ma anzi le varie membra avessero cura le une delle altre[9].

Nel momento in cui inizia solennemente l'anno accademico dell'Ateneo Romano della Santa Croce, desidero che le considerazioni suscitate dalla liturgia eucaristica in onore dello Spirito Santo, servano a voi, docenti, studenti e personale non docente delle Facoltà di Teologia e Filosofia, nonché della Sezione romana della Facoltà di Diritto canonico dell'Università di Navarra, per un nuovo approfondimento nella dimensione ecclesiale del vostro lavoro. Siete servitori della Verità, di questa stessa Verità che Gesù Cristo disse che non era sua ma del Padre che lo aveva inviato[10], Verità che è stata data alla Chiesa perché la conservi e la trasmetta di generazione in generazione.

Tutto ciò lo esprimeva con belle parole Sant'Ireneo: La fede, «per opera dello Spirito di Dio, come un deposito prezioso contenuto in un vaso di valore, ringiovanisce sempre e fa ringiovanire anche il vaso che la contiene. Alla Chiesa, infatti, è stato affidato il Dono di Dio, come il soffio alla creatura plasmata, affinché tutte le membra, partecipandone, siano vivificate; e in lei è stata deposta la comunione con Cristo, cioè lo Spirito Santo, arra di incorruttibilità, conferma della nostra fede e scala della nostra salita a Dio»[11].

Il vostro servizio alla Verità, a questa Verità di cui è depositaria la Chiesa intera[12], vi richiederà di lavorare col rigore metodologico proprio delle diverse discipline di cui vi occupate. Però, al di sopra di questa preoccupazione, ci si aspetta da voi —è l'intero Popolo di Dio che lo aspetta— la docilità allo Spirito di Verità; lo Spirito che garantisce con la sua presenza continua la fedele trasmissione della Verità di Gesù proprio attraverso coloro che sono stati costituiti Pastori e Maestri[13], ai quali «è (...) affidato il compito di conservare, esporre e diffondere la Parola di Dio, della quale sono servitori»[14]. Docilità allo Spirito di Verità significa, pertanto, non solo docilità ai suggerimenti dati ai nostri cuori dallo Spirito che abita in noi, ma anche docilità al Magistero vivo della Chiesa, «il solo interprete autentico della Parola di Dio, scritta o trasmessa»[15]. In questo modo ciascuno di voi sarà non soltanto membro vivo del corpo di Cristo che è la Chiesa, ma autentico ed efficace servitore degli altri membri, al fine di edificare il corpo di Cristo, finché arriviamo tutti all'unità della fede e della conoscenza del Figlio di Dio, allo stato di uomo perfetto, nella misura che conviene alla piena maturità di Cristo[16].

Però anche questo non è sufficiente: non potete accontentarvi di una mera accettazione della guida del Magistero, che potrebbe essere accompagnata dall'atteggiamento freddo, distaccato, intellettualista di chi contempla la fede come un semplice oggetto di curiosità scientifica. Lo Spirito Santo, che è Spirito di Verità, è anche Amore, l'Amore increato del Padre e del Figlio, il quale procede eternamente da Essi. Come una partecipazione a questa divina intimità, l'amore di Dio è stato riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato dato[17].

Per questo la teologia ha come una duplice origine: l'impulso proprio della Verità, che tende a comunicarsi, e il dinamismo dell'amore: «Nell'atto di fede, l'uomo conosce la bontà di Dio e comincia ad amarlo, ma l'amore desidera conoscere sempre meglio colui che ama»[18]. Infatti, «questo amore e questa aspirazione a comprendere la verità —così scriveva il Santo Padre nell'enciclica Redemptor hominis— debbono camminare congiuntamente, come confermano le storie dei santi della Chiesa. Essi erano più illuminati dall'autentica luce (...), perché si accostavano a questa verità con venerazione ed amore: amore soprattutto verso Cristo, Parola vivente della verità divina e, insieme, amore verso la sua espressione umana nel Vangelo, nella tradizione, nella teologia. Anche oggi sono necessarie, innanzitutto, tale comprensione e tale interpretazione della parola divina; è necessaria tale teologia»[19].

Seguite l'esempio luminoso degli uomini santi che arricchirono l'intero Popolo di Dio con la loro vita. Imparate, anzitutto, dai Padri della Chiesa, come recentemente ha voluto ricordare la Santa Sede: tutta la loro teologia è infatti «eminentemente religiosa, una vera «scienza sacra», la quale mentre illumina la mente, edifica e riscalda il cuore»[20]. L'oggetto della vostra ricerca e del vostro studio non è una verità astratta; la Verità è Dio stesso, è il Verbo di Dio e l'opera della redenzione che ha portato a termine in Gesù Cristo e che lo Spirito Santo prolunga nella vita della Chiesa. «Poiché oggetto della teologia è la Verità, il Dio vivo e il suo disegno di salvezza rivelato in Gesù Cristo, il teologo è chiamato ad intensificare la sua vita di fede e ad unire sempre ricerca scientifica e preghiera»[21].

