envelope-oenvelopebookscartsearchmenu

Incontro del Papa con i partecipanti all'UNIV 90

Quali sono le fonti della creatività? Quali gli ostacoli contro cui la creatività si scontra sulla scena politica, nei rapporti commerciali, nel campo educativo? Quali sono i problemi sociali che richiedono alla generazione degli anni 90 un approccio creativo? Qual'è il ruolo dell'attività intellettuale nella crescita della creatività? Questi e altri aspetti del tema «Creatività nella Generazione degli anni 90» sono stati oggetto di riflessione e di dibattito per oltre quattromila studenti ritrovatisi a Roma nella Settimana Santa per l'incontro UNIV 90. Essi hanno portato i risultati del lavoro svolto in gruppi di studio, seminari e altre iniziative che hanno coinvolto circa centomila studenti di 475 università dei cinque continenti.

La ventitreesima edizione di questi tradizionali appuntamenti romani, sorti per ispirazione e incoraggiamento del Venerabile Servo di Dio Josemaría Escrivá, si è conclusa anche quest'anno nel pomeriggio della Domenica di Pasqua con l'Udienza concessa ai partecipanti da Sua Santità Giovanni Paolo II. Com'è ormai consuetudine, l'incontro si è svolto nel Cortile di San Damaso, all'interno dei Palazzi Apostolici.

Il Papa, che era affiancato da Mons. Francisco Vives, Vicario Sacerdote Segretario Centrale della Prelatura e dal Prof. Umberto Farri, Segretario Generale dell'Istituto per la Cooperazione Universitaria, si è intrattenuto con gli universitari per quasi novanta minuti.

Accanto al palco dove ha preso posto il Santo Padre pendeva un arazzo raffigurante la Virgen de Covadonga, ricamato dalle mamme di alcuni studenti delle Asturie, in ricordo del pellegrinaggio papale nella Penisola Iberica della scorsa estate in occasione della IV Giornata Mondiale della Gioventù. Due tra i diversi numeri musicali presentati dai giovani al Papa hanno fatto riferimento alle mete di prossimi viaggi apostolici: uno studente di Bratislava ha suonato un'antica melodia slovacca, e tre ragazze messicane hanno eseguito una canzone del folklore del loro Paese.

Ha quindi preso la parola Giovanni Paolo II, che tralasciando il discorso scritto si è così rivolto ai presenti:

"L'«Univ», che ogni anno si raduna qui a Roma da tutto il mondo, è un insieme di studenti. Essi si lasciano vedere e si fanno anche sentire... Già nella prima giornata li abbiamo potuti sentire. E oggi, con questo incontro nel Cortile di San Damaso concludiamo, come è consuetudine, questo «Univ».

Cosa vuol dire Univ? Significa «essere insieme» di studenti di diversi Paesi di tutto il mondo, di diverse lingue, di diverse culture, ma insieme. Essere insieme. Anche qui, in questo Cortile di San Damaso, siete tutti insieme. Così mi viene in mente lo stare insieme dei primi Dodici, quell'«essere insieme» che si compiva a Gerusalemme, più o meno nello stesso momento in cui noi siamo qui, vuol dire il giorno di Pasqua, la sera di Pasqua, nel Cenacolo. E sapete bene che Gesù è andato tra loro. Egli è andato verso i suoi discepoli per presentarsi loro, per presentare se stesso con le ferite della crocifissione, ma vivo, risorto, e per dire loro parole fondamentali. Innanzitutto li ha salutati: «Shalom!». Un saluto di pace. Poi ha ripetuto quello che era il suo messaggio di tutti gli anni passati: il Padre mi ha inviato; anche io adesso vi invio nel mondo. E poi, scrive San Giovanni nel suo Vangelo, ha alitato su di loro. Ha alitato e ha detto: «Ricevete lo Spirito Santo».

Questo avvenimento corrisponde nel tempo al nostro «essere insieme». E' bene che ricordiamo quel primo essere insieme della comunità cristiana, della comunità apostolica e della presenza di Gesù tra gli Apostoli, la presenza di Gesù che ha promesso loro: dove siete radunati nel mio nome io sono con voi.

Faccio riferimento a questo episodio importante del Vangelo di Giovanni perché esso corrisponde al momento che stiamo vivendo oggi ed anche al nostro «stare insieme». Perché questo vostro «essere insieme» è certamente nel nome di Gesù. Vi siete riuniti da tutto il mondo. Appartenete a popoli diversi, avete lingue e culture diverse. Siete studenti e questo vi unisce, professionalmente e anche come generazione —siete la generazione dei giovani—. Ma siete riuniti «nel nome di Gesù». Per questo cercate sempre la Settimana Santa e cercate questa Settimana a Roma per essere riuniti «nel nome di Gesù».

Questo vuol dire «Univ», ogni anno e in questo anno '90. Vi auguro che in questo incontro, in questo vostro «essere insieme», sia sempre presente Gesù che alita, che dà lo Spirito Santo, —«Ricevete lo Spirito Santo»— e che invia, invia in missione. Come ha inviato gli Apostoli, invia anche voi. Tutti siamo inviati, apostoli. Apostoli: questa è un'altra definizione dell'«essere cristiani». Ed anche la finalità del nostro «essere insieme» è quella di essere apostoli, di andare, individualmente o in gruppi —due o tre— e portare il suo messaggio, portare il Vangelo, portare Gesù.

Con questo riferimento evangelico voglio concludere il nostro incontro. Vi ringrazio per tutto. Mi avete fatto un grande regalo venendo qui e presentando i frutti delle diverse culture, di tutta la modernità cristiana, e poi le ricchezze dei diversi popoli, delle diverse lingue, dei diversi canti, danze. Tutto questo mi piace ed è per me anche un regalo, posso dire, pasquale".

Il canto del Regina Coeli e la Benedizione Apostolica hanno concluso la festosa riunione. Per gli studenti presenti e per i loro amici le parole del Papa, assieme al testo del discorso preparato per l'occasione dal Santo Padre —che riportiamo altrove—, hanno costituito materia abbondante di riflessione.

Romana, n. 10, Gennaio-Giugno 1990, p. 111-113.

Invia ad un amico