Tutto ciò lo sapeva bene, per esperienza, il Venerabile Servo di Dio Josemaría Escrivá, il quale tanto desiderò l'erezione di un centro di studi ecclesiastici nell'Urbe, al servizio di tutto il Popolo di Dio, desiderio che è già una realtà ricca di speranze in questo Ateneo Romano della Santa Croce[22]. Infatti, i tratti salienti della figura di Mons. Escrivá «non si trovano (...) soltanto nelle straordinarie doti dell'uomo d'azione, bensì nella sua vita di preghiera e in quell'assidua esperienza unitiva che fece di lui un contemplativo itinerante»[23]. La necessità di unire vita di preghiera e conoscenza profonda della fede fu oggetto continuo della sua predicazione e del suo insegnamento. Le seguenti sue parole, pronunciate nel 1951, possono servirci d'orientamento nell'anno accademico che comincia: «La vita d'orazione e di penitenza e la consapevolezza della nostra filiazione divina, ci trasformano in cristiani di profonda pietà, simili a bambini davanti a Dio (...). Pietà di bambini, dunque; ma non ignoranti, perché ognuno deve impegnarsi, nella misura delle sue possibilità, nello studio serio e scientifico della fede: la teologia non è altro che questo. Pietà di bambini —ripeto— e dottrina sicura di teologi. Il desiderio di acquistare la scienza teologica —la buona e sicura dottrina cristiana— è mosso, in primo luogo, dal bisogno di conoscere e amare Dio. Nello stesso tempo, è anche conseguenza della preoccupazione di un'anima fedele di scoprire il significato profondo di questo mondo, opera del Creatore»[24].

Attraverso la preghiera, il tratto assiduo con la Santissima Trinità, la vita liturgica intensa mediante la frequenza ai sacramenti, Dio Padre vi concederà secondo la ricchezza della sua gloria, di essere potentemente rafforzati dal suo Spirito nell'uomo interiore. Che il Cristo abiti per la fede nei vostri cuori —vi dirò con parole dell'Apostolo Paolo agli Efesini— e così, radicati e fondati nella carità, siate in grado di comprendere con tutti i santi quale sia l'ampiezza, la lunghezza, l'altezza e la profondità, e conoscere l'amore di Cristo che sorpassa ogni conoscenza, perché siate ricolmi di tutta la pienezza di Dio[25].

Se uno mi ama —aveva detto Gesù nell'intimità del Cenacolo—, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui (...). Il Consolatore, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, egli v'insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto[26].

Nell'attesa fiduciosa del compimento della promessa del Maestro, gli Apostoli si riuniscono intorno alla Madonna: Tutti questi erano assidui e concordi nella preghiera, insieme con alcune donne e con Maria, la madre di Gesù e con i fratelli di lui[27]. Affidatevi anche voi, e affidate anche i vostri lavori ed il vostro studio, alla potente intercessione della Vergine Santissima; con Lei, figura della Chiesa nell'ordine della fede, della carità e della perfetta unione con Cristo[28], camminerete sicuri nel vostro pellegrinaggio di fede al servizio del Popolo di Dio; chiedeteglielo pieni di fiducia che, mediante la sua mediazione, lo Spirito di verità vi guiderà alla verità tutta intera[29].

Amen.

[1] Gv 14, 16.

[2] At 2, 1_4.

[3] San Cipriano, Ep. 69, 6; cfr. Cost. dogm. Lumen gentium, n. 9.

[4] Cfr. Ef 1, 10.

[5] Cfr. 1 Cor 15, 28.

[6] Sant'Agostino, Serm. 267, 4.

[7] Cfr. 1 Cor 12, 4_10.

[8] 1 Cor 12, 11_12.

[9] 1 Cor 12, 25.

[10] Cfr. Gv 14, 24.

[11] Sant'Ireneo di Lione, Adversus haereses, III, 24, 1.

[12] Cfr. Cost. dogm. Lumen gentium, n. 12.

[13] Cfr. Ef 4, 11.

[14] Congregazione per la Dottrina della Fede, Istruzione sulla vocazione ecclesiale del teologo, 24_V_1990, n. 14; cfr. ibid., nn. 13_20.

[15] Ibid., n. 13.

[16] Ef 4, 12_13.

[17] Rm 5, 5.

[18] Congregazione per la Dottrina della Fede, Istruzione sulla vocazione ecclesiale del teologo, 24_V_1990, n. 7.

[19] Giovanni Paolo II, Lett. enc. Redemptor hominis, 4_III_1979, n. 19.

[20] Congregazione per l'Educazione Cattolica (dei Seminari e degli Istituti di Studi), Istruzione sullo studio dei Padri della Chiesa nella formazione sacerdotale, 10_XI_1989, n. 44.

[21] Congregazione per la Dottrina della Fede, Istruzione sulla vocazione ecclesiale del teologo, 24_V_1990, n. 8.

[22] Cfr. Congregazione per l'Educazione Cattolica (dei Semianri e degli Istituti di Studi), Decreto d'erezione dell'Ateneo Romano della Santa Croce, 9_I_1990.

[23] Congregazione per le Cause dei Santi, Decreto sull'esercizio eroico delle virtù del Servo di Dio Josemaría Escrivá de Balaguer, 9_IV_1990.

[24] Ven. Josemaría Escrivá, E' Gesù che passa, 5ª ed., Ares, Milano 1982, n. 10.

[25] Ef 3, 16_19.

[26] Gv 14, 23.26.

[27] At 1, 14.

[28] Cfr. Cost. dogm. Lumen gentium, n. 63.

[29] Cfr. Gv 16, 13.

Romana, n. 11, Luglio-Dicembre 1990, p. 218-221.

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